Cassa Edile Catanzaro Crotone e Vibo Valentia: “Crisi profonda”
La Cassa Edile di Catanzaro Crotone e Vibo Valentia, guidata presidente Giovanni Forte, rende noti i dati territoriali relativi al settore delle costruzioni, che si riferiscono al primo semestre di quest'anno comparati con quello precedente. Si rileva una crisi del settore alquanto marcata. Gli indicatori, infatti, sono tutti di segno negativo, come viene evidenziato dal calo del numero delle imprese pari al 8,5%, nonché del numero dei lavoratori assunti che scendono del 12,8%. Anche per ciò che riguarda il livello della massa salariale, ovvero le retribuzioni lavorative distribuite nel semestre corrente si riscontra una riduzione del 11,7%; in valore assoluto si registra una massa salari pari a 29 milioni a fronte di una produzione nel semestre 2011 pari a 33 milioni. La provincia che ha risentito maggiormente la crisi e' stata quella di Vibo Valentia, seguita da Crotone e poi da Catanzaro. Il calo, secondo le richieste di rateizzazione pervenute in Cassa Edile, e' dovuto al perdurare dei ritardi della pubblica amministrazione".
Il presidente Forte rileva come "non è più tollerabile uno Stato che si comporta in maniera ingiusta nei confronti delle imprese e dei lavoratori. Quest'ultimi saranno quelli più penalizzati per i ritardi della PA, in quanto il mancato pagamento coinvolge i lavoratori di quelle imprese che si vedono colpite dal blocco dei pagamenti; lavoratori che non riceveranno la prossima liquidazione di luglio che rappresenta circa una retribuzione mensile. Meno retribuzioni sul territorio corrispondono a meno consumi da parte delle famiglie, con un effetto moltiplicatore al negativo". Ribadisce inoltre Forte che "nel nostro territorio il problema dei mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione sono ancora più significativi, partono dalla Regione Calabria e si ripercuotono anche nei confronti degli enti periferici, province e comuni, che a loro volta, in qualità di stazioni appaltanti, stringono le maglie dei pagamenti alle imprese; l'ente regionale infatti ha bloccato i trasferimenti dei fondi per via del rispetto del patto di stabilità. Per uscire dalla morsa dei crediti non pagati occorrono soluzioni finanziarie alternative, come la certificazione o un sistema di compensazione molto più flessibile di quello previsto attualmente. Ritengo che il problema è infatti solo finanziario/monetario e non economico, i nostri dati evidenziano un problema maggiore sul versato e non su quanto viene denunciato dalle imprese. Pertanto, per risolvere le problematiche delle imprese, basterebbe rimettere in circolazione i crediti che le stesse vantano dalle Pubbliche Amministrazioni, e nel giro di pochi mesi si produrrebbe un vero e proprio cambiamento di scenario".