Tribunali: pronto il piano-tagli del Governo, nella lista Rossano, Castrovillari, Paola e Lamezia

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Mentre nella città bizantina continua il sit-in di protesta in difesa del Tribunale, il Governo centrale ha già pronto il piano-tagli che, da qui a poco, sarà presentato al CdM (Consiglio dei Ministri) per quanto riguarda la chiusura di alcuni Palazzi di Giustizia nell’intera Penisola italiana e fra queste vi è anche la Calabria con la paventata chiusura dei tribunali di Rossano, Castrovillari, Paola e Lamezia Terme.

In Italia, dal nord al sud, rischiano la soppressione 33 uffici, 37 procure e 220 sezioni distaccate. Vi è, tra l’altro, il movimento di 461 magistrati e 7mila dipendenti. La proposta, dunque, potrebbe subire qualche modifica, prima di essere trasformata in decreto legislativo, per dare piena attuazione al decreto delega (in scadenza il 13 settembre) sulla riforma della mappa geografica giudiziaria, che ha visto già il taglio di ben 674 uffici del giudice di pace.

A Rossano, da circa un mese, gli avvocati presidiano, giorno e notte, il Palazzo di Giustizia con sede nel centro storico per evitare, ovviamente, la soppressione dell’importante struttura giudiziaria operante in un territorio dove si registrano, tuttora, dati inquietanti in diversi contesti. Molte le iniziative promosse in città: cortei in piazza e per le vie principali dello Scalo, fino ad occupare, per qualche ora, la S.S. 106 jonica lo scorso 20 giugno. La simbolica protesta, messa in atto dal Consiglio degli avvocati e dall’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati), oltre dalla Camera Civile e Penale, è finalizzata, prevalentemente, a voler richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, al fine di condividere la battaglia intrapresa per evitare, chiaramente, la chiusura del Tribunale di Rossano.

Un atto dovuto per chiedere, a gran voce, l’affermazione della giustizia e della legalità, in un area ad alto rischio di micro e macro criminalità organizzata. Tutti concordi, tra l’altro, nel dire no alla soppressione del Palazzo di Giustizia: dai sindaci del territorio al padre Arcivescovo Marcianò, dai dipendenti amministrativi alle organizzazioni sindacali, dagli avvocati alle forze dell’ordine. Una scelta, quella del Governo centrale, non condivisa dai cittadini che, in modo particolare, chiedono maggiore sicurezza nell’intera Sibaritide.

Antonio Le Fosse

Mentre nella città bizantina continua il sit-in di protesta in difesa del Tribunale, il Governo centrale ha già pronto il piano-tagli che, da qui a poco, sarà presentato al CdM (Consiglio dei Ministri) per quanto riguarda la chiusura di alcuni Palazzi di Giustizia nell’intera Penisola italiana e fra queste vi è anche la Calabria con la paventata chiusura dei tribunali di Rossano, Castrovillari, Paola e Lamezia Terme.

In Italia, dal nord al sud, rischiano la soppressione 33 uffici, 37 procure e 220 sezioni distaccate. Vi è, tra l’altro, il movimento di 461 magistrati e 7mila dipendenti. La proposta, dunque, potrebbe subire qualche modifica, prima di essere trasformata in decreto legislativo, per dare piena attuazione al decreto delega (in scadenza il 13 settembre) sulla riforma della mappa geografica giudiziaria, che ha visto già il taglio di ben 674 uffici del giudice di pace.

A Rossano, da circa un mese, gli avvocati presidiano, giorno e notte, il Palazzo di Giustizia con sede nel centro storico per evitare, ovviamente, la soppressione dell’importante struttura giudiziaria operante in un territorio dove si registrano, tuttora, dati inquietanti in diversi contesti. Molte le iniziative promosse in città: cortei in piazza e per le vie principali dello Scalo, fino ad occupare, per qualche ora, la S.S. 106 jonica lo scorso 20 giugno. La simbolica protesta, messa in atto dal Consiglio degli avvocati e dall’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati), oltre dalla Camera Civile e Penale, è finalizzata, prevalentemente, a voler richiamare l’attenzione

Mentre nella città bizantina continua il sit-in di protesta in difesa del Tribunale, il Governo centrale ha già pronto il piano-tagli che, da qui a poco, sarà presentato al CdM (Consiglio dei Ministri) per quanto riguarda la chiusura di alcuni Palazzi di Giustizia nell’intera Penisola italiana e fra queste vi è anche la Calabria con la paventata chiusura dei tribunali di Rossano, Castrovillari, Paola e Lamezia Terme.

In Italia, dal nord al sud, rischiano la soppressione 33 uffici, 37 procure e 220 sezioni distaccate. Vi è, tra l’altro, il movimento di 461 magistrati e 7mila dipendenti. La proposta, dunque, potrebbe subire qualche modifica, prima di essere trasformata in decreto legislativo, per dare piena attuazione al decreto delega (in scadenza il 13 settembre) sulla riforma della mappa geografica giudiziaria, che ha visto già il taglio di ben 674 uffici del giudice di pace.

A Rossano, da circa un mese, gli avvocati presidiano, giorno e notte, il Palazzo di Giustizia con sede nel centro storico per evitare, ovviamente, la soppressione dell’importante struttura giudiziaria operante in un territorio dove si registrano, tuttora, dati inquietanti in diversi contesti. Molte le iniziative promosse in città: cortei in piazza e per le vie principali dello Scalo, fino ad occupare, per qualche ora, la S.S. 106 jonica lo scorso 20 giugno. La simbolica protesta, messa in atto dal Consiglio degli avvocati e dall’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati), oltre dalla Camera Civile e Penale, è finalizzata, prevalentemente, a voler richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, al fine di condividere la battaglia intrapresa per evitare, chiaramente, la chiusura del Tribunale di Rossano.

Un atto dovuto per chiedere, a gran voce, l’affermazione della giustizia e della legalità, in un area ad alto rischio di micro e macro criminalità organizzata. Tutti concordi, tra l’altro, nel dire no alla soppressione del Palazzo di Giustizia: dai sindaci del territorio al padre Arcivescovo Marcianò, dai dipendenti amministrativi alle organizzazioni sindacali, dagli avvocati alle forze dell’ordine. Una scelta, quella del Governo centrale, non condivisa dai cittadini che, in modo particolare, chiedono maggiore sicurezza nell’intera Sibaritide.

Antonio Le Fosse

dell’opinione pubblica, al fine di condividere la battaglia intrapresa per evitare, chiaramente, la chiusura del Tribunale di Rossano.

Un atto dovuto per chiedere, a gran voce, l’affermazione della giustizia e della legalità, in un area ad alto rischio di micro e macro criminalità organizzata. Tutti concordi, tra l’altro, nel dire no alla soppressione del Palazzo di Giustizia: dai sindaci del territorio al padre Arcivescovo Marcianò, dai dipendenti amministrativi alle organizzazioni sindacali, dagli avvocati alle forze dell’ordine. Una scelta, quella del Governo centrale, non condivisa dai cittadini che, in modo particolare, chiedono maggiore sicurezza nell’intera Sibaritide.

Antonio Le Fosse