Carchedi: "Basta Tagli. Non devono gli studenti pagare i costi di una crisi che non hanno creato”

Catanzaro Politica
Damiano Carchedi

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Damiano Carchedi, Studente universitario e Rappresentante degli Studenti UMG

“Se venisse confermata la cifra secondo cui la cosiddetta Spending review - curata dal governo Monti - apporterebbe tagli di 200 milioni nei riguardi delle università pubbliche ed enti di ricerca ci troveremmo di fronte all'ennesimo attacco e massacro alla formazione, alla cultura e soprattutto ai giovani, giovani che ancora una volta sono solo spettatori di un drammatico presente e sognatori di un sempre più platonico futuro!

Chiedo ai cultori della governance italiana con quale coraggio si apporta un ulteriore taglio al fondo del finanziamento ordinario, taglio che sopraggiunge a pochi mesi dalle scellerate misure introdotte dal Governo Berlusconi e che , già a loro tempo, misero in ginocchio l'intero sistema universitario nazionale.

Ma con quale coraggio si auspica di raggiungere gli altri paesi europei se nel settore dove tutti investono in Italia si apportano continui tagli? Con che quantitativo di coraggio si continua a fare chiacchiere sulla fiducia del ruolo dei giovani se di giovani si parla soltanto quando c'è da fare tagli alla formazione e all'istruzione? Ma ci rendiamo conto, per esempio, dell'umiliazione dei ragazzi che si vedono aggiudicare una borsa di studio, che spetta per legge, e di cui non ne avranno mai beneficio (o ne avranno in ritardo) a causa dell'assenza di fondi?

Questo scellerato - ennesimo e ulteriore - taglio non farà altro che gravare sul perno della formazione universitaria basata sulla qualità e quantità della didattica, settore già ridotto ai minimi termini a causa dei recenti tagli subiti, apportando ulteriori malfunzionamenti al sistema di ogni ateneo pubblico. Ingiustificabile quindi voler reperire risorse apportando tagli, ancora una volta, alle università pubbliche, a maggior ragione se parallelamente questi fondi vengono "girati" alle università private.

Le famiglie non possono reggere un ulteriore aumento di tasse - dopo i già tanti debiti o costi onerosi a causa dell'aumento del costo della vita - a carico dei figli che con ingenti difficoltà mandano a studiare. Di questo passo si rischia una guerra civile, per tanti evento platonico, ma per chi vive sempre più sulle proprie spalle il sapore del sacrificio e delle ingiustizie, ultima necessità, necessità guidata dall'urlo della disperazione , disperazione che si trova sempre più nei padri di famiglia e nei giovani che si sentono braccati da una politica fallimentare e demagogica, che si arricchisce sui dolori degli altri! Non c'è futuro, non c'è lavoro e ci saranno sempre più ostacoli per portare a termine i propri studi , a meno che non hai un cognome che conta e puoi permetterti l'iscrizione ad un'università non statale! Vergogna!

In attesa di documenti ufficiali, auspico che l'intera classe universitaria si mobiliti per dimostrare il proprio dissenso all'ennesimo scellerato taglio! Ma di taglio non si discute mai al settore della "disoccupazione", anzi, è l'unico settore su cui sembra che il governo italiano investa tantissimo!