Dasà, presentato il romanzo di Comito sul pittore Arruzza
Piazza dei caduti, a Dasà, è stata il teatro all’aperto per la presentazione di “Arruzza – Storia vera di un vero artista”, il romanzo ispirato alla biografia del celebre pittore contemporaneo Mike Arruzza, scritto dal giornalista Pietro Comito ed editato da “Città del Sole Edizioni”. Per il volume è stata la prima presentazione in Calabria, dopo l’uscita pubblica al Salone internazionale del libro di Torino, avvenuta lo scorso 12 maggio alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri.
L’evento svoltosi nell’accogliente centro del Vibonese, di fronte ad una nutrita platea, è stato organizzato dall’Associazione culturale dasaese con il patrocinio dell’amministrazione comunale. A coordinare i lavori è stato il presidente dell’Acd, Francesco Romanò, il quale, nell’esprimere il proprio apprezzamento per l’opera, ha evidenziato il valore simbolico della figura di Mike Arruzza, che «nell’insolita veste di protagonista di un romanzo biografico – ha spiegato nella sua introduzione – diventa espressione positiva di una Calabria che offre grandi risorse umane e culturali, che emigra e che poi ritorna, divenendo custode di una memoria che, adesso, non è più soltanto nelle sue straordinarie opere ma anche in un romanzo che ne racconta la vita così intensa e travagliata».
«Il libro – ha aggiunto il sindaco Giuseppe Corrado nel suo saluto all’affollata platea – ci consente non solo di conoscere la vita di una delle più alte espressioni delle nostra comunità ma ci fa riscoprire un passato che a volte viene dimenticato e che è giusto tramandare alle nuove generazioni e a quelle future».
Il direttore del Sistema bibliotecario vibonese Gilberto Floriani, dal canto suo, ha evidenziato il pregio del volume sottolineando come «di Mike Arruzza sentii parlare per la prima volta in Canada – ha detto – negli anni ’90. In seguito ho avuto modo di scoprire il suo talento e la sua arte, da annoverare tra le più elevate espressioni della cultura calabrese contemporanea. Ed è apprezzabile la proposta narrativa di Pietro Comito che puntando sulla sua figura rende omaggio ad uno spaccato ammirevole della cultura e delle tradizioni vibonesi e non solo».
Il presidente provinciale di Italia nostra Ninì Luciano ha quindi evidenziato i tratti caratteristici del romanzo che – ha ribadito – «è come se avesse due autori. Mike Arruzza che coi suoi ricordi ne offre il soggetto e Pietro Comito, che riscopriamo essere non solo un valido giornalista ma anche uno scrittore di pregio, offrendo una lettura coinvolgente ed appassionata. Non è solo la storia di un artista, ma anche di un uomo della nostra terra, che ci rimanda ad un’epoca di grandi cambiamenti. Così ci ritroviamo tra le vie di un paese d’inizio secolo, e lo vediamo bambino, figlio di un emigrato, “Ciccio l’Americano”, i cui ricordi consentono al piccolo Michele, ma anche a noi lettori, di rivivere il travaglio d’inizio secolo. E poi, dall’infanzia all’adolescenza, fino alla maturità, tra i viaggi alla ricerca di un’affermazione artistica ed il suo ritorno a Dasà, di immedesimarci in una realtà, quella italiana, segnata da profondi cambiamenti».
«La scelta di pubblicare questo libro – ha spiegato l’editore Franco Arcidiaco – è stata per certi versi coraggiosa. L’editoria, da un cronista come Pietro Comito, magari si attende un libro sulla fenomenologia criminale, argomento che magari fa più presa sul mercato. La mia casa editrice ha però apprezzato la sua scelta, l’ha condivisa e sostenuta, pubblicando un romanzo che, raccontando la vita di un artista, ci fa riscoprire alcuni tratti della Calabria migliore».
Pietro Comito, dal canto suo, si è detto «onorato ed orgoglioso dell’accoglienza. Dasà – ha spiegato – rappresenta un’isola relativamente felice rispetto ad un contesto territoriale, provinciale e regionale, profondamente sofferente. Merito principalmente di una comunità della quale Mike Arruzza, patrimonio vostro oltre che di tutti noi calabresi e meridionali, è interprete oltre che espressione».
La presentazione del volume si è conclusa con il saluto dello stesso Arruzza, soggetto protagonista del romanzo - figlio, adolescente, emigrato, cantautore, discografico, poi pittore, marito e padre, tornato dopo un lungo peregrinare nel paese d’origine – che si è detto «felicissimo dell’omaggio ricevuto». Esprimendo quindi l’auspicio secondo il quale «i nostri giovani, trovata l’affermazione che cercano anche lontano dalla nostra terra, possano tornare per condividerla con le nostre comunità. C’è una Calabria bella, fatta di esperienze, ricordi e talenti – ha concluso – che deve sopravvivere alla polvere della memoria e che deve rappresentare il pilastro sul quale costruire un futuro migliore».