Camera di Commercio Vibo: riordino delle Province, indispensabile uno scatto di orgoglio
Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa diffusa dalla Camera di Commercio di Vibo Valentia in merito al riordino delle Provincie previsto nella spending review .
“Addio alla indipendenza, alla gestione autonoma ed alla programmazione locale dell’assetto territoriale. Sarà questa una delle principali conseguenze della perdita di autonomia di ciò che ancora per pochi mesi può essere definito ambito territoriale provinciale. In queste ore abbiamo assistito al primo tentativo, promosso dalla Camera di Commercio, di costruire una ragionevole opposizione della società civile e delle parti sociali alla disastrosa ipotesi di sacrificio delle autonomie locali in virtù di un decreto (assai discutibile) che catapulta indietro nel tempo un territorio che ha, forse più di tanti altri, ancora bisogno di punti di riferimento per esprimere al meglio la sua identità. Eppure, forse complice la rassegnazione e le fiaccanti campagne mediatiche che hanno in queste settimane già sentenziato la fine di un percorso di democrazia della rappresentatività, manca totalmente la forza e l’energia che deve necessariamente sostenere questa iniziativa. Basterebbe forse ispirarsi ed emulare i comportamenti delle popolazioni che in tutta Italia stanno strenuamente provando, in tutti i modi, a difendere la propria identità con spiccato spirito di appartenenza e di orgoglio.
In attesa che i tribunali stabiliscano infatti se il decreto Monti gode di piena legittimità ed efficacia, tocca ai cittadini ed alle forze politiche, sociali ed a tutti i corpi intermedi della nostra società, quantomeno manifestare il dissenso. La rassegnazione e la totale assenza di combattività rischiano infatti di far decidere comunque ad altri il nostro destino. In questa difficile partita i Sindaci sono chiamati ad esercitare il principio più importante di cui una democrazia dispone, quello del libero arbitrio, della possibilità di autodeterminarsi, di scegliere. E, se è vero che nulla si può contro il decreto, che almeno si lotti sino alla fine, con coraggio e con passione accettando magari una sconfitta cocente ma sapendo almeno di aver lottato per una buona causa. Dovremo infatti affrontare, nel caso di una non auspicabile sconfitta in tribunale, il dovere della scelta. Dovremo scegliere se consegnare un territorio forte che ha comunque una sua identità, un suo progetto, una sua strategia di sviluppo e di crescita a chi si troverà ad amministrarci o se lasciare che su tutto questo ci sia una decisione maturata lontano dal cuore pulsante delle città e dei tanti borghi che diverranno ancor più lontane periferie. Dobbiamo decidere se lasciare ai decisori politici dei territori che ci annetteranno la scelta del nostro ruolo all’interno del nuovo assetto o se presentarci con le idee ben chiare, facendo comprendere sin d’ora che una riperimetrazione dei confini non significa annullare la volontà e la dignità di un popolo. A noi la scelta !”.