Gioia Tauro: Grimaldi rinviato a giudizio per rifiuto in atti d’ufficio
"Comincia a delinearsi la questione che da anni interessa il Gruppo Zen, di Gioia Tauro e l’Autorità Portuale: dopo anni di ricorsi, opposizioni, denunce, il Gup, dottor Fulvio Accursio ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica, nella persona del dottor Francesco Frettoni, rinviando a giudizio Giovanni Grimaldi dinanzi all’udienza Collegiale di Palmi del 17 gennaio 2013, per rispondere:“nella sua qualità di Presidente dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, in relazione ad un’istanza presentata il 30.7.2007 dalla società Zen Marine s.r.l. per ottenere la concessione di uno specchio d’acqua nel bacino portuale per la posa di tre corpi morti e relativi gavitelli, nonostante i solleciti della predetta società e pur dopo l’acquisizione (nella seduta del 28/10/2008) del parere del Comitato Portuale –che in un primo momento, non essendo pervenute le certificazioni “antimafia” della prefettura, aveva sospeso di pronunciarsi (nella seduta del 20.12.2007), ma aveva poi preso atto (nella seduta del 27/2/2008) del parere dell’avvocatura dello Stato circa l’illegittimità di un’attesa a tempo indeterminato- non assicurava l’adozione di una determinazione conclusiva del procedimento e protraeva tale condotta omissiva anche dopo il vittorioso ricorso (definito con sentenza n. 337/2009) al Tar di Reggio Calabria della società Zen Marine. In Gioia Tauro sino al mese di settembre 2009”. - Lo si legge in una nota dell'ufficio tecnico Zenyacht -
La vicenda nasce, come può comprendersi dalla imputazione, dalla mancata risposta ad una richiesta di concessione presentata dalla Zen Marine il 30.7.2007 per poter ottenere uno specchio d’acqua di vitale importanza per l’azienda che gli consentiva di poter ormeggiare, alare e varare le imbarcazioni. A seguito della mancata assunzione dei provvedimenti dovuti la Zen ha impugnato il silenzio dinanzi al Tar di Reggio Calabria, che con sentenza del 20.5.2009, n. 337/2009, accoglieva il ricorso e per il rilascio della concessione dello specchio d’acqua fissava il termine di giorni 30 dalla notifica. Decorreva tale termine e la Zen si vedeva costretta a chiedere la nomina di un Commissario ad acta per la esecuzione della predetta decisione. Con decisione n. 1190/2009, Il Tar accoglieva anche il secondo ricorso e nominava il Commissario ad acta, nella persona del Comandante della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, Giuseppe Ranieri. Lo stesso interveniva nel mese di dicembre 2009, ma la l’Autorità Portuale gli comunicava di aver rilasciato la concessione, che invece veniva trasmessa per posta nella data del 4/8 febbraio 2010.
Da qui la richiesta di rinvio a giudizio e la fissazione dell’udienza dibattimentale per determinare o meno la responsabilità di Giovanni Grimaldi per il reato di cui all’articolo 328, secondo comma, c.p. In udienza la Zen Marine si è costituita in giudizio quale parte civile, assistita dall’avv. Giacomo Saccomanno, e sostenendo che la vicenda è solo una delle tante aggressioni e prepotenze messe in atto dalla Autorità Portuale e che ha portato allo sfacelo dell’area portuale, ove non esiste nulla se non il deserto. L’unico merito del Presidente Grimaldi è quello di essere riuscito “a quasi distruggere” il Gruppo Zen che nel 2006 aveva oltre 120 dipendenti e produceva imbarcazioni di lusso, il cui primo esemplare è stato immediatamente premiato a Cannes, sino a ridurre, oggi, l’occupazione a poche unità. Se questo è il merito del super manager, forse sarebbe opportuno che chi di dovere cercasse qualche giovane laureato calabrese che certamente saprebbe fare meno danni dell’imputato Grimaldi. Il Gruppo Zen e tutti i dipendenti, ringraziano la Magistratura per la obiettività delle decisioni e l’avv. Giacomo Saccomanno, che con grande professionalità, dedizione e determinazione, ha difeso le ragioni di tanti padri di famiglia".
Le opinioni espresse in questa pagina non impegnano in alcun modo la nostra testata rispecchiando esclusivamente il pensiero dell’autore a cui viene rimandata ogni responsabilità per quanto in essa contenuto.