Comitato in Difesa di Bucita: scandaloso metodo per il riaffidamento degli impianti ex-Veolia

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“Il Comitato in difesa di Bucita e del territorio, riunitosi ieri (9 Novembre 2012), giudica scandaloso il metodo adottato dal commissario all'Emergenza Ambientale per il riaffidamento degli impianti ex-Veolia. Un decreto raffazzonato ed in estremo ritardo, considerando che la multinazionale Veolia aveva annunciato il proprio addio da più di un anno. Un decreto che non rispetta alcun principio di legalità e trasparenza: il commissario, infatti, in data 7 Novembre, fissa il termine per manifestare la propria volontà di gestire l'impianto al 12 novembre.

Cinque giorni in cui aziende da ogni luogo dovrebbero valutare gli impianti, i lavoratori, il ciclo generale, le spese, gli introiti. Un provvedimento che ha tutta l'aria di essere l'ennesima presa in giro di questo ente inutile (il CEA) e delle amministrazioni regionali che nel tempo vi si sono celate, per favorire la speculazione a tutto campo nel settore rifiuti. Non si vorrà forse affidare sotto-banco gli impianti ai soliti noti? Con quali accordi e sotto quali condizioni? Non si vorrà utilizzare la faccenda per aprire nuove discariche o allargare quelle esistenti?

Quello attuale – si legge in una nota del Comitato in difesa di Bucita e del Territorio - è un ciclo dei rifiuti completamente scorretto, basato su discariche ed inceneritori privati, ed in cui la Commissione Parlamentare d'Inchiesta ha certificato le infiltrazioni della criminalità organizzata. Per dare inizio ad una inversione di tendenza che porti ad un ciclo dei rifiuti finalizzato al riciclo ed al riutilizzo, quindi alla raccolta differenziata spinta porta a porta, crediamo che il primo passo sia la naturale gestione dell'impianto di Bucita da parte dei comuni del comprensorio, togliendo alla speculazione fette del sistema e permettendo ai cittadini di iniziare a controllare, seppur minimamente, quello che accade al proprio territorio. Iniziare a controllare gli impianti significa poterli convertire o chiudere quando la raccolta differenziata permetterà di creare molti più posti di lavoro con un sistema sostenibile e conveniente per i cittadini.

Ricordiamo che gli impianti ex-Veolia sono stati pagati dai cittadini calabresi, e per questo devono essere posti sotto gestione pubblica: i sindaci del comprensorio hanno tutte le ragioni per obbligare il commissario ad affidare l'impianto ad un consorzio di comuni e predisporre gli strumenti, anche economici, per permettere e favorire questa scelta. Questo ennesimo episodio ci da anche un'altra conferma: l'assoluta inadeguatezza e nocività di questo brutale sistema commissariale, in grado solo di spendere denaro pubblico e favorire disastri ambientali.

Il Comitato si adopererà nei prossimi giorni per ottenere incontri e spingere i sindaci, a partire da quello di Rossano, a rafforzare questa posizione sull'impianto di Bucita, prima che il commissario e le squallide leve della speculazione non compiano l'ennesimo atto nefasto nei confronti di questo territorio”.


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