Assessorato alle Attività Produttive: “Rilanciamo il Prodotto Calabria”
Negli scorsi giorni l’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Calabria ha riunito il Tavolo dell’Economia per presentare un’iniziativa di politica industriale finanziata con fondi pubblici dall’accattivante titolo “Rilanciamo il Prodotto Calabria”. Gli interventi previsti riguardano l’attivazione di una serie di misure agevolative a favore del sistema delle piccole e medie imprese consistenti in: 1) Pacchetti Integrati di Agevolazione (PIA) semplificati, con procedura a sportello e limiti agli investimenti, per uno stanziamento complessivo di risorse del POR FESR pari a 10 milioni di euro; 2) Interventi di aiuto a favore della ristorazione tradizionale e dell’artigianato tipico per l’ammodernamento delle attrezzature con uno stanziamento pari a 1,2 milioni di euro; 3) Sostegno ai raggruppamenti d’imprese attraverso il contratto di rete con stanziamento pari a 300 mila euro; 4) Riattivazione degli interventi Artigiancassa per 3 milioni di euro; 5) Programmi di penetrazione commerciale sui mercati nazionali per 1 milione di euro. A parte i PIA, le altre azioni dovrebbero essere finanziate con risorse regionali. Al di là dello sforzo compiuto dall’Assessorato in questione nell’individuare risorse e proporre nuovi strumenti di intervento tesi a sostenere investimenti, occorre mettere in evidenza, con spirito costruttivo, alcuni rischi e debolezza sulle proposte avanzate al Tavolo dell’Economia. La prima questione da affrontare è il PIA “semplificato”.
La procedura a sportello individuata ed i limiti a 400 mila euro di investimento sono da registrare quali elementi positivi ma non sufficienti da soli a garantire l’efficace partecipazione delle piccole e micro imprese in assenza di revisione della griglia dei punteggi, per come utilizzata nei precedenti bandi. Gli indicatori adottati, infatti, hanno tenuto finora lontane strutture imprenditoriali troppo piccole e poco strutturate per competere validamente nell’assegnazione dei punteggi. E’ pertanto necessario prevedere una riserva adeguata alla piccolissima impresa (che, ricordiamolo, rappresenta la maggior parte delle aziende in Calabria) per fare in modo che i benefici del PIA non vengano assegnati solo ed esclusivamente ad imprese di maggiori dimensioni.
E’ auspicabile, inoltre, che le fasi istruttorie siano rapide e tempestive (non più di 60 gg.) al fine di evitare che i progetti presentati diventino obsoleti prima della loro attuazione. Altra questione da affrontare è la certezza delle risorse messe a disposizione dall’Assessorato. Se pure non sussistono dubbi sulle risorse del POR FESR, incertezze sembrano esserci sulle risorse di origine regionale stanziate per gli altri interventi. Vincoli del patto di stabilità, difficoltà a pagare gli stipendi delle società regionali, mancanza di risorse per il cofinanziamento del POR sono elementi che agitano gli operatori e che rendono incerta l’effettiva attuazione delle misure proposte. Poiché l’attuale situazione economica e sociale è estremamente pesante e l’incertezza del futuro pesa come un macigno sulle strategie imprenditoriali di breve e lungo periodo, le aziende calabresi necessitano di reali certezze e non già di effetti-annuncio. Il sistema imprenditoriale deve sapere con certezza su quali risorse potrà contare, per quali tipologie di programmi e quando potrà usufruirne. In caso contrario, si rischia di accogliere iniziative inutili e dispendiose che non vedranno mai la luce, provocando oltre allo specifico danno progettuale anche la beffa delle promesse perdute. I dubbi e le incertezze sui fondi regionali, convincono sempre di più dell’opportunità di richiedere con forza la rimodulazione del POR Calabria verso misure di intervento facili da attivare, consolidate nella loro forma e capaci di finanziare non solo investimenti in opere edili e macchinari, ma anche e soprattutto capitale circolante, la cui carenza oggi mette in ginocchio le imprese e impedisce loro di rispettare le periodiche scadenze contrattuali e fiscali. Continuare ad offrire stimoli ad investimenti che daranno benefici nel medio-lungo periodo e trascurare le esigenze finanziarie del breve termine è una scelta miope e perdente. Né ci si può continuare a nascondere dietro la presunta immodificabilità del POR, costruito in un’epoca (era il 2006) in cui non ci si immaginava il crollo del sistema finanziario mondiale. Non è più giustificabile mantenere fermi 51 milioni di euro per fondi di controgaranzia, senza voler attivare le modifiche accolte dal Comitato di Sorveglianza del giugno scorso che aprivano altresì a garantire operazioni di capitale circolante, per la paura di “definanziare” le risorse già impegnate nel 2009.
Non è affatto logico insistere sullo strumento del PIA quale unica modalità di aiuto per le imprese e trascurare strumenti più flessibili, rapidi e adeguati alle esigenze delle imprese come lo strumento Artigiancassa, che meriterebbe altre e più cospicue risorse. Colpisce l’inerzia dell’Assessorato alle Attività Produttive su queste incessanti richieste di rimodulazione delle linee di intervento del POR provenienti da tutto il mondo di rappresentanza territoriale, quando, al contrario, vi è stata rapidità di esecuzione nel rimodulare l’Asse VII per garantire 8 milioni di euro a favore delle imprese televisive della Calabria in previsione dell’avvio del digitale terrestre. In conclusione, per rilanciare efficacemente il prodotto Calabria, per come propone l’Assessorato alle Attività Produttive, occorre che politica industriale e strategia imprenditoriale marcino di pari passo, verso iniziative condivise e concertate. Se così sarà le risorse comunitarie avranno raggiunto il loro scopo fondativo. In caso contrario, continueremo a spendere poco e male le poche risorse rimasteci.