Fondazione a tutela dei santuari di Praia a Mare e San Sosti

Reggio Calabria Attualità

Una fondazione per promuovere la tutela e la valorizzazione dei santuari mariani della Madonna della Grotta, di Praia a Mare, e della Madonna del Pettoruto, di San Sosti. L’ente potrebbe presto essere istituito grazie al progetto di legge presentato in Consiglio regionale dal consigliere regionale Gianluca Gallo. «La significativa ricchezza paleo-antropologica dei due santuari, unitamente al loro valore storico e culturale, alla luce dei pericoli di ordine ambientale e di sicurezza cui gli stessi sono esposti – osserva il vicecapogruppo consiliare dell’Udc - rendono necessario intraprendere iniziative che valgano da un lato a preservare l’esistente, e dall’altro a valorizzarlo ai fini di una crescita sociale ed economica dell’intero comprensorio, facendone risorsa di pregio non solo del popolo calabrese, quanto dell’umanità intera, se possibile sotto l’egida dell’Unesco. A questo tende il progetto di legge, che individua nello strumento della fondazione quello giuridicamente più idoneo a cogliere i risultati fissati».

Il santuario praiese, posto nel ventre di tre cavità rocciose a circa 90 metri sul livello del mare, frequentato già dai monaci basiliani, ospita la statua della Vergine, detta della Grotta. Quello sansostese, invece, eretto nel 1274, accoglie al suo interno la leggendaria statua in pietra della Vergine. «Si tratta di complessi monumentali unici nel Mezzogiorno», aggiunge Gallo, «che per le loro caratteristiche storiche, architettoniche e culturali merita invece di essere offerto alla conoscenza del mondo intero». In quest’ottica, ricorda il vicecapogruppo dell’Udc, il testo ora affidato al parere delle competenti commissioni consiliari prevede che «l’istituenda fondazione si adoperi per promuovere l’inserimento del sito nel patrimonio Unesco». Contemplata, altresì, l’instaurazione di rapporti istituzionali stabili con le altre fondazioni similari già operanti in Italia, oltre che con la Regione Calabria, la Soprintendenza ai beni architettonici e culturali, i Comuni interessati e, naturalmente, la Diocesi di San Marco Argentano-Scalea.