Gdf, truffa e falso: perquisiti studi legali noto avvocato
La Guardia di Finanza di Vibo, su direttive della Procura della Repubblica, ha eseguito delle perquisizioni all'interno di alcuni studi legali riconducibili ad un noto avvocato del luogo. La vicenda è scaturita a seguito di un centinaio di denunce sporte da cittadini del vibonese, nel 2009 e 2010, chiamati in causa, in sede di appello, innanzi al Tribunale di Vibo Valentia da Enel e Telecom. Enti, quest'ultimi, condannati a risarcire, in primo grado, danni cagionati a seguito di Black-Out tecnici nelle relative forniture. Nello specifico sono risultati 660 i ricorsi proposti in appello, presso il Tribunale di Vivo dalla Telecom e dall'Enel contro le sentenze di primo grado dei Giudici di Pace di Pizzo e Nicotera, a favore di persone fisiche ignare, ma risultanti estensori di istanze di risarcimento nei confronti di Enel e Telecom per danni subiti a seguito dell'interruzione del Servizio di Fornitura. Paradossalmente, dalle indagini svolte dalle Fiamme Gialle, i soggetti ricorrenti risultavano all'oscuro di tutto il contesto. Infatti, molti di essi, recandosi presso le sedi dei Giudici di Pace aditi ed estrapolando copia dei procedimenti, si rendevano conto di non aver mai sottoscritto alcuna procura a favore dell'Avvocato a margine dei ricorsi presentati dallo stesso legale e, pertanto, si adoperavano, in autotutela, a presentare apposite denunce. Per i fatti citati la Procura ha delegato il Nucleo PT della Gdf ad effettuare tutte le opportune indagini che evidenziavano la responsabilità del legale nella falsificazione delle firme degli ignari ricorrenti, al solo fine di procurarsi un ingiusto ed ingente profitto in pregiudizio di Enel e Telecom. Attualmente sono pendenti presso il Tribunale di Vibo Valentia oltre 1500 ricorsi cosiddetti "seriali" che saranno posti al vaglio degli inquirenti per verificare se tutti sono stati instaurati all'insaputa dei soggetti intestatari dei contratti di fornitura Enel e Telecom. In alcuni casi, è emerso che il professionista avrebbe presentato ricorsi per conto di persone decedute, naturalmente "impossibilitate" a firmare gli atti relativi al conferimento dell'incarico. Sono al vaglio degli inquirenti anche le modalità con le quali l'avvocato sia venuto in possesso di fotocopie di bollette e di documenti di riconoscimento dei ricorrenti al fine di stabilire se oltre al predetto legale vi siano altre persone implicate nella vicenda. Tra l'altro, durante le indagini è emerso che il legale nel 2009 era stato già sospeso dall'Ordine degli Avvocati di Vibo Valentia per analoghe problematiche, ma che il Consiglio Nazionale, accogliendo il ricorso del professionista, aveva proceduto a riammetterlo. Pertanto, la Procura, ritenendo valida la tesi delle Fiamme Gialle, ha richiesto l'autorizzazione al Giudice per le Indagini Preliminari ad effettuare le perquisizioni presso gli studi legali riconducibili al professionista, al fine di porre sotto sequestro tutti i fascicoli "seriali". Alle operazioni di perquisizione, oltre ai militari del Nucleo di Polizia Tributaria, ha preso parte il Magistrato delegato alle indagini dal Procuratore della Repubblica di Vibo nonché il legale delegato dal Presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati della medesima città, al fine di garantire l'assoluto rispetto delle regole procedurali. Grazie all'odierna operazione i cittadini possono evitare oltre al danno anche la beffa, atteso che, dalle sentenze di condanna emesse dal Tribunale di Vibo Valentia, gli stessi, dovrebbero rifondere le relative spese processuali. Inoltre, l'indagine eseguita deve essere inquadrata come strumento posto a salvaguardia dei cittadini ignari delle attività illecite perpetrate dal professionista tenuto conto dell'elevato numero di fascicoli processuali instaurati dal predetto legale, nonché della evidente possibilità che tale fenomeno possa vertiginosamente incrementarsi con il passare del tempo.