Specchiera ottocentesca torna nel palazzo della Cdc di Catanzaro
Ha fatto ritorno a casa in questi tranquilli giorni di calura estiva la enorme e straordinaria specchiera in oro dell'800, alta oltre quattro metri e mezzo e larga più di due, in passato facente parte degli arredi di Palazzo Grimaldi-Montuori, oggi sede prestigiosissima della Camera di Commercio catanzarese. Approfittando della condizione semideserta nella piazzetta antistante all'Ente camerale, grazie al supporto di una gru e di personale altamente specializzato, il prezioso manufatto protetto da una consistente intelaiatura imbottita, è stato sollevato fino all'altezza del primo piano e fatto passare, all'interno del Palazzo camerale, attraverso un balcone.
Un'operazione delicatissima, visto l'alto pregio dell'opera appena restaurata per merito del meticoloso lavoro di mani artigiane e durato circa un anno. Ora la specchiera troneggia in una delle sale di rappresentanza dell'Ente, le cui pareti sono alte circa cinque metri, e per questo idonee ad accogliere l'imponente manufatto.
"Questa acquisizione - ha spiegato il Presidente Abramo - può essere definita "un attesissimo ritorno a casa" di uno splendido manufatto, che fa parte di una serie prestigiosa di altri pregiati pezzi. Siamo, infatti, in attesa di accogliere a breve specchiere, consolles, salotti, fino ad ora custoditi all'interno di Palazzo Fazzari, di proprietà - come si ricorderà - del Circolo Unione di Catanzaro e solo recentemente ceduti alla Camera di Commercio. Con questa azione - ha proseguito Abramo - non abbiamo soltanto voluto rimarcare l'autorevolezza architettonica della sede prestigiosa dove oggi ha sede l'Ente camerale. Ho sempre pensato che acquisire l'immobile, così come abbiamo fatto, dalla comproprietà delle altre province, fosse un atto doveroso per dotare il patrimonio cittadino di un vero gioiello che impreziosisce l'intero centro storico e la provincia tutta di un Palazzo storico di pregio".
"Ma - ha sottolineato il Presidente - dopo aver dotato la città del Palazzo, ho voluto completare l'opera iniziata, restituendole anche una parte preziosa dei suoi arredi, sempre seguito e supportato dai miei colleghi camerali che, nel tempo, hanno condiviso le scelte. L'acquisizione del repertorio mobiliare, dopo quello immobiliare, è stato senz'altro uno sforzo, ma lo abbiamo compiuto convinti che fosse doveroso impedirne la dispersione. Era giusto che la Città ed il territorio, assieme al Palazzo, non venissero privati di opere così straordinarie della loro storia sociale, artistica e culturale relativa all'arco degli ultimi tre secoli. Con questa operazione manufatti di pregio appartenuti, quindi, alla storia di questa Città, le apparterranno in modo definitivo, per poter essere apprezzati anche dai posteri.
Lascia in noi una piacevole sensazione - ha concluso Abramo - l'essere riusciti a portare a compimento questa prima operazione, alla quale lavoravamo da tempo, prima dell'estate. Questo ultimo obiettivo realizzato ci consente, al rientro dalle ferie, di ripartire motivati al raggiungimento di sempre nuovi e stimolanti obiettivi, di ogni natura, genere e livello". (AGI)