A Gambarie prima edizione della Summer School Avis 2013
I partecipanti alla prima edizione della Summer School AVIS 2013, tenutasi a Gambarie d’Aspromonte il 1 settembre, hanno discusso ed approvato all’unanimità un documento e chiedono che sia inviato al Commissario regionale alla Sanità ed a tutti gli amministratori della Sanità Pubblica.
Di seguito esponiamo il documento approvato:
"avisLa medicina trasfusionale ha una storia relativamente recente essendo nata in coincidenza con la scoperta dei gruppi sanguigni all’inizio del ‘900. Da allora è stato un crescendo di scoperte scientifiche che hanno portato grandissimi vantaggi all’umanità, garantendo ad ogni ammalato un nuovo strumento terapeutico consistente nella possibilità di trasferire il sangue umano da un individuo all’altro. Organizzare efficacemente questa nuova risorsa clinica è stato l’impegno della sanità pubblica che in una prima fase si è sottratta a questo compito, ma successivamente e soprattutto nel dopoguerra l’ha assunta totalmente.
L’AVIS, nata nei primi anni dello scorso secolo e precisamente nel 1927, ha da subito compresa la necessità di costruire una rete trasfusionale con gruppi di donatori organizzati, controllati e periodici. Soltanto nel 1990 con la legge 107 si è potuto realizzare il virtuoso incontro tra l’esperienza del volontariato e la sanità pubblica che metteva in piedi un sistema trasfusionale con un impianto normativo tra i migliori d’Europa e del mondo. I volontari del sangue potevano finalmente divenire testimoni di salute e operatori sanitari a tutti gli effetti.
Da quell’anno, dal 1990 in poi, nel nostro paese è avvenuta una crescita rilevante dei donatori periodici e associati che hanno superato il milione arrivando a garantire l’autosufficienza di emocomponenti. La legge 107/90 nel 2005 è stata modificata con l’emanazione della legge 219 che in questi ultimi otto anni è stata, in maniera differente, attuata nel nord e nel sud del paese. Nel nord le Regioni hanno costruito piani sangue e plasma di notevole efficacia, sia in ambito strutturale, sia in quello tecnologico, ma in particolare sviluppando programmazione ed accreditamento, così da trovarsi oggi nella condizione di poter applicare largamente il decreto 16/12/2010 relativo ai Requisiti minimi in maniera ottimale.
Invece, le Regioni del sud sono in ritardo nell’applicazione di questa normativa di carattere europeo, per cui ad esempio, come in Calabria, nessun strutture né pubblica né associativa è stata ancora accreditata secondo questi ultimi requisiti minimi. La Calabria si trova pertanto ad un bivio perchè entro il 2014 deve adeguare le proprie strutture trasfusionali altrimenti il plasma raccolto non potrà essere utilizzato a livello industriale con grave danno per la sanità e per l’economia regionale.
L’ autosufficienza della Calabria è molto labile e, come purtroppo si è verificato in questi giorni, c’è sempre il timore di dover tornare alla dipendenza extraregionale. Se alla data del 31 dicembre 2014 diminuiranno le strutture di raccolta del sangue e del plasma, la Regione potrà perdere l’autosufficienza nonostante la presenza ormai di 40mila soci periodici e associati che sono in grado di garantire il sangue ed il plasma per i nostri ospedali. Il volontariato ha il dovere della solidarietà e della sussidiarietà, ma la responsabilità di proporre i rimedi urgenti appartengono alla classe dirigente che non deve essere sorda ai suggerimenti che provengono dalla vitalità associativa che da tempo indica la strada per uscire da questa situazione stagnante.
Emanare un nuovo Piano sangue e plasma dopo il primo del 1993 è un provvedimento urgente con il quale bisogna adattare la rete trasfusionale alle nuove caratteristiche della rete sanitaria ed ospedaliera della Calabria e disponendo di risorse adeguate per rendere le strutture trasfusionale e le unità di raccolta dotate sia di personale e sia di tecnologie rispondenti alle necessità scientifiche attuali.
Un nuovo PSPR dovrà muoversi su delle linee fondamentali, che si possono così riassumere:
1. Un coordinamento forte del sistema, senza confusione di ruoli e di responsabilità. Il Centro Regionale Sangue intervenga urgentemente nella programmazione e nella compensazione, nei controlli sull’emovigilanza e sulla tracciabilità e stabilisca collegamenti informatici con tutte le strutture trasfusionali e tutte le unità di raccolta pubbliche ed associative;
2. Revisione ed accreditamento della rete trasfusionale con assegnazione di compiti e funzioni diversificati alle strutture trasfusionali sul territorio, attraverso la mobilità del personale medico, infermieristico e tecnico in atto notevolmente carente;
3. La valorizzazione del volontariato associato nei termini sanciti dalle leggi attuali (219/05, 261/07, 206 e 207/07) e nell’affidamento in convenzione di compiti gestionali;
4. Un rilancio concreto dei comitati per il buon uso del sangue e delle cellule staminali, rendendole capaci di operare nei controlli, nella formazione del personale, nei percorsi di qualità e nell’appropriatezza clinica nell’uso del sangue e dei farmaci emoderivati;
5. Una rete organizzata del trasporto degli emocomponenti e delle cellule staminali cordonali nell’ambito regionale secondo le prescrizioni normative e scientifiche attuali;
6. Aprire la Calabria a nuovi rapporti nei consorzi interregionali per l’uso dei plasmaderivati secondo gli ultimi decreti ministeriali del giugno 2012;
7. Stabilire con urgenza un sistema di qualità regionale con la nomina di un responsabile operativo, dotato di competenza ed esperienza nelle procedure dalla donazione alla trasfusione;
8. Emanare linee guida omogenee per tutte le strutture trasfusionali regionali con l’uso di tecniche avanzate in tutti gli ospedali, sia nell’effettuazione delle donazioni e sia nella prevenzione degli errori;
9. Promuovere una rete organizzata per la raccolta del sangue cordonale in convergenza con la Banca Regionale delle cellule staminali operativa e di alta qualità;
10. Definire al più presto l’albo regionale per operatori sanitari autorizzati nella raccolta del sangue e del plasma valido su tutto il territorio regionale".
Il Delegato per la formazione cultura e legalità, Paolo Marcianò
Il Presidente AVIS Provinciale, Antonino Posterino