Soverato, domani il convegno “Testimoniare la giustizia”
Si svolgerà il prossimo 25 ottobre a Soverato (presso il Salone Don Bosco) il convegno “Testimoniare la giustizia, costruire la pace. Dalla Pacem in terris all’esperienza dei Testimoni di giustizia”. L’evento è organizzato congiuntamente dal Servizio di Pastorale Giovanile e dalla Commissione Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, dall’AGESCI Zona Tre Colli (Associazione Guide E Scout Cattolici Italiani) e con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria (USR).
La finalità dell’incontro è quella di informare e sensibilizzare in particolare il mondo giovanile, sulla condizione e l’impegno dei testimoni di giustizia, una figura da porre come esempio di cittadinanza per la crescita della società civile calabrese secondo principi di responsabilità e di giustizia.
Il programma prevede dopo i saluti di S.E. Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, e del dr. Giuseppe Mirarchi, Vicedirettore dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria, la relazione della Prof.ssa Giuliana Martirani, Docente dell’Università di Napoli, sul tema «Non c’è pace senza giustizia, un bilancio a 50 anni dalla Pacem in terris», con approfondimenti legati al tema della giustizia e ispirati all’enciclica di Papa Giovanni XXIII.
Segue l’intervento di S.E. Mons. Gastone Simoni, Vescovo emerito di Prato, su «L’impegno della Chiesa accanto ai testimoni di giustizia», che racconterà l'esperienza vissuta, anche in prima persona, al fianco di coloro che hanno scelto di “denunciare" e che in virtù di tale scelta, ne hanno subito le conseguenze.
Dopo gli interventi della prof.ssa Martirani e di Mons. Simoni seguirà una forte testimonianza di lotta alla mafia.
I soggetti promotori del convegno, impegnati ciascuno per il proprio ambito nella educazione e formazione dei giovani, auspicano che tale circostanza, possa offrire un contributo mirato all’educazione alla cittadinanza e alla legalità dei giovani calabresi, per una loro crescita come protagonisti della comunità civile e religiosa.