Intercettazioni: padre bimbo ucciso, nomi sicari da indagati

Crotone Attualità
I genitori del piccolo Dodò

Voglio solo dire che io e mia moglie grazie alle intercettazioni forse riusciremo ad avere giustizia per la morte di nostro figlio. Perché delle persone, che ancora non sono imputate, ma indagate, sotto intercettazioni hanno fatto nomi e cognomi". A parlare è Giovanni Gabriele, papà di Domenico "Dodò", ferito a morte il 25 giugno dello scorso anno mentre giocava a calcetto su un campetto alla periferia di Crotone dove venne uccisa un'altra persona, e deceduto dopo tre mesi di coma, il 20 settembre del 2009. Giovanni - è scritto in un comunicato degli organizzatori - ha partecipato a Crotone alla conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa "Liberi...di giocare", un quadrangolare di calcetto organizzato da alcuni giornalisti sportivi crotonesi con l'associazione di don Ciotti "Libera". Si tornerà a giocare sul campetto dove il ragazzo fu colpito dai colpi della criminalità organizzata, un mini torneo con quattro squadre. A confrontarsi in quello stesso campetto una squadra composta dai giornalisti e nella quale giocheranno anche Giovanni Gabriele e il cugino di Dodò. Le altre squadre saranno composte da carabinieri, polizia e guardia di finanza. Dopo il torneo è prevista una fiaccolata silenziosa che partirà dal Palazzo di Giustizia di Crotone e arriverà fino a piazza Duomo dove, sul sagrato della Basilica, ci si radunerà per un momento di preghiera e di riflessione.
All'incontro con i giornalisti per la presentazione delle manifestazioni hanno partecipato anche Antonio Tata referente di Libera per Crotone, l'assessore comunale allo Sport, Claudio Molé, il direttore di Crotonews.it, Vincenzo Montalcini e il giornalista di Sky e Tuttosport, Bruno Palermo (tra gli organizzatori dell'evento). "Il 25 giugno per il territorio crotonese - afferma Palermo - non potrà e non deve essere più un giorno come tutti gli altri. La memoria è la linfa vitale di un popolo che cerca il riscatto e vuole cercare di creare il seme per una società in cui la legalità sia al centro dell'azione e non il crimine. La scomparsa di Domenico è una tragedia terribile perché non ci sono altri termini per definire l'assassinio di un bimbo di 11 anni nel momento più bello della sua esistenza e nell'attività più normale che ci possa essere a quell'età: inseguire un pallone per giocare".