Open Data: nella giornata internazionale Cosenza gioca un ruolo da protagonista
Si chiamano Open Data. L’anglicismo indica i dati aperti, cioè quelli liberamente accessibili a tutti, privi di brevetto o di altre forme di controllo che ne possano limitare la riproduzione. Le pubbliche amministrazioni sono ormai chiamate a pubblicare i loro dataset, non solo come risposta alla legittima domanda di trasparenza ma nell’ottica dell’open government che si traduce nella partecipazione del cittadino al processo decisionale. In fondo non si tratta che di restituire quei dati al suo legittimo proprietario il cittadino appunto, ma con una consapevolezza in più. Che quei dati costituiscono un valore, che dalla loro analisi possono scaturire nuove opportunità di sviluppo, possono nascere nuove professioni.
Con questo spirito l’Amministrazione comunale di Cosenza - grazie all’impegno dell’Assessorato alla smart city e social innovation guidato da Geppino De Rose - ha partecipato all’International Open Data Day che, in Italia, ha messo insieme una decina di città, tra le quali il capoluogo bruzio, che hanno realizzato un evento in occasione della giornata OD, collegate in streaming con la sede madre a Roma. Cosenza vi ha preso parte con una iniziativa molto vivace, che ha occupato la sala multimediale di ‘Io Cittadino’, dove si è presentato l’approccio municipale all’Open Data, in collaborazione con l’UniCal e l’Istituto ICAR-CNR di Rende; il sondaggio nazionale sul livello di conoscenza degli Open Data, curato da Milly Tucci, ricercatore senior dell’Istituto Piepoli; si è tenuta a battesimo la neonata Monithon Calabria, la prima associazione di monitoraggio civico; si è parlato di una delle nuove frontiere del giornalismo, quello che realizza inchieste sulla base di open data, con una lezione di una firma prestigiosa del settore, il data journalist Alessio Cimarelli. Evento di spessore per una platea giovane e motivata, formata da rappresentanze degli istituti superiori cosentini Liceo Classico Telesio, Licei Scientifici Scorza e Fermi, Istituto Commerciale Pezzullo ed Istituto Tecnico Industriale Monaco.
L’assessore De Rose, parlando di una filosofia di governo che vive dietro una formula apparentemente tecnicistica come quella di Open Data, ha ricordato come l’Amministrazione abbia preso un impegno, formalizzato già un anno fa in un atto deliberativo, di fare in modo che i cittadini potessero riappropriarsi di dati dei quali sono legittimi proprietari. “Una operazione non facile – è emerso dal racconto dell’amministratore. I primi dataset che oggi presentiamo testimoniano la direzione verso la quale ci stiamo muovendo ma consapevoli che per lo sviluppo dell’Open Data non abbiamo solo bisogno di dati ma di una trasformazione culturale della macchina burocratica che, spesso, di quei dati che tratta non sa riconoscere il valore”. Cosenza entra comunque nel mondo Open Data con tre dataset già disponibili sul portale nazionale, relativi alla Polizia Municipale, su incidenti e sanzioni, dettagliatamente esposti durante la manifestazione da Roberto Caruso; relativi alla struttura del territorio ed alla struttura della popolazione. “E’ stata tracciata una strada – ha commentato il professore Domenico Talia, docente UniCal e Direttore dell’Istituto ICAR-CNR di Rende. E’ una battaglia culturale – ha evidenziato anche l’esperto – che auspichiamo si estenda ad altri comuni calabresi e che venga colta dai giovani come nuova opportunità professionale”.
Per avere il senso di come oggi, in Italia, quello degli Open data sia ancora un mondo misconosciuto, interviene l’indagine condotta dall’Istituto Piepoli. I dati, riportati da Milly Tucci, ci dicono di un 12% del campione intervistato che, a domanda generica, risponde di sapere cos’è Open Data. Ma andando a fondo, la domanda specifica sul significato rivela che il 72% non sa darne la descrizione corretta. Dato che fa dire alla ricercatrice che c’è molto da investire sull’informazione. È comunque del 38% la parte di cittadini che, illuminati, è a favore degli Open Data e, senza stupirci troppo, evidenziamo che la maggior parte di essi lo è soprattutto perché vi intercetta la possibilità di tenere sott’occhio la spesa pubblica. E qui veniamo agli altri protagonisti della giornata cosentina Open Data. Sono i giovani di Monithon Calabria, associazione nazionale di monitoraggio civico delle politiche pubbliche in Italia. In questa particolare giornata è stata anche lanciata infatti la maratona di monitoraggio dei progetti finanziati dalle politiche di coesione in Italia. I dati aperti di OpenCoesione costituiscono il punto di partenza per conoscere i progetti, i soggetti e le risorse impiegate. Patrizia Forgione, Giuseppe Marra e Maria Cristina Orefice sono i tre pionieri calabresi (si sono conosciuti ad un Master in “Marketing Intelligence”) che a Cosenza hanno illustrato nel dettaglio l’iniziativa e spiegato come un cittadino può accedervi e monitorare un progetto che riguarda il suo territorio. Dalle parole ai fatti, due progetti in essere, e monitorati, sono stati presentati ad una platea sempre più attenta, il progetto SMOB di mobilità sociale ed Enjoy Calabria, la prima community turistica 3D. L’invito di Monithon ai calabresi, e ai giovani soprattutto, è di unirsi all’impresa che, se da una parte può sembrare un occhio vigile su come si spende il denaro pubblico, dall’altra ha anche l’obiettivo, assolutamente costruttivo, di valorizzare il territorio, far conoscere le buone idee, mostrare come si stanno realizzando, riferire con interviste di come quelle idee sono percepite dai potenziali utenti e, perché no, se necessario modificare il tiro. “Alle nuove generazioni – è l’appello della Presidente Forgione – chiediamo di essere nostre complici. Associatevi e create valore sui dati aperti, diventate con noi movimento trainante della società”. In nome della trasparenza ma soprattutto dello sviluppo.