Reggio, Sorgonà: Villa comunale ed alberi del Lungomare tornino ad essere “Orto Botanico”

Reggio Calabria Attualità
Domenico Tripepi

"Nata per volontà del governo borbonico nel 1857 come “Orto Botanico” la nostra amata “Villa “ , sede anche dell’Osservatorio Metereologico, diviene ad inizio secolo “Giardini Umberto I°” e si identifica nel corso dei decenni sempre come luogo di eccellenza culturale oltre che di “ozio” cittadino". E' quanto si legge nella proposta del recupero della villa comunale dell'operatore culturale Filippo Sorgonà.

“Custode” e “testimone “ di secolari memorie di vita cittadina - continua la nota - ospita al suo interno importanti testimonianze artistiche cittadine (vedi il portale di “casa Vitrioli” realizzato da scalpellini locali del XVI° secolo).

Le varietà botaniche di piante ed alberi di assoluto prestigio le conferiscono da sempre un fascino unico evocando suggestioni che in passato hanno fatto della stessa una meta ambita per studiosi e viaggiatori.

La Reggio che vediamo non è quella di fine ‘800 e troppe cose sono cambiate; la vicina “Porta S. Filippo” , attuale Piazza Carmine”, accoglieva i flussi provenienti dall’area collinare e dalla zona sud in una parte di città signorile e distinta.

Accanto all’attuale Villa, infatti, era collocato il “Real Teatro Borbonio” e questa parte di città concentrava buona parte della vita culturale.

Oggi la Villa Comunale è una “bella addormentata” che ha subìto violenze di ogni tipo.

Su 4 Busti installati, a memoria di insigni figure cittadine, ne mancano all’appello almeno due , quello di Plutino e di D. Tripepi, per non parlare del livello di abbandono e trascuratezza delle statue del contemporaneo scultore D. Fera o del degrado dello stesso patrimonio arboreo .

Questo spazio è ormai territorio di conquista di microcriminalità, prostituzione e luogo di vera deriva sociale.

Le giostrine inutilizzate da anni sono un pugno all’occhio esteticamente e costituiscono anche un rischio per l’incolumità di bambini ed avventori.

L’illuminazione è semidistrutta e la sorveglianza non funziona affatto.

Pur essendo in pieno centro, questo parco sembra essere “fuori dalla città” e scoraggia il passante ad entrarvi.

Abbiamo il dovere di pensare che si debba tassativamente far ritrovare lo splendore e la funzione perduta; la Villa deve tornare ad essere luogo di memoria e di cultura.

Restituiamole “identità” e traformiamolo nuovamente in un “Parco Botanico” facendolo diventare “organico” alla via Marina come “sbocco” naturale di un percorso a mare che non può non essere passeggiata di “cultura, paesaggio e storia”.

Eliminiamo immediatamente le giostrine collocandole in spazi preposti; ricostruiamo al posto dell’attuale Bar quel “palco artistico” che fu scena di squisite rappresentazioni musicali.

Utilizziamo lo spazio di nuova realizzazione quale “teatro all’aperto” e procediamo con il recupero e la preservazione globale dell’illuminazione, del patrimonio arboreo e delle essenze presenti.

Restituiamo alla città un pezzo di storia che testimonia, in silenzio, oltre un secolo di vita cittadina".