Amantea: donati due defibrillatori dalla famiglia Curcio nel ricordo di Francesco
Si è svolta giovedì 27 marzo, nella sala consiliare del Comune di Amantea – alla presenza del sindaco Michele Vadacchino, del comandante della Polizia Municipale Emilio Caruso e del parroco della Chiesa di Campora San Giovanni don Apollinaris – la consegna di due defibrillatori donati alla parrocchia San Pietro Apostolo e alla Polizia Municipale dalla famiglia di Francesco Curcio, scomparso prematuramente a Chivasso (TO) lo scorso 11 febbraio.
La donazione è il frutto di una raccolta di offerte avviata dai genitori di Francesco, Pino Curcio e Graziella Orlando unitamente al medico Andrea Ianni Palarchio, che a Chivasso durante l’ultimo saluto che i numerosissimi amici avevano riservato al figlio decidevano di “non desiderare fiori, ma offerte destinate all’acquisto dei defibrillatori”. L’iniziativa veniva poi ripetuta a Campora nel corso dei funerali celebrati dall’arcivescovo di Cosenza Mons. Salvatore Nunnari ai quali parteciparono migliaia di concittadini commossi, riuniti per l’estremo saluto al giovane Francesco.
La somma complessiva raccolta (2.500 euro) è stata così impiegata per l’acquisto dei defibrillatori semiautomatici di ultima generazione donati alla comunità amanteana: uno, grazie alla disponibilità del parroco don Apollinaris, verrà allocato all’interno della Chiesa di Campora e l’altro farà parte delle dotazioni della pattuglia dei vigili urbani, così da poter essere all’occorrenza utilizzato sull’intero territorio ed in particolare in occasione delle manifestazioni e degli eventi cittadini.
Grazie alla sensibilità del sindaco e del comandante Caruso, l’intero organico dei vigili urbani verrà avviato alla frequenza di uno specifico corso presso il servizio 118 di Cosenza che abiliterà gli agenti all’impiego dei defibrillatori.
A conclusione della cerimonia, i genitori di Francesco hanno inteso pubblicamente ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al progetto consentendo l’acquisto dei defibrillatori utili a salvare vite umane. Una nobile iniziativa in ricordo di Francesco Curcio e Sara Cannata, due ragazzi che si amavano e che a distanza di un mese l’uno dall’altra hanno deciso di salire alla Casa del Padre per vegliare dall’alto sui loro amici e parenti.