Piazza De Nava, scongiurato snaturamento ma ancora sospesi i finanziamenti
"A seguito dell’esito positivo delle azioni che hanno scongiurato il pericolo della realizzazione del progetto Di Battista, il quale avrebbe alterato pesantemente Piazza De Nava e ricavato un ipogeo distruttivo della configurazione archeologica del sottosuolo, le Associazioni culturali reggine e dell’hinterland, dietro invito delle istituzioni regionali nell’ottobre 2013, hanno elaborato proposte di lineamenti progettuali e metodologici, ai fini di consentire una ri-partenza corretta e di congruo livello degli interventi riguardanti le aree di gravitazione del Museo stesso, ben consapevoli di non dover perdere i finanziamenti POIN assegnati e da impegnare improrogabilmente entro la fine di aprile 2014". E' quanto si legge in una nota del comitato promotore che racchiude numerose associazioni reggine.
"Le proposte progettuali - continua la nota - indicate come Linee Guida elaborate dai tecnici ed esperti delegati dalle Associazioni sono state: Riqualificazione di piazza de Nava; Realizzazione di innovazioni tecnologiche nell’area museale; Realizzazione di un’area coperta espositiva e di accoglienza; Riqualificazione delle strade adiacenti al museo; Realizzazione di un plesso polivalente auditorium/multimedia; Realizzazione di un percorso archeologico-storico-artistico; Recupero ed utilizzo pubblico ai fini museali del roof garden.
Nel quadro dell’obiettivo primario, previsto dalle Linee Guida, di valorizzazione e integrazione del Museo come polo e attrattore culturale reggino, è stato ritenuto indispensabile che la Piazza De Nava, rappresentando una risorsa di valore storico e urbanistico, non debba essere stravolta, ma riqualificata, mantenendo intatte le sue caratteristiche urbane come ultime pregevoli testimonianze del passato storico di Reggio.
A tutt’oggi, le Associazioni coinvolte nelle azioni di tutela della città, riscontrano che le Linee Guida elaborate e inviate a stretto giro, a tutti gli Organi Istituzionali interessati, risultano ignorate. E intravedono il pericolo che nuovi progetti promuovano alterazioni sostanziali di questa e di altre aree della città che anziché ristrutturate vanno incontro a demolizioni e manipolazioni invasive in nome di una modernizzazione retorica e astratta che fa piazza pulita delle stratificazioni storiche dei centri urbani.
Questo orientamento demolitorio non è sostenuto dal consesso delle voci più autorevoli dell’architettura e dell’urbanistica contemporanea che in sintesi esprimono così il loro pensiero: La città del futuro non spreca nulla delle sue risorse, si assegna dei limiti pur essendo creativa, consolida il costruito e fa manutenzione con fantasia e attenzione alla bellezza, rispetta e armonizza le stratificazioni in quanto consistenze antropologiche, quando non siano realtà non riqualificabili.
Diventa indispensabile quindi doversi ancora impegnare per contrastare progetti che disturbano e distruggono quelle aree della città che rappresentano risorse urbane di qualità, da tutelare e salvaguardare e che non possono assolutamente subire alterazioni sostanziali pena la perdita di testimonianze e documenti urbani delle nostre storiche preesistenze , per la città di Reggio particolarmente importanti.
Con questo principio e obiettivo le Associazioni sono intervenute anche su un altro contesto delicato e importante della città, l’area del Lido Comunale, scongiurando il pericolo della demolizione di tutto il complesso delle cabine, prevista da un progetto che non teneva conto delle prescrizioni della Soprintendenza dei B.A.P. di Reggio C. espresse con chiarezza nel Bando di Concorso, nel Disciplinare di gara, nel Progetto Preliminare. Ma anche e soprattutto del valore artistico racchiuso nella ideazione di P. Luigi Nervi e dello Studio Laface, e del legame affettivo che ogni cittadino di Reggio mantiene nei suoi ricordi con quel manufatto (basti ricordare la celebre Promenade). Adesso la palla ritorna ai Commissari che non potranno scaricare i ritardi sul parere del Ministero, pervenuto in tempo record, e dovranno attivarsi o a fare modificare il progetto Arena o a passare ai successivi classificati che avevano correttamente interpretato le richieste del bando.
Si auspica che anche altre associazioni si uniscano in queste iniziative al fine di raggiungere la maggior efficacia persuasiva per una risarcitoria re-impostazione della progettazione urbana come pianificazione non particellare ma di “sistema”, che si proietti nel futuro ristrutturando l’esistente, che conferisca bellezza e dimensione umana ai manufatti e alle aree degradate, che progetti in maniera ecosostenibile considerando le condizioni in trasformazione dello stato politico, sociale, ambientale.
Essendo tematiche che necessitano di peculiari competenze per essere affrontate e per farne misurare ai cittadini l’importanza e la distanza culturale che le separano da pregiudizi devastanti diffusi in materia, e da ogni enfasi localistica che possa intorbidare idee e metodologie, occorre altresì tenere aperti canali permanenti e incrociati di informazione pubblica mirata a fare rispettare e ri-conoscere i valori urbani, dell’architettura e del paesaggio reggini, oltre a quelli simbolici, immaginativi e di memoria per evitare nuovi scempi nella città.
In coerenza con la raccolta di firme a suo tempo espletata per un referendum e depositata, a tutela degli interessi della città, si auspica un’azione collettiva pressoria e persuasiva nei confronti degli organi decisori: commissari, soprintendenza, direzione regionale, organi centrali del ministero dei beni e delle attività culturali, regione Calabria".