FdI: per la classe politica calabrese nessuna voglia di abbandonare la poltrona
“Ciò che si sta verificando in Calabria è un qualcosa di indegno. Non si trovano aggettivi per qualificare, ormai, questa classe politica. Un dato chiaro, peraltro, esiste: "non c'è nessuna intenzione di mollare la poltrona".
E’ ciò che dichiarano Ernesto Rapani componente della Direzione Nazionale di Fdi-An e Gianfranco Turino Portavoce Regionale del medesimo partito politico.
“Un principio, questo, che smaschera l'appartenenza di partito e che cancella centro-destra e centro-sinistra rendendo tutti i consiglieri uguali, uniti idealmente da uno stesso colore politico che li accomuna verso un unico obiettivo: rimanere in carica, ancora per pochi mesi, fino a fine mandato, solo per non perdere l'indennità, perché altrimenti non saprebbero cosa fare.
Ecco perché abbiamo sempre espresso contrarietà nei confronti di questi “mestieranti” della politica. Quale sarebbe, altrimenti, il motivo per cui un consiglio debba ritenere inefficaci le dimissioni di un presidente se non per l'attaccamento alla poltrona? Perché si cerca di discutere con troppa sottigliezza circa l'efficacia della data? Continuano a domandarsi se debba essere quella della sentenza, quella delle dimissioni o quella del decreto di decadenza, perché? Forse perché si ha intenzione di continuare a sgovernare questa regione così come hanno fatto dal 2009 ad oggi? No!
Unico e solo motivo è la certezza che questi signori non verranno più votati per il prossimo futuro. Pertanto, cercano di andare avanti il più possibile con la speranza di sistemare qualcosa rimasta in sospeso, non sapendo che ogni atto prodotto potrebbe essere dichiarato nullo per vizi di illegittimità.
Trovo alquanto ridicolo l'appello di Canale, - chiosa Rapani - che, invece di imporre le dimissioni ai propri gruppi di appartenenza ed alla totalità della maggioranza consiliare, per far indire immediatamente le nuove elezioni e dare la possibilità ai calabresi di essere governati da un governo legittimo, striglia il presidente del consiglio per convocare l'assise. A quale proposito? Questo, non ci è dato sapere.
Questi sono, in realtà, atteggiamenti politici e della politica che serviranno solo ad incentivare la percentuale del voto di protesta e che faranno crescere a dismisura l'antipolitica con tutti i rischi che potrebbero comportare".