Emergenza maltempo a Bagnara, intervista ad Imbesi (Maoxseddd)
Intervista al segretario generale nazionale del Maoxseddd, Antonello Imbesi:
Dott. Imbesi, da fonti stampa si è appreso che il Sindaco di Bagnara Cesare Zappia, in questi giorni di emergenza maltempo che vive Bagnara sta seguendo passo dopo passo l’evoluzione della situazione, interloquendo con la sala operativa regionale della Protezione Civile e allertando Carabinieri, Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza per l’incolumità dei cittadini e la sicurezza del territorio. Qual’ è la sua opinione al riguardo?
Premettendo che nessuno ha mai messo in discussione la presenza del Sindaco Zappia sul territorio di Bagnara, è mio dovere, tuttavia, sottolineare che il verbo allertare significa ben altro.
Allertare vuol dire attivare nella sua completezza e integrità il C.O.C., ossia quell’organismo straordinario la cui attuazione compete in via esclusiva al Sindaco, “unica autorità comunale di Protezione Civile”, e che racchiude, come da Protocollo, tutte le componenti territoriali, tra cui le Associazioni di Protezione Civile con i loro Uomini e mezzi, e che entra in funzione in situazione di emergenza, per la gestione, la direzione e il coordinamento delle relative attività.
Quindi, secondo Lei, potremmo parlare di un’attivazione incompleta del C.O.C.?
Senza ombra di dubbio. Abbiamo assistito, seppure inspiegabilmente, ad un’attivazione del tutto parziale del C.O.C., che, se innescato, invece, interamente, avrebbe certamente chiamato a sè Associazioni di Protezione Civile, e, quindi, Uomini e Mezzi che, in maniera unanime ed efficace avrebbero risposto al grido di aiuto del territorio di Bagnara.
Ma il Sindaco Zappia, come è emerso da fonti stampa, ha fornito le proprie giustificazioni, secondo le quali Egli non avrebbe ottenuto l’autorizzazione della Provincia, che, una volta interpellata dallo stesso Sindaco, avrebbe risposto che non era necessario allertare il Presidio di Volontari, in ragione dell’assenza dei mezzi meccanici…
Anzitutto, il Sindaco, rappresentando, “ribadisco”, l’unica autorità di Protezione Civile sul territorio comunale, non ha bisogno di chiedere alcuna autorizzazione, come Egli, d’altronde, ben sa, ma deve saper interpretare l’emergenza, ricorrendo, naturalmente, all’ausilio dei componenti della struttura comunale deputata alle funzioni di Protezione Civile e, assumendo, avvalendosi della sua autorità di Sindaco, le opportune decisioni.
Va da sé che se Egli avesse proceduto all’attivazione integrale del C.O.C., si sarebbe verificata, come da Protocollo, l’implicazione spontanea di” Uomini” e “Mezzi”.
Eppure, abbiamo ugualmente assistito all’attivazione, sul territorio di Bagnara, delle Associazioni dei Volontari di Protezione Civile, tra cui i “Volontari Garibaldini del Capitano Ultimo”, che, tra l’altro, fanno capo a Lei e al Maoxseddd (Movimento Associazioni Operatori per la Sicurezza). Come mai?
E’ ovvio, si sono auto allertate, per usare un termine improprio, in quanto si tratta di un compito spettante al Sindaco.
Ma v’è di più. Si sono auto finanziate, per usare un altro termine improprio, in quanto anche gli Enti Locali hanno il dovere di contribuire al loro supporto economico, finanziando le missioni e gli interventi, al fine di consentire alle Associazioni dei Volontari di Protezione Civile di espletare al meglio le iniziative umanitarie sul territorio.
E, invece, come al solito, sono abbandonate a se stesse, dovendo provvedere, persino, autonomamente, al rifornimento di carburante per assolvere decentemente alle loro funzioni di vigilanza del territorio.
Secondo Lei, tutto questo potrebbe essere ascrivibile ad una disorganizzazione della struttura comunale di Protezione Civile di Bagnara?
No. Non si tratta di mera disorganizzazione, ma di assoluta inconsapevolezza del concetto di Protezione Civile.
Si spieghi meglio.
Nel momento in cui un soggetto viene investito del mandato di Sindaco, è ovvio che viene investito, contemporaneamente, nello stesso territorio, dell’autorità di Protezione Civile, autorità che comporta, inevitabilmente, l’acquisizione di quel bagaglio tecnico-culturale in materia di Protezione Civile.
Ora, il più delle volte, ci troviamo di fronte ad una situazione davvero paradossale, per non dire “bizzarra”: quello stesso bagaglio tecnico-culturale, anzichè riconoscerlo, prima che in altri, in un Sindaco, lo individuiamo, invece nel Volontario, per il quale vige l’obbligo di partecipare ai Corsi di Formazione e di Aggiornamento in materia di Protezione Civile.
Ebbene, lo stesso obbligo non sussiste invece per i Sindaci, nonché per gli addetti alla struttura comunale di Protezione civile, che, pertanto, nel momento in cui devono far fronte all’emergenza, dimostrando competenza e preparazione, si trovano completamente sprovvisti delle necessarie cognizioni tecniche e culturali, che gli permetterebbero di cogliere fino in fondo il reale concetto di Protezione Civile e di trasfonderlo sul territorio.
Quindi, se non erro, il Suo è un appello all’estensione dell’obbligo di istituzione dei Corsi di Protezione Civile anche ai Sindaci?
Esatto. Il mio appello è rivolto al Capo di Protezione Civile Nazionale Franco Gabrielli, ai Governi regionali e alle Prefetture affinché prevedano l’obbligo di istituire i Corsi di Formazione e di Aggiornamento in materia anche per i Sindaci nonché per i membri delle strutture interne ai Comuni che coadiuvano costoro nell’espletamento del loro mandato di Protezione Civile, nella radicata convinzione che coloro che non sanno cos’è la Protezione Civile, di conseguenza non potranno mai divenire validi “protettori di civiltà”.