Elezioni provinciali, Greco (idm): “Democrazia che procede per nomine da reality show”
“Il 12 ottobre, per la prima volta nella storia del nostro Paese, si procederà ad eleggere i nuovi Consigli provinciali attraverso un’elezione di secondo livello. Quanti gioivano per la cancellazione delle province rimarranno delusi: le province ci sono e i politici pure, ma a sceglierli, invece dei cittadini, saranno altri politici. E buonanotte alla democrazia.” A dichiararlo è Orlandino Greco, leader del movimento L’Italia del Meridione.
“Quella di evitare delle elezioni dirette per la scelta dei rappresentanti provinciali è un’indicazione pericolosa, che lascia presagire una deriva antidemocratica del nostro Paese. E’ una tendenza questa che, a quanto pare, troverà concretezza anche nel nuovo senato; anche in quel caso, infatti, ad eleggere i nuovi senatori non saranno più i cittadini, ma altri politici. Dalla luce delle piazze, della democrazia partecipativa, dei dibattiti e degli scontri ideali, si passerà, per la selezione della nuova classe politica, alle tetre stanze delle segreterie di partito, tra larghe e striminzite intese, tra inganni e grandi accordi.
Ogni decisione passerà sopra la testa dei cittadini, senza che gli stessi possano far nulla per impedirlo. E’ vero, i nuovi consiglieri provinciali e i nuovi senatori non riceveranno lo stipendio, ma esattamente chi e cosa rappresenteranno? E’ facile pensare che sia strumentale per loro rappresentare gli interessi dei segretari di partito e non quelli dei cittadini, considerato che questi ultimi non potranno in alcun modo interferire con una loro possibile rielezione. C’è poi da chiedersi se i consiglieri provinciali e i senatori, che ricopriranno almeno due incarichi istituzionali, saranno in grado di mantenere la stessa soglia di attenzione su entrambi i territori che saranno chiamati ad amministrare.
Ci troviamo in una democrazia che procede per nomine, come in un grande reality show, ma di mezzo non ci sono grandi case o isole sperdute nell’oceano. Ci sono le comunità, i territori, il futuro delle nuove generazioni. Il Governo deve necessariamente invertire questa tendenza centralista che rischia di indebolire la pluralità e l’assetto democratico del nostro Paese. Se quanto definito per il senato e per le elezioni provinciali dovesse allargarsi ad altre istituzioni, l’Italia diverrebbe una vera e propria un’oligarchia. Il passo sarà poi breve per un solo uomo al comando.”