Precari sulla manifestazione di protesta del 1° ottobre
“Per l’ennesima volta noi lavoratori in mobilità di tutta la Calabria il 1° ottobre 2014 saremo nelle piazze di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza, insieme ai sindacati ed a tutti i lavoratori precari, per rivendicare i nostri diritti e per chiedere, dopo ormai troppi anni, una soluzione definitiva alla nostra vertenza”. E’ quanto sostengono i Lavoratori e lavoratrici in mobilità (in deroga) Regione Calabria.
“Tutti i 30.000 lavoratori in mobilità calabresi – continua la nota - hanno lavorato per molti anni nelle fabbriche, negli uffici, nei call-center, nei servizi socio-sanitari all’interno di aziende piccole, medie e grandi, prima che l’attuale crisi, nel giro di pochi mesi, li lasciasse a casa in mobilità, in attesa di essere ricollocati in altra attività lavorativa.
Per troppi anni abbiamo aspettato una risposta positiva, per troppi anni i responsabili ed politici di turno ci hanno preso in giro promettendo un ricollocamento lavorativo, per troppi anni siamo andati a votare in elezioni amministrative, regionali e politiche, sperando in una soluzione, per troppi anni abbiamo visto colleghi sfrattati come bestie dalla loro umile ma dignitosa casa per trovare rifugio da parenti e amici, per troppi anni i nostri familiari ci hanno chiesto “ma vi pagano?”, “ma il lavoro ve lo danno di nuovo?”, “e questo mese come facciamo a tirare avanti?”, “ma i libri della scuola per i figli come li compriamo?”, “e la spesa?”.
Ora abbiamo deciso di dire basta!
Saremo in piazza il 1° ottobre più incazzati che mai, non garantendo neanche di essere in grado di controllare le nostre emozioni e, di conseguenza, nemmeno i nostri comportamenti.
Sappiamo solo quello che chiediamo ai politici regionali e nazionali, che dovranno decidere in fretta sulle nostre richieste: il pagamento delle misere spettanze, alle quali di solito viene pure sottratta quasi un quarto di IRPEF (altro che gli 80 euro di renziana memoria!), ferme ad ottobre 2013; il preseguimento della mobilità in deroga per tutti i lavoratori, fino a nuova ricollocazione lavorativa, per l’anno in corso e per quello seguente; e, last but not least (come dicono gli inglesi), il punto per noi più importante, e pure per la nostra Carta Costituzionale, un lavoro!”