Retweet > Più di un prelato di quelli seri, che la loro non si può riferire col nome capitale invidia, la chiamavano sprezzantemente ‘Sciacquì’ con velonosa ironia e allusiva pronuncia. E poi biascicavano distaccati e clementi: una brava ragazza, priva di competenze tecniche e di esperienze di vita e di lavoro e quindi facile vittima di giochi e di interessi più grandi di lei. Ma ciò la rendeva tanto inconsapevole quanto utile per gli autori di Vatileaks. Si riferivano al fatto che la ‘Sciacquì’ (Chaouqui) era stata molto attiva nelle presentazioni del libro di Gianluigi Nuzzi «Sua Santità» che aveva pubblicato le carte trafugate dal maggiordomo del Papa Benedetto, anche presso lo studio professionale dove un tempo lavorava. Le gerarchie vaticane scoprirono i tweet infanganti di Francesca ‘Sciacquì’ Chaoqui solo poco prima della nomina della pr nella Commissione referente sui dicasteri economici della Santa Sede. E, raccontava un cardinale, che uno stretto collaboratore del Segretario di Stato, avrebbe giudicato che era ormai troppo tardi per fermare quella scelta finita sul tavolo del Papa. >
Vito Barresi | Direttore di CAMBIO
Sarà stata pure una ‘bella gatta’ da pelare fin dal primo giorno della sua nomina ufficiale, quando nel suo chirografo, Papa Francesco gli assegnò il compito di cooperare con il Consiglio dei cardinali “elaborando soluzioni strategiche di miglioramento, atte ad evitare dispendi di risorse economiche, a favorire la trasparenza nei processi di acquisizione di beni e servizi, a perfezionare l’amministrazione del patrimonio mobiliare e immobiliare, ad operare con sempre maggiore prudenza in ambito finanziario, ad assicurare una corretta applicazione dei principi contabili ed a garantire assistenza sanitaria e previdenza sociale a tutti gli aventi diritto”, ma adesso che tutto è finito per la bella Mata Hari Calabrese venuta dal ‘nulla’ e per un istante scomparsa nelle segrete vaticane, l’Oltretevere è davvero diventato off limits, dopo il suo arresto effettuato dalla polizia pontificia.
Secondo quanto diramato in Sala stampa vaticana, l’indagine di polizia giudiziaria è stata portata a termine dalla Gendarmeria vaticana nel giro di pochi mesi, in base a specifici indizi di reato quali la sottrazione e la divulgazione di notizie e documenti riservati. Un week end a San Pietro colorato di giallo nel corso del quale si è svolto un bliz nei confronti di due persone fermate e immediatamente interrogate sulla base delle prove in mano agli inquirenti papalini. Nel commissariato delle guardie svizzere sono stati condotti prima monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, e poi Francesca Chaouqui, che in tempi recenti erano stati rispettivamente segretario e membro della Cosea (Commissione referente di studio e indirizzo sull’Organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede, istituita dal Papa nel luglio 2013).
Dopo gli interrogatori il prelato e la donna sono stati messi in stato di arresto, ponendo successivamente in stato di libertà la Dott.ssa Chaouqui, nei confronti della quale non sono più state ravvisate esigenze cautelari, anche a motivo della sua collaborazione alle indagini.
A convincere l’ingenuo papa Francesco a nominarla nella commissione pontificia incaricata del riordino delle amministrazioni vaticane, con diritto di accesso a tutte la carte riservate, fu il segretario e factotum della commissione stessa, il monsignore spagnolo Lucio Vallejo Balda, membro del ramo sacerdotale dell'Opus Dei. La stessa Chaouqui descriveva Vallejo Balda come il suo scopritore e pigmaglione. Tra loro c’era un’evidente familiarità segnalata spesso dalle cronache mondane capitoline come quando vennero intravisti a uno spettacolo dato al Teatro Parioli di Roma dal titolo: "Colpevole o innocente? Sir Winston Churchill".
A recitare la parte di Marion Holmes, segretaria dello statista inglese, era lei, Chaouqui, acconciata da attricetta britannica. Mentre oltre il sipario e nel foyer c'era un euforico Vallejo Balda, immortalato dall'obiettivo del gran reporter Pizzi proprio al fianco della sua protetta.
Suscitò scalpore il party dato su una terrazzo vaticano, buffet da 18 mila euro offerto da due società (il fondo sanitario Assidai e la società petrolifera Medoilgas), organizzato per 150-200 "fedeli" super selezionati per portafoglio e potere a cui parteciparono Bruno Vespa e il braccio destro di Renzi Marco Carrai, il presidente dello Ior Ernst von Freyberg e altri 150 vip che guardarano la plebe cattolica dei poveri fedeli dall’alto del magnifico palazzo della Prefettura degli Affari Economici, accolti dalla bella e misteriosa anfitrione Francesca Chaouqui, la giovane lobbista, nell’epoca in cui la trentenne e travolgente calabresella era solita avvertire e redarguire i suoi detrattori e nemici che ‘chi metteva in discussione lei, metteva in discussione il Papa, essendo difficile che qualcuno potesse mettere in discussione un atto di una tale forza’ come quello della sua nomina. Certa di essere nel mirino dell’ex segretario di Stato Bertone, soggetto dei suoi messaggi sul web («è un corrotto») anche se lei più volte mantenne un atteggiamento di ambigua doppiezza affermando altrimenti di «essere fedele al cardinale Bertone» e raccontando in varie stanze vaticane che «tutto ciò che si dice su di lei è falso, frutto di un attacco mirato a screditarla».
L’uccellina che cinguetteva spesso si è sempre dichiarata oggetto di «manipolazioni della stampa e di fotomontaggi creati ad arte per colpirla». Anche se aveva ammesso ad alcuni intimi di conoscere bene quei cinguettii, definendoli dellle «cretinate di un anno fa». Poi un'altra versione, riferita all'Ansa: «Il mio account Twitter era usato anche da altre persone».
Chi ama scavare tra i vecchi ritagli troverà tra le altre una deliziosa missiva al profumo d’incenso scritta e imbucata da un galantuomo d’altri tempi che con sapida prosa commentava un suo scritto apparso su un ebdomadario romano. Una lettera che a suo dire avrebbe potuto intitolarsi "Autobiografia di una giovane paracula". Tutto sembrava davvero lo sbalzo aggiornato, la fiction reale di un meraviglioso e avvincente libretto d’opera scritto dal Da Ponte, musicato dal geniale e magistrale Amedeo Mozart, Così Fan Tutte, La finta Giardiniera, a tener conto delle innumirevoli e molteplici liaisons della ‘calabrisella’ con il potere romano e vaticano. Quanto alle logge segrete, alle compiaciute amicizie con l'Opus, affermare che non sia stata numeraria è scoprire il catalogo di Don Giovanni essendo la madamina felicemente coniugata.
Che strano! Sembra quasi di rivedere una scena storica, un primo piano dell’arcivescovo di Salisburgo Mons. Colloredo con la faccia di Bergoglio, proprio quando disse al suo camerlengo, in un ultimo, teso colloquio, lo spazientito conte Arco, di buttare letteralmente fuori Mozart con una pedata nel fondoschiena.
The 'Calabrisella' Francesca Chaouqui arrested at the Vatican between prelates and party with celebrities. More than a prelate of the serious ones, that they can not report the name capital envy, contemptuously called 'rinse' with velonosa irony and allusion pronunciation. And then they mumbled detached and lenient: a good girl, with no technical skills and experience of living and working and therefore easy victims of games and larger interests of her. But what made it so unconscious as useful for the authors of Vatileaks. They referred to the fact that the 'Rinse' (Chaouqui) had been very active in the presentation of the book by Gianluigi Nuzzi "His Holiness" which had published the papers stolen by Benedict's butler, even at the professional studio where once worked. The Vatican hierarchy discovered tweets infanganti Francesca 'rinse' Chaoqui only shortly before the appointment of the Commission representative pr on economic ministries of the Holy See. And, he told a cardinal, that a close aide of the Secretary of State, would judge that it was too late to stop the choice on the table over the Pope.