Cosa ci faceva un rappresentante del Ministero dei beni archeologici e culturali al Comune di Crotone intorno a mezzogiorno di ieri?
Il pensiero va subito ai lavori in corso allo stadio Ezio Scida, soggetti alle dure prescrizioni imposte dalla Soprintendenza archeologica, e che stanno tenendo ancora con il fiato sospeso un’intera città, non solo i tifosi più accaniti della formazione pitagorica, al suo primo anno in Serie A.
In realtà è confermato che poche ore prima di essere in Comune, gli ispettori inviati dal ministro Dario Franceschini, erano sul cantiere dell’impianto sportivo. I tecnici della Soprintendenza avrebbero rassicurato sul rispetto delle stesse prescrizioni imposte alla presenza del sindaco, Ugo Pugliese, che a sua volta ha confermato nuovamente la tempistica dei lavori che dovrebbero prevedere, stando al cronoprogramma già stilato, la disponibilità dello stadio per il prossimo 18 settembre.
Dal Comune, però, e per ora, bocche cucite o, meglio, sigillate sul motivo e, soprattutto, sull’esito della visita della rappresentanza ministeriale il cui repentino arrivo a Crotone sarebbe da attribuire a ben quattro denunce, in termini archeologici, partite da alcune associazioni cittadine, ed una delle quali ha riguardato proprio lo stadio.
Non ci è stato possibile avere delle conferme ufficiali dai diretti interessati poiché i telefoni dei rappresentanti dell’Esecutivo sono rimasti muti. Intanto cresce l’attesa e, a questo punto, s’affaccia anche un filo d’ansia per l’esordio allo “Scida”, anche perché, visto l’esito dei primi match, il ritorno a casa della squadra è più che mai urgente.