Migranti con i Braccialetti Gialli sulla tolda della Samuel Beckett, aspettando Godot


Vito Barresi
Cambio Quotidiano Social


Appollaiati sul ponte, a prua e a poppa del pattugliatore Samuel Beckett, la prima nave che prese il nome di un grande scrittore, sotto la bandiera dell’Irish Naval Service, sono in molti, quasi tutti di colore, rifugiati, migranti, profughi richiedenti asilo, ad aspettare in silenzio e immobili come statue di ebano lo sbarco previsto per le 14 pomeridiane sul porto di Crotone, proprio al centro del Mar Jonio, margine sud del Golfo di Taranto. Sulla pelle nera, che brilla come luce africana, accarezzata da una mescola di brezza marina e aria mite e pulita, sotto un sole d’ottobre che odora di vendemmia, spicca l’arco di tanti braccialetti gialli, clippati, griffati, sul braccio sinistro dei naviganti d’occasione e su altri, invece, il segno di un braccialetto rosso, per indicare chi e che cosa ancora non si sa. Forse il segnale della loro richiesta di accoglienza, un sigillo che classifica l’Asylum, si spera non gli stessi aboliti qualche mese fa a Cardiff, i braccialetti di plastica rossa imposti ai richiedenti asilo in Galles, per poter ricevere i pasti. O quelli della frontiera slovena, ungherese e austriaca dove chi dichiara una falsa nazionalità o presenta documenti falsi riceve un bracciale rosso per essere riconsegnato alle autorità slovene, nel mentre chi è a posto prende un bracciale giallo, lasciapassare per la Germania, per i centri di accoglienza in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato. Il periplo azzurro di sofferenze e attese, promesse e violenze, notti di speranza e di paura, si conclude in questo antico porto del Mediterraneo, al colmo del Capo Lacinio che i Romani non potevano oltrepassare prima delle guerre pirriche. Un viaggio in Italia senza letterati croceristi, se non più umili annalisti di bordo che registrano burocraticamente con numeri e statistiche i loro dati anagrafici, le provenienze etniche, le nazionalità certificate, i senza documenti, apolidi e clandestini che si affacciano sul limite della bella Italia che non li aspetta, li guarda a distanza, li tratta più o meno come una merce di scambio, un oggetto ben identificato della politica dei governi nazionali, europei, internazionali.


Tuttavia adesso è la volta di cogliere, in questo giovedì 6 ottobre di Mezzogiorno italiano, lo sbalzo cromatico del braccialetto giallo giustapposto, quasi fosse il ‘nuovo look del profugo e del migrante’, sul tessuto skin di giovanissimi africani in salute. Una moltitudine di uomini e donne selettivamente dislocata e alloggiata per un determinato numero di ore previsto dalle ordinare operazioni di salvataggio umanitario, su una nave militare che non andrà alla deriva come gli orribili barconi dei pirati e dei predoni di nuovi schiavi. Un imbarcazione solida, stabile, armata e turrita su cui i marinai graduati ordinatamente classificheranno la sconosciuta e informe folla migrante, per trattarla al primo front-office di una nuova dimensione identitaria, giuridicamente e culturalmente diversa dal loro passato.

Così, sotto il perfetto comando delle nuove politiche sui flussi migratori, contro ogni logica insensata dei respingimenti, si attiua la pianificazione di un controllo integrale dei flussi d’ingresso. Il miracolo che lascia stupiti anche i migranti è farli uscire dalle acque oscure del crimine e dell’illegalità internazionale, per farli entrare in quelle certe e sicure della legge italiana ed europea. E’ un operazione non tanto materiale, di prima necessità, di soccorso in mare, ma soprattutto psicologica. Con le illusioni che tutto ciò comporta, gli abbagli culturali e le insolazioni mentali, che purtroppo se ne producono.

Che avviene semplicemente allo sbarco, quando sulla nave ci sono tutti che aspettano di scendere e sulla banchina un mondo impegnato nella sacrosanta crociata dell’accoglienza. Il primo step è semplice, identico a quello con cui nelle vecchie società agrarie si distingueva il grano dall’oglio, cominciando a sgretolare la massa intera, sfasciando l’atmosfera calafata dei nuovi Ulisse, l’epica del tragitto e della rotta, tutte intese come episodio e vicenda di un vissuto omerico storico. Per noi che lo vediamo al primo impatto, al momento del concreto incontro delle civiltà, dispiegarsi in pochi istanti sulla riva sud, non è la stessa cosa che rivederlo già mediatizzato e impacchettato nelle trite formule del giornalismo nazionale.

Per noi resta un profondo Es freudiano, un archetipo sconosciuto dell’inconscio collettivo junghiano, il rinnovarsi della buona novella dell’Arca di Noe, un film colossal dei loro ricordi perduti tra maree e mostri marini, l’insegnamento mosaico dei migranti in fuga da un qualsiasi Egitto.

Per poi passare a individualizzarli, uno per uno, ai fini di certificarli con l’ISO della sicurezza, sventando ogni rischio di terrorismo, in breve, sminando una bomba immigrazione intesa come minaccia dell’invasione e pare stiano abbastanza bene.

Con il passare delle ore il ponte di comando, la poppa e la prua, la pancia e la stiva della Samuel Beckett si sono svuotati dell’immenso e inestricabile fardello umanitario con i braccialetti gialli. Gli altri, nei depositi del Mediterraneo, parlando in arabo, almeno per questa notte guarderanno le stelle ‘Aspettando Godot’.


Migrants with Bracelets Yellows on the deck of Samuel Beckett waiting for Godot - Perched on the deck at the bow and stern of the patrol Samuel Beckett, the first ship that took the name of a great writer, under the banner of the Irish Naval Service, are many, almost all color, refugees, migrants, asylum seekers refugees, waiting in silence and properties like ebony statues landing scheduled at 14 pm on the port of Crotone, in the center of the Ionian Sea, the south edge of the Gulf of Taranto . On black leather, which shines like the African light, caressed by a sea breeze mixes and mild, clean air, under an October sun that smells of harvest, stands the Arch of many yellow bracelets, clipped, designer, on the left arm for second-hand sailors and others, however, the sign of a red bracelet, to indicate who and what is not yet known. Perhaps the signal of their request reception, a seal that classifies the Asylum, hopefully the same canceled as a few months ago in Cardiff, the red plastic bracelets imposed on asylum seekers in Wales, in order to receive meals. Or those of the Slovenian border, Hungarian and Austrian where who declares a false nationality or presents false documents receives a red armband to be returned to the Slovenian authorities, while those in place in a yellow armband, pass for Germany, for the centers of reception waiting for the recognition of refugee status. The circumnavigation Blue sufferings and expectations, promises and violence, nights of hope and fear, culminating in this ancient Mediterranean port, at the height of Cape Lacinio that the Romans could not pass before the Pyrrhic War. A trip to Italy without cruise writers, if not the most humble annalists board that record bureaucratically with numbers and statistics with their personal information, ethnic origins, certified nationality, undocumented, stateless persons and illegal bordering the edge of the beautiful Italy that does not wait, watching them from a distance, it treats them more or less as a commodity, a clearly identified object of national, European governments, international politics. - Vito Barresi Daily Social Change