La Migrante Chic sbarcata in Calabria dalla Samuel Beckett

di Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social |

Perché ci fu tanta avversione contro la frase "migrant chic" pronunciata da Anna Wintour per definire una collezione Yeezy Season 3 di Kanye West? Contro la regina di “Vogue”, il web sparò ad altezza donna con commenti micidiali e pressanti richieste di scuse a profughi e migranti che solo per misericordia altrui hanno un cappotto per difendersi dal freddo.


Già, ma che dire se poi la ‘migrant chic’ te la incontri di persona in uno degli ultimi sbarchi su una banchina dismessa del porto industriale di Crotone? Non passa del tutto inosservata, tra i tanti colori di una nera umanità, quell’insieme di negritudine salvata dai naufragi, quasi un soggetto artistico installato su una nave militare, dove sbalza in risalto l’infrazione del costume moderno tra gli stracci tribali, la mitologia dell’ultima moda tra l’estetico e l’opaco, il tocco più immortale della femminilità antica tra i corpi dei vivi e dei morti, le mascherine medico sanitarie salva epidemie e il leggero trucco di kajal?

Ecco, in sintesi, un po’ come scoprire in un luogo che non ti aspetti quale sia faccia a faccia il senso di spaesamento geo-politico ma anche quello della diversità di genere, in tutta la loro apparente contraddittorietà. Come in un icona bizantina post moderna davanti al bel volto solare di una ninfa tra i migranti in fuga dalla disperazione delle loro terre. Filtra nello spietato taglio di luce ottobrina lo sguardo misterioso e senza velo di una donna che resta sconosciuta e senza nome.

A suo modo elegantissima per l’avvenimento, per la situazione, per la location, per il momento che certo non richiederebbe altri particolari garanzie se non gli accessori poveri di un minimalismo umanitario, lei ci appare a babordo nel tono degli abiti e nel tessuto delle stoffe, non solamente come il miraggio in una lunga traversata nel deserto.

La migrante fashion che arrivata in Italia è una vera miss abbronzata dai raggi solari, non certo in ‘crociera’ mediterranea costa a costa. Attenta alle operazioni di attracco, si distingue tra gli altri, ammassati in ogni dove della nave dei profughi, cogliendo l'attimo per un sospiro di serena impazienza prima di toccare terra.

Una principessa in mezzo alle tribù nomadiche in viaggio, una donna, una persona ben connotata tra una moltitudine anonima. Tanta curiosità anche con rapidi accenti critici, di fronte a una migrante, evidentemente, più attraente degli altri, per quel suo modo di portare occhiali scuri griffati, molto adeguati alla passerella della moda che non a quelli della Samuel Beckett.

È altrettanto verosimile intuire che abbia intrapreso il suo viaggio partendo dalla martoriata e non lontanissima Siria. La stessa regione tra Aleppo, Damasco e Latakia, che vide fiorire civiltà ascetiche pronte a riversarsi con flussi migratori verso la Calabria, già nella loro storica età d'oro del monachesimo italo-greco, fra i sec. 9° e 10°.

E lei, così vestita, lascia immaginare una specie rara di monaca laica, una neo-basiliania sbarcata sulla riva sud dell’Europa, tanto scossa dalle migrazioni d’oriente. Pronta a staccarsi dal popolo degli abissi, entra improvvisamente nel nostro mirino per uno scatto in primo piano sul personaggio del mattino. Ha le mani ben curate, le unghie ad arte nail, una passione estremamente moderna, che origina in Asia durante l'età del bronzo, con la decorazione delle unghie per mezzo della tintura all'henné.

Poi un anello d’oro rosso e bianco che esprime, con i suoi particolari intarsi, un valore non di poco conto. E, infine, il braccialetto in pelle intrecciato al polso. Si può pensare che la migrante alla moda, durante la traversata, abbia seguito assorta e incantata, il volo dei migratori in cielo che vanno e vengono dall’Europa all’Asia. Sopra il mare calmo e azzurro, questa fatina immaginava che qualcuno la aspettava sul porto.

E poi… ritrovarsi a volare, capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi emozioni… Infine, senza un filo di trucco, improvvisamente pronta a iniziare una nuova vita.