di Cinzia Romano | Trasferta Libera |
Dalle nostre parti, quando una persona è molto malata, si usa dire “sta muru e muru cu ru spitale” e qualcuno lo diceva anche dei pitagorici che, invece, ieri hanno dimostrato per la settima volta consecutiva di non essere inferiori a nessuno.
Ad essere “muro e muro con l’ospedale” è solo la posizione dello stadio Ezio Scida e non la squadra rossoblù, che contro la Sampdoria non ha fatto notare i 13 punti di distanza in classifica. 4 tiri in porta, 3 assist, 20 palle recuperate, 24 le azioni manovrate e un punto in più, che fa lasciare al Crotone l’ultimo posto in classifica grazie alla differenza reti.
Una squadra compatta e ben organizzata capace di tenere a bada la coppia di attacco della Sampdoria, Quagliarella e Muriel, insieme con 10 gol all’attivo. È il Crotone, che sul finire del primo tempo, riesce a sbloccare il risultato: calcio di punizione battuto da Rosi che sorvola tutta l’area di rigore, salta a vuoto Pereira, una gran botta di sinistro di Palladino, respinta da un bravissimo Puggioni e Falcinelli bravissimo nel calciare di collo pieno e realizzare il gol del momentaneo 1-0.
Nonostante il vantaggio oggi, un Davide Nicola su tutte le furie: al 23’ della ripresa, prima urla contro la panchina per velocizzare Martella nel togliersi la tuta, chiamato a sostituire l’infortunato Meshab; poi, durante i fatidici ultimi dieci minuti, si estrae addirittura la giacca e la scuote animatamente. In sala stampa gli si chiede il perché di tanta veemenza e chiarisce così: “Spesso dimentichiamo la priorità delle cose che è far punti. A me non interessa dimostrare di uscire con un fraseggio mentre sono nella mia metà campo. Siccome sono a distanze siderali qualcosa mi devo inventare. Se avessi un joystick o la possibilità di schiacciare un tastino lo farei. Per quanto riguarda Martella, ormai, si viene in panchina e bisogna mettersi i parastinchi, i cerottini, alzarsi su i calzettoni. Insomma, bisogna essere sicuramente più pronti, ma credo che non fosse facile perché ho chiesto ad un giocatore di entrare a freddo. Non potevo farne a meno, quindi diventava difficile anche essere pronti e entrare subito in partita.”
Il black out dei pitagorici questa volta è dovuto a tutto ciò che gira attorno. Un presagio si era già avuto al 9’ del primo tempo, quando si spengono i cartelloni pubblicitari per 5 minuti.
Ma l’episodio della giornata è sicuramente la lungaggine della sostituzione del terzino rossoblù: sono ben due le volte che il pallone viene messo fuori per permettere l’ingresso in campo di Martella, ma non si è pronti. Finalmente arriva il tabellone della sostituzione tra le mani del quarto ufficiale Carbone, con meraviglia dell’intera tribuna che nota l’assenza del solito competente Valentino Pedullà e quando Cordaz rilancia intenzionalmente in fallo laterale, finalmente al terzo tentativo si ristabilisce la parità numerica in campo e purtroppo anche nel risultato.
Tante sono le proteste da parte dell’intera squadra crotonese che, sulla battuta del fallo laterale, vorrebbero si restituisse il pallone, ma il “fair play” dei blucerchiati non la pensa allo stesso modo. Nonostante i fischi ininterrotti dell’intera tifoseria rossoblù, i giocatori di mister Giampaolo, pensano che gettare continuamente palla fuori dal campo sia solo per perdere del tempo prezioso.
Aldilà di come sia andata l’interpretazione e il comportamento dei doriani, bisogna sottolineare che quello del Crotone è già un campionato iniziato in salita e con tanti e troppi ostacoli da superare quotidianamente. Pertanto è impensabile lasciare per strada punti a causa con una sostituzione durata due infiniti minuti di incertezza nella comunicazione e nel passaggio, al quarto uomo, del tabellone elettronico per la segnalazione del cambio.