Nuovi spazi nel Museo di Crotone: una goccia nel deserto. Aversa: politica dei piccoli passi

5 settembre 2017, 08:14 Il Fatto
Gregorio Aversa

Alla fortezza di epoca medioevale, di Crotone, il 14 agosto sono stati individuati e già assegnati degli spazi da adibire ad ufficio per la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio. Il Castello di Carlo V, di proprietà del demanio, risolve un problema che sembrava di difficile soluzione: liberare alcune aree all’interno del Museo Civico per una maggiore razionalità d’uso della struttura.


di Giuseppe Romano

Spazi che il Comune di Crotone non ha potuto concedere perché non possiede aree di sua pertinenza da poter concedere e che tutte le aree, che dovrebbero essere comunali, sono sottoposte a ristrutturazione, risanamento e quant’altro”, è l’affermazione dell’assessore alla cultura, Antonella Cosentino, alle richieste avanzate dal direttore del Museo, Gregorio Aversa, che esternava sofferenza di spazi.

La disponibilità di questi nuovi locali potrebbe essere considerata una “goccia d’acqua” nel deserto, perché il problema museale è di dimensione ancora più grande e potrebbe interessare solo in parte.

Ne parliamo col Direttore Aversa, che aveva più volte sollecitato incontri per soluzioni di grande interesse per il bene di tutti.

“Siamo contenti di poter approfittare di questa occasione per fare una sorta di riordino dei nostri spazi. Liberiamo Palazzo Morelli sia come Polo che come Sovrintendenza e dovremmo così acquistare opportunità maggiori per essere più incisivi ed efficienti”.

La collaborazione con le Amministrazioni non sembra tanto partecipe e fluida a trovare soluzioni spesso immediate.

“Intanto abbiamo difficoltà nell’attuazione pratica della riforma voluta dal ministro Franceschini, che ci vede coinvolti, perché vi è una certa reticenza da parte della gente a comprende che vi sono due nuovi organismi, oppure siamo noi a non essere riusciti ancora a farlo comprendere. Fatto sta che la Sovrintendenza si occupa di tutela mentre al Polo spetta la valorizzazione. Sono due ambiti distinti e separati, però che devono dialogare anche col territorio”.

È passato un po’ di tempo dall’ultima intervista che ha rilasciato a CN24: cosa è cambiato in positivo e cosa si sarebbe potuto fare di più?

“Grandi stravolgimenti, molto evidenti, non ve ne sono. Però, una politica a piccoli passi ci sta portando a risistemare tante competenze, che ci consentirà di essere più efficaci nella prospettiva di medio e lungo periodo”.

Lei ha tenuto molto alla promozione, cosa ha attenuto?

“Già di recente, nel mese di Agosto, abbiamo realizzato un ciclo d’incontri-conferenze sul tema del patrimonio calabrese: musei e parchi archeologici. È nato quasi per gioco ma ha avuto un riscontro molto positivo. I cittadini crotonesi, e non solo, sono interessati a conoscere il patrimonio di questa nostra realtà, mi riferisco a tutto il Meridione e spetta non solo a noi farla conoscere e promuoverla ma anche ai cittadini stessi. Sono azioni di confronto che potremo e dovremmo ripetere”.

Quale uso si farà delle sale rese libere al Museo?

“Nell’immediato, grazie all’allestimento dell’ufficio scavi, nelle sale del Castello, libereremo, più che sale espositive, stanze uso ufficio e, questo, forse, ci consentirà di realizzare una biblioteca, però è ancora presto per dirlo. Si tratterebbe di una biblioteca a carattere archeologico. Ci terrei, perché, se riuscissimo a fare questa operazione, il Museo potrebbe offrire un servizio in più”.

Luglio e agosto hanno portato a Crotone tanta gente, oltre al rientro degli emigrati. Sono state registrate presenze di visitatori con interessi verso l’archeologia e i beni culturali del territorio?

“Le tendenze sono state, grosso modo, le stesse espresse lo scorso anno. Salvo una leggera flessione nel mese di giugno. Ma a luglio e soprattutto nel mese di agosto si sono registrati parecchi afflussi. Nei soli giorni di ferragosto, dal 14 al 16, abbiamo registrato 1255 visitatori a Capocolonna. Lo stesso non si può dire su Crotone, perché, evidentemente, d’estate viene frequentato più il promontorio, vista la presenza del mare. Però, ugualmente Crotone ha avuto una discreta presenza in quei giorni, pari a 590 persone che, comunque, è un numero ragguardevole”.

Gente che viene da fuori regione o appartenente al territorio?

“Calabresi, ma anche forestieri, soprattutto stranieri. Questo succede tutto l’anno. È una conferma che la Calabria è visitata da turisti che vengono da tutta Europa. È questo un dato positivo da valutare. Dobbiamo solo spingere in questa direzione: aumentare le presenze in questa direzione, nell’interesse della collettività. Lavoriamo per il pubblico. Lavoriamo per la comunità”.