“La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”.
di Sr* l'impertinente
Sono parole che pesano ed appartengono a Giovanni Falcone. E parlando di mafia o, meglio, di ‘ndrangheta ed istituzioni il pensiero va inevitabilmente all'operazione Stige che ieri ha portato in carcere il presidente della Provincia di Crotone, Nicodemo Parrilla, il sindaco di Strongoli Michele Laurenzano ed altri amministratori comunali locali.
Purtroppo, e da quanto è emerso dalle indagini, non solo le istituzioni non si sarebbero battute contro questo fenomeno - come auspicava Falcone - ma sarebbero state totalmente al servizio delle 'ndrine, in alcuni casi perfino intranei.
Uno strapotere, quello della cosca Farao-Marincola di Cirò Marina che, sempre stando alle carte dell'inchiesta ed alle successive dichiarazioni dei magistrati che l'hanno coordinata, nelle ultime elezioni avrebbero potuto contare non solo su uno ma su entrambi i contendenti a sindaco della cittadina costiera.
“La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale
che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà
che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza,
della contiguità e quindi della complicità”. (Paolo Borsellino).
La percezione del fenomeno 'ndrangheta e la sua pervasività in ogni aspetto della società lo testimoniano plasticamente le note di plauso giunte da politici ed istituzioni ad ogni livello.
Nelle stesse, tra ringraziamenti e lodi (talune perfino stucchevoli) indirizzate al procuratore Nicola Gratteri ed agli altri magistrati che hanno collaborato con lui, sembra cogliersi quasi il tentativo di ingraziarseli nel timore che, prima o poi, analogo destino di Parrilla & Company possa toccare a loro.
In generale, poi, sul contenuto delle missive è meglio stendere un velo pietoso: uno stillicidio di luoghi comuni e frasi fatte, tutte uguali di cui, crediamo, anche gli stessi inquirenti a cui sono state indirizzate avrebbero fatto volentieri a meno.
A proposito di magistrati, sempre Borsellino affermava:
“Politica e mafia sono due poteri che vivono
sul controllo dello stesso territorio:
o si fanno la guerra o si mettono d'accordo”.
Su come si dia, invece, poca importanza alle parole, anche su temi così delicati come le infiltrazioni della 'ndrangheta nelle istituzioni, prendiamo ad esempio due note su Stige: l’una del segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno, e l’altra del governatore della Calabria Mario Oliverio.
Dopo le citate lodi e ringraziamenti, Magorno scrive: “L’operazione odierna, infatti, dimostra come tra tutte le mafie nel mondo nessuna è più globalizzata della ‘ndrangheta, non solo come forza criminale o economica, ma per capacità di estensione e radicamento in diverse parti del mondo”.
Gli fa letteralmente eco il presidente Oliverio affermando che “L’operazione di oggi dimostra come tra tutte le mafie nel mondo nessuna appare più globalizzata della ‘ndrangheta, non solo come forza criminale o economica, ma di estensione e radicamento in diverse parti del mondo”.
No! Non è un errore di battitura: hanno scritto esattamente la stessa cosa, e non è la prima volta - come i nostri lettori più affezionati ricorderanno - che le istituzioni ricorrono al copia e incolla, pur avendo a disposizione fior fiori di uffici stampa pagati dai cittadini.
“La mafia non carezzata dall'Autorità, anzi bersagliata da essa, è simile a una pianta priva di luce: intristisce e muore”. (Cesare Mori)
Prendendo in prestito l’affermazione non possiamo non notare però che da queste parti, invece, la mafia sembri più rigogliosa che mai.
Restando invece in tema di dichiarazioni sul blitz di ieri, il capolavoro è stato raggiunto dal coordinamento politico di La Prossima Crotone, che governa la città ed è assai vicino al presidente della Provincia pitagorica: “Non possiamo che manifestare sconcerto per le vicende che hanno coinvolto in modo drammatico il presidente Parrilla. Confidiamo e crediamo nell’operato della magistratura, e riteniamo che Nicodemo Parrilla sarà in grado di dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati”.
Capiamoci: si afferma, cioè, si crede nel lavoro degli inquirenti che accusano il Presidente-Sindaco di cose “tremende” ma anche, ed ancor di più, nell'innocenza di Parrilla. Il che è come dire che se si è certi dell'innocenza di Parrilla i magistrati, allora, si sarebbero praticamente inventati tutto.
Colpisce, poi, in questa nota, l'estrema sinteticità mentre, per rispondere ad altri temi, molto meno rilevanti delle accuse di mafia ad un presidente di Provincia, La Prossima è adusa a inviare pagine sterminate.
“La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro
proliferato per caso su un tessuto sano.
Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori,
complici, informatori, debitori di ogni tipo,
grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata
che appartiene a tutti gli strati della società.
Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra
con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette,
consapevoli o no, volontarie o obbligate,
che spesso godono del consenso della popolazione”.
(Giovanni Falcone)
E come dar torto a Falcone? Soprattutto quando, passando da via Mario Nicoletta nella sede del palazzo della Provincia di Crotone si erge in bella mostra una targhetta con su scritto: “Qui la 'ndrangheta non entra”.
Qualcuno deve essersi distratto nel frattempo ...
* Simbolo dello stronzio