Operazione Stige. Parrilla e l’elezione a Presidente della Provincia con l’aiuto del clan
“… Il dottore … Parrilla … ha lo stesso cervello di Nevio (Siciliani, ndr) … proprio identico … leggero … buono … disponibile … cosi che se ti deve mettere una firma … una cosa … non è che ci pensa due volte …”.
È questo il passaggio di una delle intercettazione telefoniche registrate dagli inquirenti nell’ambito dell’operazione Stige scattata stamani all’alba su ordine della Dda di Catanzaro e che ha portato all’arresto di quasi 170 persone tra presunti appartenenti al clan Farao-Marincola oltre che di esponenti del mondo politico locale.
L’attuale sindaco di Cirò Marina, nonché presidente della Provincia di Crotone, Nicodemo Parrilla, per gli investigatori sarebbe dunque “uno dei rappresentanti della cosca in seno all’amministrazione comunale” della cittadina jonica ed avrebbe goduto del proselitismo ‘ndranghetistico del clan venendo eletto primo cittadino nel corso delle elezioni del 2006 e del 2016.
Anche sulla sua scelta per l’incarico di presidente dell’ente intermedio pitagorico gli investigatori nutrono qualche dubbio: nell’ordinanza di custodia cautelare il magistrato scrive infatti che la scelta del suo nome sarebbe “conseguito per il tramite delle pressioni ‘ndranghetistiche esercitate da Giuseppe Sestito e Francesco Tallarico sui Consiglieri Comunali della Provincia di Crotone, specie su quelli del Comune di Casabona” e, cosa ancora più grave, a Parrilla si contesta di aver “piegato gli incarichi elettivi appena citati per curare gli interessi della consorteria”.
Le connivenze tra la cosca ed esponenti politici locali, nonché l’interesse di quest’ultimi a poter godere dell’appoggio di un’organizzazione ‘ndranghetistica di spessore come quella cirotana, emergerebbero poi e “in maniera prepotente” in un colloquio intercettato in il 22 dicembre del 2016.
Allora fu registrata una conversazione fra Giuseppe Sestito e Antonio Anania, dalla quale sarebbe emerso come Parrila (“in lista per l’elezione, poi avvenuta, a presidente della Provincia di Crotone”) si sarebbe rivolto proprio a Stestito “al quale veniva evidentemente riconosciuta la capacità di poter agire in contigue realtà criminali” scrivono i magistrati, “affinché procurasse voti tra i pubblici amministratori (anche di altri comuni) chiamati ad esprimere la preferenza per l’elezione alla carica di Presidente della Provincia…”
Il 12 gennaio del 2017 Nicodemo Parrilla fu effettivamente infatti eletto presidente della provincia di Crotone con il 62,2 per cento di consensi e l’elezione in questione avvenne come è noto attraverso i voti espressi dai consiglieri delegati dai singoli comuni della provincia.
“Sulla scorta dell’importante momento politico” proseguono gli inquirenti, il 22 dicembre del 2016 e dunque a ridosso della determinazione ufficiale, Parrilla – secondo la tesi accusatoria - avrebbe chiesto l’aiuto della cosca per avvicinare i consiglieri comunali di Casabona, per il tramite di Antonio Anania:
“… Parrilla non ti ha detto niente? ... omissis … Parrilla ti ha detto qualche cosa? ... omissis… Siccome è candidato a Presidente della Provincia…omissis… e l'hanno candidato, mi ha detto, per i consiglieri, ha detto - "Gliel'hai detto? - ho detto - “E ora glielo dico” - qui a Casabona che se vuoi parliamo con coso, hai capito?!...”
Sempre secondo gli inquirenti, ricevuta la richiesta, Giuseppe Sestito, facendo intendere che si sarebbe comunque adoperato, non avrebbe perso occasione per rimarcare come quella non sarebbe stata in realtà la prima richiesta di aiuto già evidentemente soddisfatta “…Sì, ma Parrilla troppe cose vuole fare!...”