Processo Stige, Legambiente chiede di costituirsi parte civile
Legambiente Calabria chiede di costituirsi parte civile nel processo “Stige” per alcuni capi d’accusa, venuti fuori dall’operazione, condotta da Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia e Interpol e che lo scorso 9 gennaio portò all’arresto di 169 persone ritenute tutte riconducibili alla potente cosca di ndrangheta dei Farao-Marincola di Cirò.
“La costituzione è finalizzata ad ottenere l’affermazione della penale responsabilità degli imputati in ordine ai reati a loro ascritti e, conseguentemente, l’integrale risarcimento di tutti i danni morali e materiali derivanti dagli stessi.” Afferma in una nota la stessa Legambiente.
“Tra i molteplici capi di imputazione- aggiunge Legambiente - risultano essere di particolare rilevanza per l’associazione ambientalista la monopolizzazione degli appalti pubblici e privati per il taglio boschivo con l’impiego di metodo mafioso. Il quadro emergente dagli atti processuali, con lo sfruttamento illegale dei boschi, la gestione delle aste boschive delle proprietà forestali pubbliche, il controllo della filiera dei prodotti di origine forestale operate, in maniera organizzata, dalle consorterie criminali anche attraverso la corruzione di funzionari pubblici e la complicità di amministratori locali, delinea un intero territorio sottoposto alla ‘ndrangheta.”
Per Legambiente: “Le risorse naturali ed ambientali della Calabria ed in particolare del Parco della Sila sono state rapinate inquinando la poca economia locale esistente e rendendo imprese all’apparenza sane strumenti idonei ad arricchire ulteriormente l’economia criminale. Illegalità che hanno portato al dissesto idrogeologico, agli incendi del patrimonio boschivo, al consumo di suolo, alla distruzione di biodiversità.”
Legambiente chiarisce che: ”In questi anni è stao denunciato in più occasioni il taglio indiscriminato di aree boscate, l’abusivismo edilizio, il pascolo abusivo, l’utilizzo improprio di beni pubblici nel territorio del Parco Nazionale della Sila chiedendo il ripristino della legalità. Quella legalità che comporterebbe, finalmente, quello sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente che è scopo precipuo dell’attività di Legambiente.”
Altro capo d’imputazione è l’abusivismo edilizio, sul cui aspetto Legambiente si definisce “sempre attenta e vigile vista la costante attività dell’associazione diretta a contrastare gli abusi edilizi al fine di riscattare interi territori e le loro comunità, riportando legalità, sicurezza, bellezza, economia sana e turismo.”
Dato che preoccupa Legambiente Calabria è anche la collusione delle istituzioni, infatti ad oggi altri due Comuni si aggiungono alla lunga lista di quelli sciolti per infiltrazioni mafiose, Casabona e Crucoli, entrambi per l’effetto dell’operazione Stige.
“La costituzione di parte civile –conclude Legambiente - vuole rafforzare il ruolo ed il lavoro della DDA di Catanzaro e sostenere le forze dell’ordine che cercano di difendere la legalità e farla avanzare.”