di Enzo Sculco*
Egregio direttore, ho letto con interesse l’intervista all’ex presidente della Provincia, nonché già consigliere provinciale, nonché già assessore comunale, nonché già consigliere comunale, Sergio Iritale, pubblicata il 12 luglio sulla sua testata e a firma di Giuseppe Romano (LEGGI L'ARTICOLO).
Conoscendo le bizzarrie di Sergio Iritale e le punta di comicità che riesce a raggiungere, quando parte “lancia in resta”, mi sono approcciato alla lettura del pezzo non in solitudine ma insieme e ad alta voce con alcuni amici, anch’essi profondi conoscitori del soggetto.
Durante la lettura in molti, me compreso, è scoppiata una forte ilarità, altri invece si sono stropicciati gli occhi e sturate le orecchie non volendo credere a ciò che stavano leggendo e ascoltando.
E tutti insieme a domandarsi: ma non è Sergio Iritale quello che sta parlando?
Colui che con gli 80 milioni di debiti prodotti alla Provincia di Crotone, i famigerati “derivati”, ha messo in difficoltà drammatiche l’ente intermedio e le sue attività per i prossimi trent’anni a venire?
E questi debiti contratti, com’è noto a tutti, non hanno dato vita a nessuna significativa opera infrastrutturale o di servizio in grado di incidere sulle condizioni del sistema territoriale della Provincia di Crotone o sul suo sviluppo.
Nulla! Flop! Svaniti! Dissolti! Completamente scomparsi!
Dispersi nei soliti mille rivoli della “politichetta di provincia” rivolta allo spicciolo clientelismo elettorale. Una vera e propria magia! Senza avvertire alcuna sentimento di vergogna.
Ancora oggi la Provincia di Crotone, paga questo mutuo di oltre 8 milioni di euro all’anno, mutuo che è la vera ragione della paralisi dell’ente.
Altro che chiacchiere e “fantasticherie programmatiche”. Qui c’è stato il “sodo”!
E tutti insieme ci siamo ancora chiesti: ma non è quell’Iritale di Palazzo Caminiti, del Maggio Crotonese, della Fondazione Odissea, del Mack, di tutto ciò che è ascrivibile al cosiddetto “business della Cultura”, verso il quale ha sempre avuto una speciale predilezione, proprio perché è un attività che non lascia “resti di magazzino”?
Soakro e il suo fallimento, la Società di Servizi, e chi più ne ha più ne metta.
Questo sì che è “un pensiero unico”, anzi un chiodo fisso, una bussola ben saldata nella sua testa, che lo ha guidato in tutti questi lunghi anni.
E poi ci siamo posti, tutti e contemporaneamente, una domanda: come mai Sergio Iritale finisce di ricoprire l’alto incarico di Presidente della Provincia e si candida a “semplice” Consigliere comunale?
Abbiamo, quindi, cercato una risposta, e abbiamo capito che lui ha ripreso nel Comune a lavorare non per Crotone e per i crotonesi ma per sé e solo per sé e al massimo per i propri cari.
E per comprendere ancora meglio, siamo andati a spulciare, abbiamo chiesto informazioni, abbiamo posto alcune domande, ed è venuto fuori che al Consigliere comunale Sergio Iritale è stata concessa dalla precedente amministrazione, la trasformazione dell’aria su via Peppino Impastato (la strada che collega Santa Rita a via Saffo) da piccolo esercizio commerciale ad area su cui ha potuto allocarsi l’Euospin, che com’è noto, non è proprio un “piccolo” negozietto.
E tutto questo è avvenuto con la firma della dirigente Elisabetta Dominjanni e senza passare al vaglio del Consiglio comunale pur essendo una modifica al Piano Regolate vigente.
Altro che chiacchiere e “fantasie programmatiche”! Qua si è lavorato, ancora una volta, per sé e solo per sé e al massimo per i propri cari.
E poi dobbiamo riconoscere che Iritale ha fatto un ottimo lavoro sugli oneri di urbanizzazione della lottizzazione su via Peppino Impastato, e sulla stessa strada, tutte situazioni che bisognerebbe approfondire, chiarire e magari comunicare alla città e ai cittadini, perché sembrano circostanze di una certa gravità e ancora aperte, per le quali i crotonesi potrebbero subire un “salasso” in termini economici.
Su una cosa però dobbiamo dare ragione a Iritale: quando definisce questa Giunta “ingenua”. E sì! Solo una giunta “ingenua” può consentire ad un imprenditore di chiudersi in qualche ufficio comunale, magari alle Attività Produttive, fuori dagli orari di lavoro, e fuori dagli orari di ricevimento del pubblico, tante e tante e tantissime volte, magari forte della propria autorevolezza passata da ex amministratore, a “sbrigare” le proprie faccende e magari a soddisfare i propri desideri e le proprie necessità.
Tutto il resto è noia! Aria fritta, trita e ritrita, tirata fuori alla bisogna, magari al solo scopo di intimidire o distogliere l’attenzione da fatti più importanti e che stanno a cuore ai cittadini.
*Leader dei “Demokratici”
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