“Se un uomo è deciso a dare il massimo di se stesso, non ha tempo da perdere in liti personali. E non può permettersi di addossarsene le eventuali conseguenze, come perdere la calma e il self-control. È meglio cedere il passo a un cane che esserne morsicato per una questione di principio. Anche se lo si ammazzasse, il morso resterebbe”. (Abraham Lincoln)
di Sr* l’impertinente
Se una città ha più problemi (alcuni dei quali anche drammatici) che abitanti, solitamente ed in condizioni normali si cercherebbe di unire tutte le forze per trovare possibili soluzioni e risollevarsi da un limbo complicato, tendente all’inferno.
Tutto ciò accadrebbe, appunto, in una città normale; cioè, una città dove a prevalere è lo spirito civico, il senso di appartenenza e dove tutti sono adusi a remare all'unisono per uscire dalle secche in cui si è finiti.
Ma a Crotone, invece, la musica è diversa. Qui - e non da adesso a dire il vero - è un tutti contro tutti, naturalmente armati, dove ognuno tende a prevalere sull’altro, portando lo scontro agli estremi senza valutare le conseguenze per gli sventurati cittadini.
“Abbiamo la tendenza di pensare che essere in disaccordo significhi automaticamente essere in conflitto, e che un conflitto si concluda con un vincitore e un vinto o, come si dice, con un orgoglio umiliato. Evitiamo di vedere le cose in quest’ottica. Cerchiamo sempre un terreno d’intesa”. (Dalai Lama)
Lo scontro è soprattutto tra il Movimento 5 Stelle e le sue due elette rappresentanti, Margherita Corrado ed Elisabetta Barbuto, ma anche tra sindacati e società partecipate, così come tra partiti o tra la stessa (ipotetica) maggioranza in Consiglio comunale.
Con le parlamentari Pentastellate, più che con i Consiglieri comunali, la querelle è sulla questione di tutte le questioni, quella dello Stadio Ezio Scida, ma anche sul Castello di Carlo V (chiuso per il tenorm), per finire ai lavori nei cantieri o per tacere dell’Antica Kroton.
Si assiste allora ad un diluvio di comunicati: accuse reciproche tra le parti in causa sempre più cruente, toni sempre più elevati, dove a perderci è perfino il senso dell’intervento pur di colpire l’interlocutore con frecciatine velenose.
“Se la politica trascura la condizione e le convinzioni di quelli che sono i destinatari delle sue decisioni, può accadere ed accade che una legge non risolva un conflitto, non lo chiuda, ma lo renda ancora più acuto”. (Stefano Rodotà)
Come se non bastassero gli altri fronti quotidiani adesso se n’è aperto un altro tra una sigla sindacale, la Uil con il suo neo segretario Fabio Tomaino, e il presidente di Congesi, Claudio Liotti. Motivo della contesa il tema del servizio idrico (LEGGI).
Tomaino junior (che è subentrato al padre nella guida del Sindacato) in un’apposita conferenza stampa sulla gestione dello stesso servizio, non ha certo lesinato critiche alla Congesi, in particolare sullo stallo delle morosità e sulle mancate assunzioni.
Per tutta risposta, e con un’altra conferenza convocata ad horas, il Consiglio di Amministrazione della partecipata ha annunciato querela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti della Uil, formulando richiesta di pagamento dei danni morali e materiali.
“Amiamo il dramma. Amiamo il conflitto. Abbiamo bisogno di un demone, o ce ne creeremo uno. Non c'è nulla di male in tutto questo. È solo il modo in cui funzionano gli esseri umani. I pesci devono nuotare, gli uccelli devono volare”. (Chuck Palahniuk)
Sul fronte stadio, intanto, non ha sortito effetto alcuno - come avevamo preventivato - l’incontro promosso dal sindaco Ugo Pugliese su proposta di 41 giornalisti sportivi, ed a cui erano state invitate le rappresentanze istituzionali a tutti i livelli (LEGGI).
Alla fine, infatti, è stata presente solo la Regione, con la padrona di casa Flora Sculco, e l’assessore all’Ambiente, Antonella Rizzo; hanno, invece, disertato l’appuntamento proprio le parlamentari Cinque Stelle, le più attese (LEGGI).
Ed anche qui accuse e repliche in quella che è stata comunque un’occasione mancata di confronto, finita per acuire piuttosto che dirimere conflitti e da cui non è uscita alcuna linea unitaria: una chiacchierata, insomma, senza neanche un documento d’intenti.
“Viviamo in una società angusta, tentando di non entrare in conflitto tra noi, di armonizzare i nostri egoistici interessi per vivere piacevolmente. E tuttavia nel nostro animo vive una segreta insofferenza per questo tipo di morale, soprattutto nei periodi in cui la pace dura da lungo tempo a causa di un governo democratico”. (Yukio Mishima)
Una situazione di marasma dove tutto si confonde ed è poco chiaro nei contorni e dove gli interessi pubblici (così come i servizi) finiscono per l’essere sacrificati all’altare di quelli privati, sempre pronti a sfoderare l’arma del vittimismo.
In generale si tende a dare un significato molto ampio al termine di “interesse pubblico”, quasi costituisca il cosiddetto bene comune. In realtà non sempre è così, come sostengono importanti amministrativisti.
Ciò che in questa città si tende a scordare è che “non necessariamente tutti gli interessi di carattere generale finiscono per essere considerati interessi pubblici e, allo stesso modo, non tutti gli interessi non generali sono automaticamente definibili non pubblici”.
“Conflitti, violenze, odio: quanta responsabilità hanno i registi per ciò che sta accadendo oggi nel mondo? Distruggono il faticoso equilibrio raggiunto dall'umanità, rendendo l'uomo profondamente aggressivo e creando danni inimmaginabili”. (Aleksandr Nikolaevič Sokurov)
Un clima di conflittualità che, ormai, sembra pervadere ogni aspetto della società crotonese, che si sta diffondendo come un virus in modo assai preoccupante e che, soprattutto, non accenna a fermarsi.
Considerato che se questo trend continuerà non si sa neanche le conseguenze a cui condurrà, è forse il caso di darsi una calmata, tutti quanti e nessuno escluso, per riportare al centro le priorità della città?
Bisogna, innanzitutto, interrompere questa pericolosa spirale di conflitti, alimentata ancor di più sui social e che somiglia sempre più all’odio, destinando le energie di tutti a cercare di risolvere i problemi.
“Ogni essere umano vuole vedere riconosciuta davanti agli altri la propria superiorità e poiché tutti vogliamo la stessa cosa il conflitto è inevitabile”. (Georg Wilhelm Friedrich Hegel)
Dopo questa estate - torrida innanzitutto per le polemiche - bisognerà dunque pensare a cosa fare in concreto, perché di tempo ormai non ce n’è più e anche la pazienza dei cittadini è andata ben oltre la riserva.
I contendenti dell’agone politico e non solo, sotterrino le asce di guerra e comincino ad accendere il calumet della pace: altrimenti per Crotone non ci sarà nessun lieto fine.
* Simbolo dello Stronzio