“Eravamo in tre e lavoravamo come un sol uomo. Cioè due di noi poltrivano sempre” (Groucho Marx). In una delle più celebri scene del film “I vitelloni” di Federico Fellini, del 1953, Alberto Sordi si prende gioco dei lavoratori (chiamandoli “lavoratori della massa”), rivolgendo loro il noto “gesto dell’ombrello”, oltre che una sonora pernacchia.
di Sr* l’impertinente
Com’è noto, pochi istanti dopo, i lavoratori si prenderanno poi una rivincita: quando la macchina con a bordo Sordi si fermerà, inseguiranno chi li ha offesi, costringendolo alla fuga a gambe levate con tanto di sonore pedate sul deretano.
Sembra quanto sta accadendo ai giorni nostri con il reuccio della politica crotonese, Enzo Sculco, che ultimamente pare non azzeccarne più una; adesso si mette a litigare con tutti, anche con i lavoratori - in puro stile Albertone nazionale - tacciandoli di inettitudine.
“Mio nonno mi disse una volta che ci sono due tipi di persone: quelli che fanno il lavoro e quelli che si prendono il merito. Mi disse di cercare di essere nel primo gruppo; ci sarà sempre molta meno competizione”. (Indira Gandhi)
All’attacco di Sculco ha replicato la Uil-Fpl, sottolineando come “non è più possibile accettare questo indiscriminato clima di aggressione, di malafede e sospetto che si palesa ogni giorno sia nei confronti dei dipendenti che del loro lavoro”.
Sottolinea la Sigla, inoltre, che “la politica è assente e la macchina potrebbe apparire ingessata da un organo politico che probabilmente mal sopporta il fatto di non riuscire a sostituirsi nella gestione e che non può prevaricare”.
Per il segretario Papaleo “lo stesso Sculco non sa che l’Amministrazione comunale sta solo dimostrando di essere un pessimo datore di lavoro che costringe i suoi dipendenti a rivolgersi al giudice per vedersi pagare ore di straordinario autorizzate”.
Ed ancora, che i cittadini stanno aspettando “inutilmente la riforma della macchina burocratica tanto annunciata in campagna elettorale e, per ora” che si è solo “assistito non al defenestramento di alcuni dirigenti, ma ad un semplice collocamento in pensione, abbondantemente maturata dagli interessati”.
“Non tutti lavorano in ufficio, compresi quelli che ci lavorano”. (Jim Davidson)
Sculco cerca di metterci una pezza ma che spesso è peggiore del buco. Sostiene, infatti, in uno scambio epistolare che “è evidente che l’organico del Comune di Crotone sia del tutto deficitario e gravemente insufficiente in misura tale da compromettere seriamente l’efficienza e l’efficacia della macchina comunale, ridotta al lumicino”.
A suo dire, insomma, bisognerebbe recuperare il “gap di funzionalità che non è certo attribuibile ai singoli dipendenti, ma ad un sistema di regole, di procedure e di modalità antiquate che (…) fanno dire a tutti e senza eccezione alcuna che bisogna mettere mano ed in profondità alla macchina e alla organizzazione pubblica a tutti i livelli”.
Infine il reuccio di via Firenze rivendica che “questa Amministrazione ha assunto diverse unità nel 2017, il massimo possibile sulla base della legge, e nel 2018 sono in procinto di ingresso altre venti unità, tra scorrimento di graduatorie e mobilità esterna”.
Come ribadire che i lavoratori che ci sono servono a poco e che bisogna immettere nuove forze!
“Ogni volta che assegno una carica vacante creo cento scontenti e un ingrato”. (Luigi XIV, Re Sole)
Il grande Blek, in realtà, sembra aver perso il tocco magico: quello, per intenderci, che lo aveva visto maramaldeggiare nelle competizioni elettorali. Ora, invece, quel che gli riesce meglio è litigare o creare un ambiente in cui i litigi sono all’ordine del giorno.
Così, oltre al “bisticcio” con lavoratori e sindacati, litigano all’infinito nella “sua” maggioranza di governo, al Comune di Crotone, con il problema concreto che le “vrasciole” stanno purtroppo finendo rispetto ai pretendenti alle poltrone.
Addirittura competono (sempre sull’orlo della lite) gli assessori della neo Giunta, che non stanno dando il salto di qualità auspicato, con tanto di “cazziatone” dello stesso Sculco, che ha dato loro anche i compitini da fare a casa (LEGGI).
Ed ancora: questo clima conflittuale sembra si sia insinuato anche nell’ambito dei dirigenti - seppur siano ben pochi - che ci sono nell’ente comunale, con ripercussioni sulla tanto enunciata rivoluzione della macchina amministrativa.
“Non siamo mai così tanto disposti a litigare con gli altri, come quando siamo insoddisfatti di noi stessi”. (William Hazlitt)
A ciò s’aggiunga come l’amministrazione del duo delle meraviglie, il Pugliese-Sculco, sia impegnata poi, e con frequenza pressoché quotidiana, in singolar tenzone con le Parlamentari del Movimento 5 Stelle, ree a loro dire di mettere sempre i bastoni tra le ruote.
Litigi perenni anche sulla questione bonifica; su diversi fronti, come la sicurezza dei ponti del territorio e la mancata partenza della raccolta differenziata; battibecchi e scambi di accuse - ancora - con gli ex lavoratori dell’Akros (solo per restare all’ultimo periodo).
Molti i dubbi e rare le certezze in questi due anni di infausta amministrazione del duo Pugliese-Sculco! Ma una di certezze è quantomeno che se tutto il tempo e le energie sprecate finora a litigare, a replicare e controreplicare quasi maniacalmente fossero state invece impiegate con maggior costrutto, almeno un paio di emergenze della città non sarebbero state forse risolte ma almeno rimaste nell’alveo dei normali problemi.
Se continuerà questo andazzo arriverà presto il tempo in cui quelli che erano i sostenitori di “Sculcolandia” (in parte ciò sta già accadendo) riserveranno al grande Blek ed ai suoi accoliti lo stesso trattamento che i lavoratori sentitesi presi per i fondelli riservarono ad Alberto Sordi ne “I vitelloni”.
* Simbolo dello Stronzio