di Vincenzo Calzona*
La foto pubblicata a corredo del vostro articolo di giovedì scorso, dal titolo “Commercianti in crisi all’Assessore Gentile: chiudere l’isola pedonale o chiudere i negozi di Via Veneto?” (LEGGI), rende idea del grado di valorizzazione del centro cittadino inteso da questa Amministrazione che, pure, si dice vicina agli imprenditori.
Infatti sono ormai trascorsi due anni e mezzo da quando si è insediata l'Amministrazione comunale e, personalmente, ma a nome anche di altri colleghi dell'associazione del corso, non solo non ho visto alcun miglioramento straordinario, ma, addirittura, mi pare che si sia peggiorato, ancora, l'ordinario.
Non è stato piazzato un cestino in più, solo due o tre vasi per piante, in stato indecente, e pessimi ed inguardabili new jersey, pure imbrattati e sicuramente più adatti a carreggiate stradali piuttosto che al posto di dissuasori che possono e devono essere più gradevoli nei salotti buoni pur garantendo comunque le stesse prerogative di pubblica sicurezza.
Mi spiace che non si riesca a comprendere quanto siano stremati, letteralmente, gli imprenditori sopravvisuti a dieci anni di recessione tremenda, purtroppo, dai segnali attuali, non ancora conclusasi.
Mi spiace che venga intesa come contestazione “insolente” la richiesta di rappresentare delle motivate e variegate necessità, non più prorogabili, da parte degli ultimi baluardi di presidio civile ed economico dei centri storici di Crotone ma anche di tutto il mondo, che sono i piccoli negozi, oltre a rappresentare memoria collettiva nel caso di quelli storici.
Ed ancora come non registrare la solita presunzione, non esclusiva di questi amministratori, nel non ascoltare i suggerimenti di chi questo centro, questi marciapiedi del corso, delle piazze e delle traverse, li vive e conosce le problematiche da anni, come i piccoli imprenditori.
Come giustificare il disordine della viabilità e dell'organizzazione dei parcheggi, fondamentale per favorire un centro commerciale sicuro e pedonalizzato, dopo però aver guadagnato nei fatti, con investimenti nell'ambito dell'arredo urbano, del verde pubblico e dei servizi essenziali, oltre che di civiltà con la realizzazione di bagni pubblici in più parti, la dignità di Centro.
Solo così l'area pedonale, sperabilmente, dovrebbe aumentare in spazio e non il contrario. Solo così è ancora accettabile un zona pedonale sul corso, altrimenti è e resta un recinto, pure poco gradevole, nel quale chiudere le ultime imprese locali nella loro ormai estenuante quotidianità deprimente.
Questo fino al punto, ormai non molto lontano, di non riuscire a riconosce più il proprio centro storico, fatalmente condannato alla omologazione globale dell'offerta merceologica con le insegne dei franchisor tutte uguali e ripetitive ovunque, e/o luogo di negozi multietnici con negozianti stranieri che venderanno non solo merci cinesi, come ora, ma merci provenienti da altri Paesi che nulla avranno a che fare né con produzioni italiane e neanche più con i distributori, sempre meno Italiani.
Questa è la realtà vissuta, altro sono le chiacchiere e la finta vicinanza o la solidarietà sbandierata pubblicamente ma di fatto negata nei provvedimenti concreti.
Come contestare se i negozianti del centro eccepiscono che la zona ex industriale è ormai una zona commerciale, con i capannoni adibiti a grandi magazzini con un offerta merceologica che, probabilmente, si avvia a superare l'offerta - sicuramente in metri quadrati - dei negozi di dimensioni più piccole del centro e che benché numerosi non riescono a reggere il passo.
Tuttavia il tempo per agire ci potrebbe essere e sta all'Amministrazione mostrare di aver ricevuto il messaggio, vero e proprio Sos dai negozianti del centro storico, ed alla luce della inefficace azione amministrativa - sicuramente nel ramo specifico - dimostri un cambio di passo o si prepari ad accettare le critiche, pure troppo edulcorate fin qui, che arrivano dagli imprenditori che come nel caso della Fiera hanno trovato utile unire tutte le rappresentanze sindacali dei lavoratori autonomi, per manifestare il loro dissenso.
Suggerirei un bagno di umiltà agli amministratori ed anche delle scuse per il ritardo nella azione amministrativa della sua coalizione, ricordando del suo programma elettorale che aveva individuato proprio nella valorizzazione del patrimonio imprenditoriale e nella rigenerazione del centro storico come uno dei punti fondamentali.
Si agisca in fretta: domani possibilmente perché ormai di parole se ne sono fatte tante e gli annunci non valgono nulla. Contano i fatti.
* Presidente Associazione “Corso Vittorio Veneto e Traverse”