Massimo era un uomo, un medico, un imprenditore che non aveva paura. Non aveva paura di ribellarsi, di lottare, di opporsi, di tenere testa anche a chi, in rappresentanza dei poteri governativi centrali e regionali, come l’attuale Commissario alla Sanità Massimo Scura, aveva osteggiato intensamente i suoi progetti di rinnovare il complesso impianto socio sanitario e assistenziale della Calabria e del crotonese.
di Vito Barresi
Il coraggio, il senso umano della sfida, l’abnegazione fino alla morte per il lavoro e il dovere sono stati la cifra della sua personalità, figura di spicco tra le poche eccellenze che hanno scelto di giocare il proprio destino in questa terra relazionalmente complicata e socio economicamente molto vulnerabile e complessa.
Le ultime ore di quest'uomo lasciano pensare. Massimo Marrelli è morto molto umilmente, lavorando sodo, come negli anni Cinquanta, anche di notte, condividendo la 'malasorte' verghiana insieme ad altri tre dipendenti della sua azienda. E' andato via rimanendo tra le persone che più amava, tra i suoi lavoratori, tra 'tre operai', come in un romanzo di Cronin o di Carlo Bernari.
Per come finisce la sua pagina di vita, in una notte di fine ottobre in mezzo ai campi d’argilla inzuppati di pioggia alluvionale (LEGGI), tra i tanti che lo hanno stimato e ammirato nella sua integrale dedizione al giuramento medico, si avverte immensa tristezza, mestizia che sgorga in pianto sommesso, in un profondo turbamento amicale e popolare.
Marrelli, che in questi ultimi anni di attività era diventato il vero antagonista civile del Commissario Regionale alla Sanità, soffriva molto l’incomprensione e l’avversione che si era tenacemente contrapposta alla sua idea forza di impresa sanitaria di successo.
Idea, comunque ispirata alla gestione sana, trasparente, a un efficientismo che con il passare degli anni ha dovuto fare i conti salati con le resistenze delle lobbie politiche e imprenditoriali, con le rendite pubbliche e private, con i potenti gruppi d’interesse che hanno lottizzato la sanità calabrese, stretta tra i poli ospedalieri della Sicilia e della Campania, che ne dominano gli investimenti e ne monopolizzano la spesa, e l’emigrazione sanitaria diretta verso strutture ospedaliere extra regionali, dislocate nelle più importanti regioni del Nord.
Marrelli si è battuto fino allo stremo contro Massimo Scura, talvolta ritrovandosi frainteso in quanto accusato di essere portatore di interessi d’impresa e personali.
Tal altro completamente incompreso dalla politica, sempre tentata di condizionarlo o di strumentalizzarlo, manifestando bisogni e disagi che sono prima di tutto quelli dei malati e dei sempre più maltrattati utenti della sanità crotonese e calabrese.
A tal punto che nella sua ultima estate ebbe a scontrarsi, proprio nella stanza del Commissario con Scura, pesantemente accusato nel corso di un concitato alterco.
“Lei è un bugiardo, un disonesto…” lo incalzava Marrelli, nel mentre Scura abbozzava con un sufficiente “va bene”. “Come va bene?” reagiva il medico crotonese, “se lei è un bugiardo deve dare conto a me e ai cittadini delle sue bugie … Lei mi deve delle risposte, qua non è a casa sua, lei sta svolgendo un ruolo, essendo io uno che ha cercato di fare economia, sistema, qualità, attività sociale, che lei non capisce che cosa significa, allora lei deve dare risposte a me”.
Se e quando sarà opportuno scrivere e raccontare la storia della sanità nella Regione Calabria, sul caso Marrelli bisognerà riflettere e rileggere attentamente episodi, scelte, fatti e comportamenti della politica sia di governo che di opposizione.
Adesso è il tempo dell’amaro silenzio, del compianto e del commiato. Dal mio canto ricorderò Massimo per la sua straordinaria bravura nel saper mettere le mani in bocca ai suoi pazienti.
Irripetibile, unico, ti toglieva la paura del dentista. Mi ricordava la grande lezione di Georg Groddeck, medico dentista e grande psicanalista.
L’identità di un essere umano, come suggerisce la stessa parola, sta nell’arco dentale, identitario. In fondo chi fa il dentista legge ampia parte della biografia profonda del proprio paziente.
Non so se ne fosse consapevole ma praticava questa sensibilità psicologica con rara maestria.
Ha osato sfidare la vecchia logica della professione medica, quasi anarchicamente, battendosi contro ogni sua statalizzazione e dipendenza, innovando profondamente lo stile odontoiatrico in Calabria, implementando questa libertà della professione con uno spirito imprenditoriale originale e rigoroso.
Un medico manager il cui esempio non dovrebbe essere facilmente rimosso, superficialmente archiviato e accantonato. Di lui occorrerà scrivere una ben dettagliata biografia che sia di stimolo e d’esempio per le nuove leve della medicina crotonese e calabrese.
Marrelli, che amava fare la spola fra la sua creatura industriale ‘Dentalia’ e il primo studio nel centro di Crotone, in mezzo alle case popolari degli alluvionati dove era conosciuto e amato, era rimasto in fondo sempre il ragazzo di via Libertà.
Lo stesso quartiere di Crotone dove prima di salpare per il grande successo sul palcoscenico artistico nazionale, ci viveva anche Rino Gaetano.
Adesso che i suoi occhi sono chiusi al mondo, i suoi cari, gli amici e coloro che lo hanno stimato ne rivedono i lampi di dolcezza sentimentale, persino la timidezza ingenua di un sognatore incredibilmente beffato dal fato e dalla sorte.