Nel buio dell’ultima domenica di ottobre, la luce artificiale dei fari dell’Ezio Scida illumina una giornata resa cupa per la tragedia che ha colpito la comunità crotonese, in cui hanno perso la vita il noto imprenditore nonché medico chirurgo Massimo Marrelli e tre operai (Mario Cristofaro, Santo Bruno e Luigi Ennio Colacino). Si gioca la 9° giornata del campionato di serie B e l’FC Crotone, per commemorare le quattro vittime, scende in campo con il lutto al braccio.
di Cinzia Romano
Difficile riuscire a commentare una partita di calcio quando il dolore per la scomparsa di giovani vite coinvolge tutti (LEGGI).
Anche la tifoseria campana, arrivata in massa, espone in curva nord uno striscione di solidarietà: “La morte non ha colore. Vicini alla città di Crotone”. Un gesto che racchiude quanto di più bello c’è nello sport nonostante la storica rivalità tra le due squadre.
Una partita fortemente influenzata anche dal vento di libeccio che nel primo tempo, soffiando a 35 km/h, in più di un’occasione ha messo in difficoltà capitan Cordaz, decisivo nel difendere il risultato.
Nel secondo tempo è Bocalon che al 50’ sblocca la gara sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Con il vento a favore è solo al 66’ che Budimir impensierisce Micai, ma senza successo.
Entrano Crociata e Simy, che all’86’ riesce a riportare il risultato in parità. La reazione del Crotone come al solito arriva troppo tardi, poco per esprimere un calcio di alta classifica.
Prima di iniziare la conferenza dopo partita mister Stroppa dedica un pensiero e abbraccio alle famiglie delle vittime da parte di tutta la squadra, dopodiché i toni cambiano e prendendosi tutte la responsabilità per la mancanza di carattere dei suoi giocatori, afferma:
“Mi sono rotto di vedere gli avversari andare a segno con tanta facilità. Non può una squadra scendere in campo senza attributi. Questa era una partita facile per le tante linee di passaggio concesse dalla Salernitana e con niente potevamo andare in gol. Non è possibile che si inizi a giocare soltanto dopo essere passati in svantaggio. Dopo non so quante palle gol abbiamo create con giocate semplici, poi dovevamo creare gli uno contro uno, a volte non abbiamo messo la gamba, a volte abbiamo perso palla banalmente, a volte non andiamo a saltare di testa, a volte non mettiamo la gamba e non esiste che un mio giocatore possa perdere un contrasto in questa maniera”.
“Poi, negli ultimi venti minuti togli gli attributi e fai la partita che dovresti fare sempre. Ripeto la colpa è solo ed esclusivamente mia, non è neanche una squadra bella perché la bellezza la dovrebbe raggiungere col carattere e la voglia di imporsi. Dimentichiamoci la qualità e iniziamo a fare il campionato di serie B da protagonisti com’è giusto che sia. Adesso vorrei che i ragazzi si scrollassero di dosso i tatticismi e facessero qualcosa di personale, perché la differenza la fa il calciatore, nel dominio della palla, nel fare il passaggio giusto e nel voler imporsi sull’avversario”.
Ad avvalorare le parole del tecnico dei calabresi basta guardare un dato statistico: il Crotone è la squadra che ha segnato più gol nell’ultimo quarto d’ora, ben cinque sui dodici realizzati.
Con delle prestazioni diverse e lo stesso impegno anche solo per 45 minuti a partita, viste le azioni create quando esce fuori la grinta, i rossoblù potrebbero avere anche il triplo dei gol all’attivo.
A questo punto non resta che aspettare il turno infrasettimanale per capire che ruolo avrà il Crotone nel proseguo del campionato.
Una cosa è certa: un ottimo giocatore è un buon giocatore che ha avuto il coraggio di mettersi in gioco e trascinare la squadra verso il successo.