“Dormi sepolto in un campo di grano/ non è la rosa non è il tulipano/ che ti fan veglia dall'ombra dei fossi/ ma sono mille papaveri rossi”. (“La guerra di Piero”, Fabrizio De Andrè)
di Sr* l’impertinente
“C’era una volta il centrodestra a Crotone”: così verrebbe da commentare leggendo ciò che è successo negli ultimi giorni tra quelli dell’area che, ancora, si definiscono amici ma se le danno di santa ragione.
L’occasione è l’approssimarsi delle elezioni regionali e, nello specifico l’indicazione da parte del coordinamento regionale di Forza Italia di Mario Occhiuto a candidato alla presidenza.
Indicazione che non è stata condivisa con il territorio crotonese che, come al solito, è invitato solo a partecipare alle scelte altrui senza potere dire neanche la sua: altrimenti partono le bacchettate.
“Lungo le sponde del mio torrente /Voglio che scendano i lucci argentati /Non più i cadaveri dei soldati / Portati in braccio dalla corrente”. (“La guerra di Piero”, Fabrizio De Andrè)
Ad esprimere perplessità, non tanto sul nome di Occhiuto (almeno così ufficialmente) quanto sulla modalità di scelta è stato il consigliere Massimiliano Bianchi, che ha aderito all’associazione Krotone da Vivere di Giovanni Capocasale. Ma non solo.
Anche quest’ultimo ha manifestato le sue perplessità sulla scelta del sindaco bruzio, essendo più orientato sulla figura di Piero Aiello, suo riferimento anche nelle ultime elezioni comunali.
Per Capocasale “aver voluto lanciare il sindaco (di Cosenza, ndr.) o chiunque altro senza nemmeno sentire al telefono l’associazionismo della società civile e i territori provinciali ha il vecchio e stantio sapore dell'autoreferenzialità”.
“Lungo le sponde del mio torrente/ Voglio che scendano i lucci argentati/ Non più i cadaveri dei soldati/ Portati in braccio dalla corrente”. (“La guerra di Piero” Fabrizio De Andrè)
Al coro delle critiche si è unito anche l’ex consigliere regionale di Forza Italia Salvatore Pacenza: denunciando anche lui il mancato coinvolgimento del territorio nella scelta del candidato ha poi sottolineato come decisione sia stata presa dal coordinamento regionale azzurro, organismo composto solo da rappresentanti istituzionali eletti e, perciò, che non conta rappresentanti di Crotone.
Per Pacenza, insomma, “proseguire con un atteggiamento respingente, poco incline a riflessioni comuni, impedirà inevitabilmente di ricucire un tessuto politico al momento lacerato e per il quale i cittadini hanno difficoltà a comprendere”.
“Così dicevi ed era inverno/ E come gli altri verso l'inferno/ Te ne vai triste come chi deve/ Il vento ti sputa in faccia la neve” (“La guerra di Piero”, Fabrizio De Andrè)
Il buon Pacenza, attacca poi anche i vertici provinciali di Forza Italia, nella persona di Sergio Torromino, a cui non rivolge certo degli attestati di stima accusandolo di averlo fatto fuori dal partito.
Nello specifico, l’ex consigliere regionale non si spiega come mai, dopo averlo convinto a candidarsi alle comunali, anche senza simboli del partito, Torromino abbia tenuto da parte lui ed un altro gruppo di persone, guarda caso vicino ad Aiello.
Non se ne fa una ragione, Pacenza, tanto per l’esclusione dalle scelte strategiche del partito quanto anche per il silenzio. E le critiche, non poche, sulla scelta di Occhiuto da parte dei vertici del partito, sembra quasi non considerarle.
“Fermati Piero, fermati adesso /Lascia che il vento ti passi un po' addosso /Dei morti in battaglia ti porti la voce/ Chi diede la vita ebbe in cambio una croce”. (“La guerra di Piero”, Fabrizio De Andrè)
Assai critico sulle decisioni del coordinamento regionale forzista, il consigliere comunale di Cutro, nonché coordinatore locale di Forza Italia, Massimo Tambaro, che ha espresso tutto il suo disappunto e rammarico (LEGGI).
“La provincia di Crotone - avverte - non è il porta acqua di nessuno. Apprendiamo l’ufficialità della candidatura di Mario Occhiuto, decisa dal coordinamento regionale di FI solo dalla stampa, senza nessuna discussione all’interno del partito”.
Annuncia, ancora, che “questo malessere nella provincia di Crotone come nelle altre si registra come un dato allarmante, tant’è che da qui a breve si costituirà un nuovo gruppo politico aperto e moderato, forte in tutti i comuni e aperto al dialogo con gli altri amici moderati Calabresi”.
Per Tambaro “gente di partito e gruppi di lavoro fedeli negli anni, sono considerati forse un patrimonio da utilizzare a piacimento del coordinamento regionale, senza alcun rispetto e senza alcuna condivisione”.
“Ma tu non lo udisti e il tempo passava /Con le stagioni a passo di giava / Ed arrivasti a varcar la frontiera / In un bel giorno di primavera”. (“La guerra di Piero”, Fabrizio De Andrè)
Ad appoggiare Mario Occhiuto, che è annunciato in città per il prossimo 1 dicembre, il movimento civico “Uniti tutto è possibile” guidato da Fabio Brescia, ex sindaco di Scandale.
Il gruppo, che si autodefinisce “i volenterosi”, almeno così come si legge in una recente nota, è costituito da “consiglieri comunali, amministratori, già amministratori comunali e provinciali, professionisti”.
Resta da verificare, però, il peso elettorale che questi volonterosi esprimeranno, considerato che - come fanno notare i malpancisti forzisti – alle elezioni non conta la buona volontà ma i voti.
“E mentre marciavi con l'anima in spalle/ Vedesti un uomo in fondo alla valle/ Che aveva il tuo stesso identico umore/ Ma la divisa di un altro colore”. (“La guerra di Piero”, Fabrizio De Andrè)
Intanto, stimolato dagli attacchi, Torromino pare si sia svegliato dal letargo rimarcando il suo sostegno al sindaco di Cosenza e sottolineando di aver partecipato alla sua scelta in qualità di coordinatore provinciale forzista.
Poi se la prende con quelli che definisce “amici” etichettandone le critiche alle decisioni del partito guidato da Santelli ed Occhiuto (Roberto) come “appetiti elettorali”.
E questa non è la sola stoccata riservata ai fedeli scudieri del senatore Aiello e del senatore Marco Siclari, tra i quali c’è anche il suo collega di Consiglio, Antonio Argentieri Piuma, col quale i rapporti sono compromessi da tempo.
Sottolinea Torromino che “sulla scena politica dal lungo silenzio, figure di ex attori politici in cerca di nuova visibilità e figure di novelli amministratori pubblici, cui riconosciamo di essere molto social e nient'altro”.
Nel mirino finiscono le “pseudo associazioni rappresentative di non si sa bene quali interessi, sebbene una mezza idea ce la siamo fatta”: leggasi “Krotone da vivere” dei già citati Bianchi e Capocasale.
Ricorda ancora, il coordinatore provinciale, che “quando nel 2016 Forza Italia fu riorganizzata sul territorio, ereditammo un ‘deserto’ e ci trovammo dinnanzi al nulla più assoluto. Non una sede, non un elenco degli iscritti, niente di niente. Eppure l'amico Pacenza aveva avuto ruoli determinanti in Forza Italia”.
“Decida l'amico Capocasale, da che parte stare” tuona Torromino, puntualizzando come “Forza Italia non deve andare bene solo quando paga le trasferte a Bruxelles per farsi sterile propaganda e senza concludere nulla!”.
“Sparagli Piero, sparagli ora / E dopo un colpo sparagli ancora /Fino a che tu non lo vedrai esangue / Cadere in terra a coprire il suo sangue”. (“La guerra di Piero” Fabrizio De Andrè)
A leggere di questo clima di rissa nel centro-destra, l’altro Mario (Oliverio) intanto se la ride, constatando di essere in buona compagnia in fatto di avversione alla propria candidatura alla Regione.
Così, nella guerra delle regionali tra i due Mario (Oliverio ed Occhiuto), rischia di inserirsi anche Piero (Aiello) ma non è da escludere l’entrata in battaglia anche di qualche altro contendente.
Una battaglia che rischia di provocare molti morti e gravi feriti (politicamente s’intende!) con la differenza - rispetto alla fin qui citata guerra di Piero di De Andrè - che i colpi ferali questa volta possano arrivare soprattutto da coloro che indossano la stessa divisa.
* Simbolo dello Stronzio