La recente riunione del Consiglio Comunale di Crotone ha fotografato plasticamente la decomposizione dei gruppi di maggioranza e paradossalmente anche quelli di minoranza. L’informazione locale ha preteso di interpretare l’iniziativa di quattro consiglieri della Maggioranza come uno dei tanti episodi riconducibili ad interessi di parte o, come più generalmente vengono definiti, “mal di pancia” da dieta forzata.
il Mastino dei Baskerville
A ben leggere il documento prodotto dai quattro dell’“Ave Maria” è, però, denso di motivazioni politiche e di critiche amministrative perfettamente condivisibili.
Il mancato funzionamento degli uffici finanziari del Comune di Crotone è un fatto antico, figlio di una pseudo cultura “frontista” che di fatto produceva espropri proletari e gravava gli oneri fiscali e tributari solo su chi non aveva santi in paradiso, precostituendo così le condizioni di un facile consenso (altro che voto di scambio!).
Fa specie che tra i più risentiti della “ribellione” dell’ultimo Consiglio vi sia il sindaco che pure, in quanto tale, dovrebbe essere il primo difensore della legalità e della coerenza al programma di governo per il quale è stato eletto e che affermava nettamente la cesura di vecchie abitudini e finalmente l’avvio di pratiche che potessero restituire all’amministrazione della città un minimo di normalità e decenza.
Dopo qualche tentativo frustro come l’irruzione nei locali del lungomare, l’amministrazione si è ben guardata dall’intervenire in tutte quelle manifestazioni che segnalano abusivismo, illegalità, arroganza e qualche volta criminalità pura.
I cittadini che svolgono il proprio dovere di contribuenti si guardano attoniti e ritengono di essere defraudati dei servizi che il governo locale, così continuando imperterrito ad agire, non presta affatto o eroga parzialmente.
In una recente trasmissione televisiva il presidente dell’Anticorruzione Cantone ha individuato nell’uso “discrezionale” della “somma urgenza” e dello stato di necessità una delle matrici della corruzione nella pubblica amministrazione; ed è di questo che i consiglieri volevano discutere e sollevare un apposito dibattito.
È noto a tutti gli addetti ai lavori che soprattutto in occasione dell’ultima emergenza metereologica il dirigente ai lavori pubblici abbia dovuto “licenziare” alcune ditte accorse nelle aree interessate dal nubifragio senza una sua individuazione e calate sul posto probabilmente per intuito divino o per eccesso di pubblica generosità.
È il caso di ricordare, ad esempio, che l’amministrazione dovrebbe fornire alla locale Prefettura la lista delle imprese “di fiducia” a cui ricorrere nei casi citati ed anche nelle assegnazioni “sotto soglia”.
Appare evidente che alcuni amministratori ignorino - o fingano di ignorare - come la gestione degli assessorati sia appannaggio dei dirigenti e che a loro spettino solo i poteri d’indirizzo.
Questa lunga fase di austerity che sarà conseguenza della pronunzia della Corte dei Conti, con relativo problematico ammodernamento e adattamento della struttura finanziaria, potrà essere occasione per gli assessori “selfie-dipendenti” per intercettare nuove e diverse risorse facendo così finalmente apprezzare ai cittadini il loro recondito talento amministrativo.
Asimmetrica è anche risultata, ancora una volta, durante lo stesso Consiglio Comunale, la posizione delle opposizioni che non riescono minimamente ad individuare i motivi seri di un possibile dibattito e si affidano ad estemporanee micro speculazioni e non intervengono per timore che il giocattolo si rompa completamente.
Al di la della constatazione che nel Pd ormai vige il “rompete le righe” che impedisce che possa essere identificato come possibile interlocutore politico per chicchessia, restando un paniere in cui poter pescare ed adescare alla bisogna qualche“uomo di buona volontà”, è sotto gli occhi di tutti la trasformazione degli aggressivi Cinquestelle, che fulminati sulla via di Damasco, scoprono improvvisamente compostezza istituzionale quando si sono sempre distinti per irragionevoli muri contro muri.
Sembra proprio che tengano più al loro di “reddito di cittadinanza” che non a quello dei cittadini bisognosi.
Per tutti quelli che volessero ulteriori chiarimenti li rimando a leggere la “Fattoria degli Animali” di George Orwell.