Dopo l’articolo del 5 gennaio scorso apparso sulla nostra testata e dal titolo “La foto ‘falsa’, la commedia della politica crotonese, la Giunta ipocrita e gli assessori schizofasici”, l’assessore all’urbanistica del Comune di Crotone ha voluto rispondere personalmente sulle recenti “fibrillazioni” tra i membri della Giunta ma non ha risparmiato, anche, una piccola "botta" alle affermazioni del collega ai lavori Pubblici, Telemaco Pedace. A seguire pubblichiamo la lettera inviata alla nostra redazione.
di Rori De Luca*
“Gentile Direttore. Tirato in ballo con indiscutibile arguzia dal pezzo sulle “paturnie” di fine anno e la scarsa coerenza della giunta Pugliese (LEGGI), rispondo.
Rispondo all’assessore Pedace ed alla sua imprevedibile esternazione di capodanno. E - già che ci sono - rispondo anche a chi ha interpretato il mio silenzio come una manifestazione di superiorità “tricologica”; lungi da me questa tentazione tanto elementare (Watson?).
Mi piace la chiarezza. Mi aspettavo che a fare luce sul significato vero della sue parole fosse proprio chi quelle parole le ha (sotto)scritte.
Leggerle mi ha sorpreso ed ha sorpreso molti nella coalizione politica a cui entrambi apparteniamo (fino a prova del contrario). Lo stesso mittente ha definito il fatto un equivoco ed un fraintendimento.
Comunque sia. Quelle parole contengono più di un giudizio ed alcune allusioni. Piuttosto offensive in generale ed inopportune. Sostanzialmente non vere.
Dicono che a pensar male si commetta peccato, e che non si sbagli mai. La teoria è figlia del risentimento e della mancanza di fiducia nel prossimo. Che, a volte, può far danni anche involontariamente.
Per esempio citando a sproposito Pompea, la moglie di Cesare divenuta il simbolo del sospetto a causa del suo tradimento svelato.
Parto dalla fine, come ho appreso da un buon maestro di dialettica politica. Qui non si tratta di amicizia (davvero rara nel campo), ma di gioco di squadra.
Infatti, non comprendo come possa esserci “competizione” tra componenti della stessa squadra. Di governo poi.
Ed il cenno alla rivalità letto nello stesso documento non fa rima con il ruolo istituzionale che ci accomuna. Perché dovremmo essere animati dal medesimo sentire politico e non disputare una incomprensibile gara tra noi.
Peraltro, se di gara si tratta, chiedo scusa al pubblico (pagante), ma devo essermi perso il “via”. Prevedibile quando si affida un ruolo importante ad un neofita come me.
Forse per questo - lo apprendo ora - l’assessore era così contrario alla mia nomina, preferendomi nella veste di negoziatore a pagamento. Chiederò poi con chi.
Mi concedo un attimo anche per qualificare meglio il mio profilo personale. Prima e dopo la nomina alla carica istituzionale che ho deciso di onorare senza interesse.
Mi definirei un professionista curioso e appassionato, piuttosto che “accorto”, ma nessuno è giudice di sé stesso. Di ramo giuridico di certo, giammai affaristico.
Che se poi la chiosa si riferiva alla mia specialità professionale di “avvocato d’affari”, occorre far presente che ne sono orgoglioso fin da quando la assunsi più di vent’anni fa. A valle di un percorso di studi e specializzazione certamente duro e discriminante. Che non mi risulta per nulla sconosciuto ai più, ma, al contrario, piuttosto ambito.
Divenuto assessore ho scelto di ridurre quel gratificante lavoro per destinare energie e tempo alla cosa pubblica. Il mio intento, e di sicuro anche quello dell’assessore Pedace, era ed è quello di mettere a disposizione della città e dei suoi cittadini le mie capacità e la mia buona volontà.
Per cogliere le occasioni, sfruttare i potenziali e tradurli in risultati. Reali, tangibili e godibili per tutti noi. Elencare atti e preannunciare azioni come se fossero meriti personali non mi sembra il modo giusto di intendere la funzione di governo della città.
Perché in realtà, fare e fare bene è un elementare dovere per chi ha assunto quella funzione; non un vanto od un’eccezione. Tantomeno può essere uno strumento di confronto o l’oggetto di una gara.
Noi serviamo interessi pubblici. Diamo risposte ad esigenze collettive. Ripariamo squilibri sociali ed aspiriamo a rendere migliore la vita delle persone.
Se poi quelle persone vorranno riconoscerci un valore per il modo in cui li avremo serviti, ben venga. Sarà un premio e non un diritto.
Avevo scritto pure un elenco di cose fatte per questa città. Ed una lista di quelle in corso. Ma mi rendo conto che sarebbe un modo di partecipare alla stessa competizione che già impegna altri. Ne faccio volentieri a meno.
Mi aspettano settimane di lavoro su argomenti che giudicherei interessanti. Se non altro perché riguardano importanti investimenti economici sul nostro territorio, potenziali di sviluppo per le imprese e prospettive di occupazione stabile.
Ci ho preso gusto e quindi ne riparleremo presto. Se vorrà Direttore”.
* Assessore all’Urbanistica del Comune di Crotone