L’ex assessore sfiducia il leader: quei 10 punti di De Luca che rompono lo “Sculchismo”

7 febbraio 2019, 07:37 Politica.24
Ugo Pugliese e Rori De Luca

Ci sono molti fatti reali e tanti problemi veri nella lunga lettera uscita dalla scrivania dell’avvocato Rori De Luca, ex assessore di spicco e competenza della giunta “Sculco-Pugliese”.


Una lettera, quella del super assessore ormai dimissionario (LEGGI), molto utile in tanti suoi paragrafi non solo perché ragguaglia la pubblica opinione e gli elettori della città su quelle poche cose concrete che hanno visto arrancare un’amministrazione pasticciata, ignorante, grossolana e fortemente eterodiretta e condizionata da vecchie logiche di mediazione.

Ma anche perché mette in bella evidenza quanto difficile sia uscire da questo appiccicoso pantano che produce inerzia amministrativa e punisce duramente le prospettive di rilancio e crescita di intere generazioni locali.

Il “coraggioso” gesto di disobbedienza a Enzo Sculco (leader dei DemoKratici), l’aperta ribellione alla ignavia e alla superficialità del Sindaco per procura Ugo Pugliese, dettati da un moto di civica oltre che doverosa reazione alla confusione che regna sovrana nella Giunta Sculco-Pugliese (LEGGI), si sono sostanziati in un atto politicamente e proceduralmente apprezzabile che è stato quello con cui l’ex assessore Rori De Luca, ha reso noto, con stile composto ed equilibrato, le ragioni e le motivazioni di un gesto chiaro e libero, che non potrà che avere un forte impatto sia politico che amministrativo sull’immediato e futuro percorso non solo comunale, ma anche regionale, provinciale e nazionale.

Ciò che potrebbe, infatti, ora profilarsi ma a breve determinarsi è la costruzione non di un’alternativa personalistica al potere monopolistico di Sculco, ma un vero e proprio nuovo processo di alternanza allo “sculchismo” e alla sua filosofia politica, vale a dire a un quasi cinquantennale modello di comando politico a Crotone e nel crotonese.

D'altronde la parte che reciterà Sculco ormai tutti, a Crotone e nel crotonese, la conoscono a memoria. Dirà che solo lui sa dare agli altri, che lui è un 'generoso' per natura e non un machiavellico calcolatore politico, che gli altri anche se non sono 'traditori' sono comunque dei veri e propri ingrati nei suoi confronti.

Per questo pensiamo che lo stesso Sculco non sia in grado di cogliere la più insidiosa e radicale valenza storica e politica della scelta di Rori De Luca, di fatto - e per usare il suo lessico - “sminchiandolo” immediatamente, anche per evitare che altri si possano accorgere che potrebbe, invece, apportare un colpo durissimo al suo predominio del centro e di una parte sia della sinistra che della destra moderata.

Un gesto che potrebbe anche agevolare e reclamare la definitiva rottura di quell’involucro ormai cariato che è il vecchio paradigma dello “sculchismo” (LEGGI).


Dalla sicumera del “cantierone”

al fragoroso fallimento comunale


De Luca si avvia ad aprire un nuovo percorso politico mettendosi al centro della scena democratica di questa città? Potrebbe essere lui lo sfidante alle elezioni Amministrative del 2021, dove forse lo stesso Sculco sarebbe costretto a cambiare cavallo, visto che Pugliese è un puledro che non beve?

Non sappiamo, ancora, se questo accadrà ma le dimissioni con cui De Luca ha anticipato Sculco, proprio alla vigilia di un kermesse pubblica (LEGGI) che veniva dopo l’esagerata sicumera del “Cantierone” inaugurato qualche anno addietro insieme ad Oliverio, sostanziano e contengono accuse politiche abbastanza pesanti all’oligarca dei DemoKratici, praticamente additato come un leader localista che non ha saputo mettere a frutto la sua cinquantennale esperienza, trasformando quella che a lui sembrò una gloriosa vittoria in un’epocale e fragoroso fallimento comunale.

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Dieci punti dieci, a seguire, vergati dall’ex super assessore, attesa “promessa” della scuderia di Via Firenze, che oggi si ritira volontariamente ai box e da cui con più attenzione può permettersi un attento check-up ad una decantata fuoriserie dalle gomme ormai sgonfie.


Urbanistica.

Punto 1


Praticamente la prima delle accuse che De Luca rivolge a Enzo Sculco (regista politico e proprietario assoluto delle quote di comando di quest’amministrazione) e, ovviamente, anche al sindaco Ugo Pugliese (che ne è l’amministratore di fiducia in veste di esecutore dei voleri del capo dei Demokratici) è di aver trovato scarso appoggio se non sotterranea resistenza nello svolgimento del suo ruolo di assessore con la delega all’urbanistica, specie quando si è trattato di mettere in moto le procedure per “(ri)avviare il processo di approvazione del Piano Strutturale Comunale (PSC).

La colpa dell’assessore sarebbe stata quella di aver, in pochi mesi, riattivato un lavoro che si era interrotto quindici anni prima, approntando in autonomia e chiarezza il confronto con le associazioni e gli ordini professionali, predisponendo il Documento Preliminare, confrontandosi con le Commissioni Consiliari, fino a portarlo in aula con approvazione da parte del Consiglio.

Apparirebbe pertanto evidente che un tale percorso possa non esser piaciuto al conduttore, in questo caso si può dire a Sculco, che con il suo atteggiamento avrebbe invece incentivato le ambizioni e il protagonismo di altri, di fatto fermando la macchina evolutiva di una nuova configurazione urbanistica ed edilizia della città.


Piscina Olimpionica.

Punto 2


La seconda accusa al leader DK è di aver diviso fra tre assessori la delega riguardante gli impianti sportivi, assegnando a De Luca la terza particella, anche con molto ritardo.

Un fatto insolito su cui l’ex assessore non avrebbe sollevato comunque perplessità cercando di offrire il proprio “contributo di competenza”.

Sulla Piscina Olimpionica Sculco aveva lasciato fare a tal punto che per De Luca è stato necessario un’atto forte, “per ripristinare lo schema essenziale, senza accanimenti e con un fine preciso”, cioè portare il tutto in sicurezza, vale a dire indire la gara ad evidenza pubblica ed affidare la gestione definitiva, per valorizzare la gestione di un bene importante del patrimonio comunale (LEGGI).

Ancora oggi, al contrario, Sculco indugerebbe non riuscendo “a dimostrare le intenzioni con i fatti”, nonostante sappia che “la macchina amministrativa e gli uffici sapranno fare ciò che serve.”


Stadio Ezio Scida.

Punto 3


Sullo stadio vi sono stati “errori di valutazione, una scarsa (se non assente) strategia iniziale che hanno generato un quadro molto difficile.”

Ma “chi governa la città deve assumere decisioni molto più ferme e mettere in campo azioni che nessun giudice potrà compiere.”

Si tratta di visione politica e di capacità amministrativa. Anche se l’impressione che va fugata è che su questo tema non si voglia agire con velocità e competenza. Per cui non è ancora chiaro sia il volere di Sculco sia la posizione del Sindaco Pugliese.


Vertenza Eni.

Punto 4


Rori De Luca ha dichiarato per iscritto di “lasciare anche in questo caso per una diversità insanabile di veduta, prospettiva e scopo.

L’attacco è durissimo e mirato proprio a Enzo Sculco e al Sindaco? Se no, con chi altri avrebbe avuto tale inconciliabile contrapposizione? Su una “partita a cui sono legate le vere prospettive di recupero del ritardo che il nostro territorio ha accumulato. Ricerca, scuola, Università, start-up, incubazione di imprese, raccolta fondi, e qualificazione tecnologica sono solo alcuni dei titoli di questo racconto. Tutto da scrivere.”

Quella dell’Eni è una vicenda in cui è determinante la “visione. Ma sia Sculco che Pugliese stenterebbero a “comprendere quanto è grande il valore di cui disponiamo e non commettere l’errore di vendere un intero campo al misero prezzo di un solo raccolto. È stato questo l’errore che si è commesso per molti anni e che ho promesso a me stesso di non ripetere.”

Tutto questo nonostante De Luca abbia “ottenuto il riconoscimento del credito integrale per la parte di capitale e degli interessi. Quindici milioni di euro in 24 mesi. Cinque anticipati, e cinque ogni anno, di cui già incassati 10, mentre si prospetta la formazione di un comitato tecnico scientifico finanziato con una dote di sette milioni e mezzo di Euro”.


Programmi complessi

e Metodo Amministrativo.

Punto 5


Sebbene il ‘metodo’ seguito da De Luca abbia avuto successo, dopo aver agito in modo coordinato e rapido, su questo punto come su tanti altri lo scontro tra Sculco e il suo ex assessore sarebbe stato frontale, ruvido, al calor bianco.

Per cui si chiede a Sculco di chiarire davanti alla pubblica opinione quale è la sua posizione su questa importante questione industriale che riguarda occupazione, ambiente ed energia.


Aeroporto.

Punto 6


Gli errori del passato sul tema dell’Aeroporto, del Comune e della Camera di Commercio, appartengo anche alla storia politica di Sculco. Molti dei protagonisti della faccenda “Aeroporti” sono uomini scelti da Sculco e che da questi hanno ottenuto appoggio e sostegno.

Sono gli stessi che - secondo l’assessore - hanno collezionato clamorosi errori di analisi a cui si sono sommate valutazioni del tutto artificiose solo per mantenere relazioni politiche finalizzate ad altri effetti. Con un risultato drammaticamente insufficiente.”

Anche l’attuale Sindaco ha la sua parte di colpe se si riflette sul passaggio di De Luca secondo cui avrebbe “condiviso con questa amministrazione idee, progetti e strumenti per realizzarli, senza riuscire a convincere i miei compagni di viaggio a seguirmi su quella strada. E in questo caso lascio con una certa delusione e con scarso ottimismo per il futuro.” Che cosa farà a tal proposito Sculco, che fin qui non ha mai criticato duramente le amministrazioni del passato; i fallimenti delle vecchie società, le responsabilità dirette di molti suoi amici, gli stessi che hanno portato alla catastrofe attuale lo scalo di S. Anna?


Antica Kroton.

Punto 7


Poche righe anche sull’Antica Kroton, progetto milionario di riqualificazione archeologica e paventato volano di sviluppo della città pitagorica; speranza di imminenti, agognate e complementari “canterizzazioni” che potrebbero ossigenare un’economia oramai collassata.

Sulla questione De Luca dice di averci investito tempo e passione” e che firmati gli accordi fondamentali “ha proposto che il progetto fosse affidato a menti e cultura di competenza superiore. Ritenevo e ritengo che la città non disponga di tutto quanto serve per finalizzare davvero quell’enorme potenziale”.

“Tantomeno - sbotta - ne dispone la politica. Ho difeso in ogni caso il progetto da supposizioni ed illazioni strumentali. Oggi sono altri ad occuparsene. Non intendo giudicare quel lavoro e quindi mi limiterò ad augurare a Crotone il miglior risultato possibile”.

Come dire, una intelligente presa di coscienza - condivisibile o meno - che un progetto così ampio, articolato ed imponente necessiti di tali e “alteesperienze e professionalità purtroppo ed al momento non a disposizione dell’attuale maggioranza di governo.


Società partecipate.

Punto 8


Anche questa delega è stata nuova per il super assessore che dice di conoscere “professionalmente molto bene questo mondo” e che per questo la sua analisi è “netta e breve”.

Ed infatti è lapidario: “Su Akrea, ciclo industriale della raccolta differenziata, Ato rifiuti si è tergiversato troppo a lungo e si sono commessi errori di impostazione gravi.

La sola cura sarebbe di prenderne atto e mettere immediatamente in campo una vera progettualità basata sul merito. Finora non ho avuto ascolto e quindi, anche in questo caso, mi affranco volentieri dalla carica”.

Evidenti responsabilità, dunque, nei ritardi, nello sviluppo e nell’efficientamento di settori strategici per l’economia e l’ambiente della città pitagorica, che meriterebbero un’orgogliosa se non spontanea assunzione di responsabilità non solo a livello politico quanto anche manageriale e gestionale.


Corte dei Conti.

Punto 9


Quanto alla vicenda dello stop alle spese da parte della Corte dei Conti, Sculco avrebbe sottovalutato la gravità del dissesto finanziario. Anzi, una volta che De Luca si sarebbe “accorto che si stava navigando a vista, senza punti di riferimento e senza una meta precisa” sarebbe finito con l’essere accusato “di catastrofismo e protagonismo.”

Insomma, non un progetto uno - eccezion fatta per il noto “balletto” di incarichi dirigenziali - per cambiare profondamente alcune aree della macchina organizzativa: stravolgendola e riformandola.


Dirigenti comunali “comandati”

e nuovo ceto politico locale.

Punto 10


Afferma, infine, De Luca che “se oggi conosco il valore del consenso” e perché “comprendo che non si costruisce promettendo risposte ai bisogni altrui. Ma, al contrario, dando risposte chiare a quelle esigenze e cambiando così la vita delle persone”.

“Qualsiasi progetto, ogni obiettivo, presuppongono una sequenza di scelte. La prima è dedicata alle persone. Occorre decidere a chi affidare lo scopo, confidando nelle sue qualità.”

Come dire, insomma, che il vero “vulnus” di Sculco sia quello di non saper selezionare le giuste persone, di non far crescere un ceto politico e dirigente che fondi la propria mission sull’autonomia, la libertà, la concertazione e la collegialità, preferendo invece e forse la sudditanza e la sottomissione al potere del leader dei DemoKratici.

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Parole dure - soprattutto se lette e rilette attentamente - quelle di De Luca che con una lucida quanto chiara esposizione, smantellano, smontano, “rompono” l’intero impianto della filosofia politica e di comando alla base di quello che, per sintesi giornalistica, abbiamo sempre definito come lo “Sculchismo”.

Elementi tutti che come testata abbiamo puntellato giorno dopo giorno, per mesi, riscuotendo talvolta l’ira, quando l’ilarità, se non la denigrazione di improvvisati supporters doppiafaccisti e leader o sedicenti tali, nel vano tentativo di sminuire e ridimensionare il focolaio di un’implosione oggi deflagrata evidentemente e suffragata dalle parole di un ormai ex pezzo da novanta di una maggioranza allo sfascio.

Ma, in fondo, siamo o no nell’era delle fake news?