Avete presente le famose tre scimmiette? Nessuno in Calabria, nel Mezzogiorno, in Italia vorrebbe certo rivederle in qualche scena cult di un brutto film di fine settimana. Tuttavia come quel numero di primati, non uno bensì tre sono stati, fino ad ora, i parlamentari calabresi, in ordine di rilevanza il senatore Nicola Morra, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, la deputata Elisabetta Barbuto, la senatrice Margherita Corrado, componente della Commissione Antimafia, che trascorsi quasi quarantotto ore dal susseguirsi di fatti criminali impressionati, agghiaccianti e allarmanti, sono rimasti chiusi nel loro silenzio, negando di fatto e ‘politicamente’ al territorio e alla pubblica opinione la voce di sostegno e reazione più alta e altisonante delle istituzioni democratiche.
di Vito Barresi
A ragione o meno di qualcosa che è di più di una mera sensazione, cioè che nel crotonese non ci sia più legge che conta, ma solo l’imperversare impressionante di gente che non ha più paura di nulla, criminali e disperati che agiscono con cinismo, barbarie e crudeltà, che mirano implacabilmente quando decidono di uccidere qualcuno che non rispetta le loro regole del gioco, a memoria del continuo replicarsi di omicidi, vendette, liti e scontri anche tribali, gli stessi episodi delittuosi che con altri in continuità cronologica stanno seminando non una semplice ‘percezione sondaggistica’, ma uno stato di paura e soggezione psicologica alla violenza e alla protervia delle consorterie malavitose, a conferma di una diffusa angoscia collettiva mista alla rassegnazione e all’abbandono, che si tramuta nella radicata certezza di vivere in una condizione di strutturale insicurezza sociale ed economica e che minaccia la stessa incolumità fisica delle persone in ogni luogo dell’intero territorio della provincia di Crotone, appare a tutti e a noi evidente la gravità del silenzio dei tre parlamentari di governo, appartenenti al Movimento 5 Stelle.
Purtroppo tale non episodica, ma ripetuta ‘assenza’ di una rapida e immediata reazione da parte di questi tre parlamentari tanto autorevoli per gli incarichi che ricoprono, non può essere sottaciuta né sottovalutata.
Il loro intervento, per esempio anche una semplice interrogazione parlamentare al Ministro degli Interni Matteo Salvini, da parte dell’onorevole Barbuto, sull’assassinio dell’imprenditore Caterisano ad Isola Capo Rizzuto (LEGGI), oppure l’interpellanza della senatrice Corrado sulla recrudescenza criminale a Crotone e nel quartiere Fondo Gesù (LEGGI), non sarebbe affatto secondario né tanto meno superfluo.
E ciò per via dell’alto ruolo che le due parlamentari crotonesi ricoprono, in nome di quel ‘popolo sovrano’ che li ha elette e che pure si aspetta di essere correttamente corrisposto con un impegno chiaro, trasparente, con una parola più forte e autorevole come è quella da loro dovuta, e fino ad ora su questi temi non data, al fine di sostenere le popolazioni nella lotta contro la ‘ndrangheta, dare indirizzo e impulso alle forze dell’ordine e alla Magistratura pitagorica, 'coordinandone' sotto il profilo della volontà generale e comune le loro azioni, vigilando sulla corretta impostazione delle azioni di prevenzione e repressione in base ai rischi della nuova sfida criminale.
Un ultima annotazione cronologica merita di essere vergata.
Nel giorno in cui è tornata a suonare tetramente e spettralmente l’ora della morte, proprio nella capitale calabrese della ‘ndrangheta, il Presidente della Commissione Bicamerale Antimafia Nicola Morra, evidentemente non sempre ben coordinato con il suo ufficio comunicazione, ancora una volta come già accaduto nel più recente passato (dicasi l'eccidio di due allevatori avvenuto a Natale a Pallagorio (LEGGI) e la fiaccolata popolare di San Nicola dell'Alto), non ha saputo trovare il tempo di intervenire tempestivamente su quanto accadeva nel giorno dell’8 marzo in quel di Isola Capo Rizzuto.
Perdendo l’ennesima occasione utile, per dimostrare la sua contezza e capacità nel governo della carica speciale che gli è stata assegnata, concedeva a noi calabresi una 'perla' della sua immensa cultura antropologica, un seme di saggezza del suo vasto repertorio socio letterario, divulgato con la seducente voce dell’alto magistrato del Pretorio.
Un pensiero che con il beneficio dell’inventario, umilmente trascrivo per i nostri attentissimi lettori: “il ruolo della donna nella società meridionale, e in quella calabrese è un ruolo particolarmente complesso. Noi parliamo molto spesso di fenomeni di sessismo e maschilismo. Ancora ieri si sono registrati femminicidi ma in molte società italiane e meridionali ci sono ancora strutture di matriarcato e questo spiega come mai in molte organizzazioni criminali di stampo mafioso fra cui la ‘Ndrangheta, la donna assolve un ruolo anche decisivo, diventando lei stessa la mente e la volontà dell'organizzazione.”
E nel mentre al bar si muore e tra i vicoli di Isola la storta giustizia fa da sé, che dire oltre di fronte a tanta ispirata genialità? Azz...