Lunga vita alla Madonna di Capocolonna che compie in quest’Anno Domini 2019 il suo primo mezzo millennio di esistenza. Un genetliaco di gran lusso per Nostra Signora dei Cieli, che come una star dell’umiltà, del silenzio e della misericordia, continua a guardare il suo popolo locale con lo sguardo aperto agli orizzonti della speranza e del futuro.
di Vito Barresi
Ieri su quella linea c’erano i Turchi e i Turcheschi, gli ebrei come Pietro e Paolo seguaci del Cristo aramaico che aprirono il varco all’Evangelo nell’Impero Romano, conquistando con il martirio e la generazione delle Catacombe, la potentissima Roma ‘Caput Mundi’.
Oggi, che i porti sono chiusi all’accoglienza, in forza di un diktat dettato da un ministro che paventa una quanto meno improbabile invasione straniera, ci sono i profughi della guerra siriana, le donne africane violentate, i giovani nati nelle terre della fame e nei deserti della siccità, alla ricerca di un mondo diverso che magari poi, capita a tanti, muoiono a colpi di lupara come lo sfortunato bracciante sindacalista maliano Sacko, ucciso in una carcara abbandonata non lontano dalla baraccopoli di Rosarno (LEGGI).
Tempi nuovi della globalizzazione in cui, nonostante la secolarizzazione e il distacco dalla fede pure a causa di tanti scandali tipo la pedofilia che ha coinvolto alti prelati e cardinali notissimi, trova riconferma e nuovo slancio il richiamo della religiosità popolare, un ampio e persino universale revival della fede Mariana, specialmente tra le giovani generazioni compresi gli ultimi millennial.
Come sarà la Festa Grande del Settennato? Quale sarà il calendario delle celebrazioni cinque centenarie ovviamente ancora i crotonesi non lo sanno, anche perché in Curia vige il massimo riserbo, né si conosce quali siano stati in proposito le decisioni del Vescovo in carica, chiamato da Pastore a guidare il suo gregge in questo suo ultimo appuntamento con la pietà popolare pitagorica (LEGGI).
Cinquecento anni, cinque secoli tutti da ripassare al vaglio della verifica storica per comprendere come si è evoluto e come è cambiato il rapporto tra la Chiesa e il territorio, i Vescovi e la città, essendo la Madonna patrona della Diocesi e di Crotone, rappresentando il culto cristiano della Madonna di Capocolonna insieme il segno di una continuità storica nella vita della comunità crotonese.
Sul filo della memoria a raccontarci le origini di questa antica tradizione mariana è un documento del Canonico Giovanni Cola Basoino, professore de’ sacri canoni, e poi degnissimo parroco della parrocchia del SS. Salvatore, in cui si narra che nel mese di giugno dell'anno 1519, durante una scorribanda costiera, due imbarcazioni turche raggiunsero Capocolonna insieme ad una moltitudine di uomini che fecero irruzione nella diruta e povera chiesetta del Capo rimanendo stupiti di scoprirvi l'immagine di una bellissima Madonna dalle sembianze greco-bizantine.
Ma dallo stupore si fa presto a fare ben altro tanto che il canonico riportava, con queste parole, la cronaca dell'accadimento:
“vista l'alta è meravigliosa bellezza di lei, domandarono a certi schiavi cristiani che figura era quella, i quali avendo loro narrato che quella era l'immagine della Regina de' Cieli Madre di Cristo Salvatore e Signora del tutto, vennero in tanta rabbia e furore, che posposto ogni rispetto quella presero e portarono con grande tumulto gridando tutti ad alta voce sopra il luogo ov'erano le dette galee... per bruguarla. Ed acceso un grandissimo fuoco... aggiungendo le frasche, continuando in questo per spazio di ore tre e più, per divino miracolo detta gloriosissima Immagine non si bruggiò nè la poterono in alcun modo offendere; ma restò intatta Immacolata è bella così come prima era. Sì bene per segno di questo santo miracolo sto un poco brugiata la tela che avanza sotto la falda ad essa, ch'è quasi niente; il che avendo l'infedele turba visto e riconosciuto che non poteva bruciarla si risolse secco portarsela; dopo alcuni giorni l'immagine fu ritrovata alla spiaggia del mare sotto l'Irto del Capo verso li Canalicchi da un vecchio nomato Agatio lo Morello...”
Una fiaba ben scritta secondo le regole e il congegno semplicistico ed elementare della fabula, seppure molto suggestiva sicuramente da riconsiderare criticamente secondo il metodo storiografico, senza dubbio da sottoporre al vaglio di un’adeguata rilettura storica, poiché se in essa tiene la ragione della fede allo stesso tempo non regge, in alcun modo, alla prova oggettiva dei fatti e dello svolgimento reale di una storia sostenibile attorno al quadro della Madonna di Capocolonna e alla successiva costruzione liturgica della venerazione.
C'è dunque da riprendere gli studi, i sondaggi, le ricerche e le comparazioni storiche per ricostruire un quadro, questo sì verosimile, credibile che rimoduli e rinnovi la storia di un dipinto a cui per altro, almeno fino ad ora, non è stato mai accreditato grande valore artistico suo proprio.