Ma Sculco tra Podio e Gladio quanto è pronto a condannare chi tra i ‘fedelissimi’ nasconde la mano dopo il ‘saluto fascista’?

17 aprile 2019, 12:06 Politica.24

Chi ha stima, e non solo astio preconcetto, nei confronti dell'onorevole Vincenzo Sculco, ricorderà senza alcun dubbio che tra le tante cose criticate della sua ‘controversa’ e travagliata vita politica ve ne sono almeno alcune su cui nessuno, anche tra i suoi avversari più feroci, a sinistra e al centro, avrebbe da obiettare.


di Vito Barresi

Tra queste certamente spicca la sua opzione democratica, il suo essere segnatamente antifascista, come pure anticomunista anche se di segno diverso rispetto al primo, segnalata nella cronaca delle sue iniziative politiche, fin dall'epoca in cui lo stesso fondò in Crotone un circolo locale e provinciale intitolato a Don Carlo De Cardona, sacerdote popolare e antifascista, sturziano e anti razzista di ispirazione Democratico Cristiana, riprendendone la testimonianza e attualizzandone gli insegnamenti.

E vi sarebbero certamente altri spunti da riprendere, a conferma del carattere antifascista, costituzionalista e istituzionalista di Sculco, personaggio della politica locale, che tra le altre cose è stato sempre particolarmente inviso dalla destra storica crotoniate, nelle sue varie sfaccettature agrarie, professionali, forensi, parastatali, finanziarie, bancarie, politiche, ecc. ecc.

Specialmente da quei rappresentanti di ceti retrivi, spesso analfabeti, estremisti e ottusi, insomma da tutti coloro che sulla nostalgia del vecchio regime mussoliniano, del Podio e del Gladio, hanno costruito opportunisticamente le loro decennali fortune personali, la scalata amministrativa, primo fra tutti il suo avversario più acerrimo, il nemico per eccellenza del sindacalista democristiano, cioè l'ex sindaco Pasquale Senatore, il cui ricco e ridondante contorno dei suoi seguaci ha immediatamente cambiato camicia svestendo quella nera per indossare quella floreale evidentemente più alla moda.

Ora vi è che in questo scorcio della vita politica pitagorica proprio uno dei corifei e più fedelissimi apostoli del discutibile credo politico di Pasquale Senatore sia diventato il principale sodale nella gestione dell’amministrazione comunale ideata e conquistata da Enzo Sculco.


L'accordo e l'alleanza politica

tra un rispettabile giovane

della nuova destra

e un ‘senior’ della politica regionale


Ovviamente ci riferiamo ad un accordo o alleanza politica tra un rispettabile giovane della nuova destra che fa riferimento a Fratelli d’Italia, insomma una figura junior’ della destra storica e del centro destra un tempo a trazione berlusconiana, e un ‘senior’ della politica regionale calabrese, che nel percorso sindacale cislino e poi in quello politico dei Popolari con Castagnetti, nella Margherita con Rutelli e Franceschini, nel Partito Democratico con Marini e Loiero e, infine, nel gruppo dei DemoKratici, era stato un baluardo rispetto ad ogni deriva che dir si voglia con frange o figure dell'estrema destra di nostalgia mussoliniana.

Adesso accade che anche Sculco sia stato, come tutti i calabresi, di fronte all’esibizione del Presidente e ‘manager’ di una società in house, controllata con i soldi pubblici dal Comune, soldi che per finalità di marketing vengono ‘privatizzati’ e immessi sul mercato con progetti e iniziative varie, che insieme a una assessore municipale, avrebbe ostentato un saluto fascista (LEGGI).

Ecco perché de minimis’ qui si intende, con spirito critico quanto rispettoso della dignità altrui, chiedere all’Onorevole Vincenzo Sculco quale sia la sua posizione politica e quella dei Demokratici su tale riprovevole vicenda, se si è rinchiuso nel silenzio e perché o se invece si stia soltanto riservando una riflessione e un’attesa e richiesta uscita a tal proposito, anche dovuta ai suoi elettori proprio in forza del suo patrimonio politico, in ragione della sua autorevolezza e impegno nelle battaglie sindacali, politiche, popolari e democratiche.

Laddove non si vede perché Sculco dovrebbe essere intimidito nella sua libera espressione da chi e per chi, certamente come suo solito dovrà prendere a due mani il coraggio per censurare il gesto e chiederne le determinazioni conseguenziali.

Ciò posto in base al rispetto della sua stessa storia, della sua stessa cultura democratica che altrimenti da questo momento in poi, senza distinguo di schieramento, rischia di essere definitivamente travisata, inquinata, manomessa, soprattutto in vista della sua appropriata collocazione nel centro sinistra, trascinando con sé tutto il buono che lo ‘sculchismo’ democratico e antifascista ha pure prodotto in questi lunghi decenni di predominio politico nella città e nella provincia di Crotone.


La convinzione che

ancor prima del 25 Aprile

Sculco faccia festeggiare

ai crotonesi la

"Liberazione da un incubo"


Siamo per questo convinti che ancor prima del 25 Aprile Sculco farà festeggiare ai crotonesi la Liberazione da un incubo, dalla preoccupazione determinata da un gesto inconsulto e insensato che pure ha le sue gravi ricadute e valenze politiche regionali.

Perché, si vuol qui infine chiosare in sintesi, quel che non si può perdonare è il fatto che se c'è una cosa importante in politica, è non dire bugie ma affermare sempre la verità, presentandosi autenticamente per quello che si è veramente.

In breve nascondere la mano dopo il supposto saluto fascista è forse ancor più grave del degradante gesto.

Non fosse altro perché negare è in fondo simile al ‘negazionismo’, metodologia e retorica che non è né candida né ingenua, i cui sostenitori sono molto ma molto più scaltri di un bambino o una bambina sorpresi a intingere le piccole dita nel ghiotto barattolo della marmellata e della Nutella.