Cimitero “sold-out”. Crotone: dove anche i morti non trovano pace, quella eterna è addirittura una chimera

2 maggio 2019, 12:25 Sr l'impertinente

“La vita è una grande sorpresa. Non vedo perché la morte non potrebbe esserne una anche più grande”. (Vladimir Nabokov)


di Sr* l’impertinente

Crotone è una di quelle città dove non si trova mai un “posto, manco a pagarlo, e questo vale praticamente in ogni settore, a cominciare dai parcheggi, merce assai rara sia che le strisce siano bianche che blu.

Vale, naturalmente, anche per il lavoro, con il capoluogo e l’intera provincia sempre in coda a tutte le classifiche nazionali sull’occupazione.

Da qualche giorno, addirittura, non c’è posto neanche al cimitero; come a dire che in quest’urbe inesorabilmente in declino, oltre alle angosce dei cittadini per i mille problemi quotidiani neanche più i morti trovino pace.


“Il problema più importante,

quello della morte,

è trattato sempre e solo da incompetenti.

Non conosciamo il parere

di nessun esperto”. (Francesco Burdin)


Sono infatti ormai una decina le bare che - da giorni - hanno trovato una momentanea sistemazione in una stanza perché nel camposanto crotonese pare non ci siano più loculi o cripte dove ospitarle.

Così i parenti dei defunti, oltre a subire il dolore per la perdita dei loro cari, devono far fronte anche a quest’ulteriore sofferenza, il disagio cioè di non potergli assicurare una degna sepoltura.

Che i loculi mancassero non è che sia però una novità, tanto che da tempo il Comune aveva predisposto un apposito piano per l’estumulazione delle salme che da molti anni si trovavano nella parte vecchia del cimitero.


“Non è che ho paura di morire.

Solo che non voglio esserci

quando accadrà”. (Woody Allen)


In verità era stato indetto anche un appalto per realizzare ben 360 loculi, con una spesa pari a 600 mila euro: un bando fatto alla Stazione Unica Appaltante già dal mese di gennaio, ma a quattro mesi di distanza non sono stati ancora consegnati i lavori.

Questioni burocratiche del Comune le ragioni di questo ritardo, ed intanto le soluzioni emergenziali sono terminate così come i posti disponibili. Il problema è che presto termineranno anche i posti nella stanza deposito.

Intanto cresce la rabbia e lo sdegno dei parenti dei defunti che hanno coltro l’occasione per evidenziare anche lo stato di trascuratezza dei mezzi con cui le salme vengono trasportate all’interno dello stesso cimitero.


“Il giorno che temiamo come ultimo

è soltanto il nostro compleanno

per l’eternità”. (Seneca)


Un esempio - questo della gestione dei loculi - che dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, di come l’amministrazione comunale affronti le cose senza un minimo di programmazione e fino a sfociare puntualmente nell’emergenza. E se prima questo accadeva solo per le cose dei vivi, ora arriva a colpire finanche i morti!

Che il cimitero, poi, non fosse uno dei campi d’azione per le migliori performance comunali, lo dimostra anche ciò che è stato combinato al suo esterno.

A cominciare dal restringimento della carreggiata, con i conseguenti problemi di traffico e le difficoltà per i mezzi di soccorso; problemi reiterati, poi, dai semplici” lavori di manutenzione effettuati nei pressi.


“Noi eravamo come voi,

voi sarete come noi”.

(Sull’ingresso di molti cimiteri)


Intanto, oltre a non poter assicurare una degna sepoltura agli ultimi defunti, l’amministrazione pare non tratti certamente meglio chi sia morto ed ormai da tempo.

Come ad esempio Pitagora, ridiventato di moda grazie a quell’Antica Kroton che dopo una sfarzosa presentazione (con annesso saluto nostalgico) pare proprio sparita dai monitor: come i soldi spesi per la propaganda.

E mentre qui si pensa ad annunci e slogan, intanto Metaponto lancia la sua di campagna: “Land of Pitagora”. Come dire? Farsi sottrarre sotto il naso, e per inerzia, il brand identificativo che lega città e filosofo universale.


“La morte con tutta probabilità

è la più grande invenzione della vita.

Spazza via il vecchio

per far spazio al nuovo”. (Steve Jobs)


Sempre a proposito di Pitagora e Antica Kroton, c’è stata il 30 aprile scorso una delle poche uscite pubbliche dell’ex assessore comunale alla cultura, Antonella Cosentino e che proprio dalle colonne di Cn24 aveva lanciato l’idea di come sarebbe dovuto essere gestito l’imponente progetto (LEGGI).

Tra le altre cose che Cosentino aveva chiaramente spiegato c’era il come fosse necessario legare il nome di Crotone a quello del matematico: un invito che è non rimasto inascoltato ma non a Crotone, naturalmente, quanto invece nel materano. “Nemo profeta in patria”.

Intanto, la stessa Metaponto, si è pure gemellata con Samos, città natale di Pitagora. Così come ha fatto Crotone che, però, si è limitata finora solo ad una gita nell’isola greca, senza nessun altra cosa prevista dall’intesa.


“La morte è il modo che ha la vita

di dirti che sei stato licenziato”.

(Anonimo)


Ritornando ai defunti non si può poi non sottolineare come la città si sia resa protagonista di un altro “primato”, che non può non definirsi quasi un paradosso: proprio in questa provincia dove manca il lavoro, nel biennio 2017-2018 si è registrato il maggior numero di infortuni mortali (6,3 ogni mille) (LEGGI).

Il dato è emerso da un’indagine dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro che, in occasione della Giornata mondiale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ha analizzato gli open data Inail.

Per tacere, infine, degli altri risvolti, come quello dell’incidenza sulla salute dei cittadini imputabile alle ormai ex fabbriche, e che probabilmente aumenterà così come stanno constatando molte famiglie. Soprattutto quelle che di recente costrette a procurarsi un loculo al cimitero!


“Questo paese sconosciuto

da cui nessun viaggiatore è tornato”.

(William Shakespeare)


Totò, a cui la città un paio di anni fa ha anche dedicato un intero anno di celebrazioni, aveva espresso sul tema una posizione molto chiara che, rileggendola adesso, sembra quasi riferirsi alla realtà crotonese.

Così, il principe De Curtis, scriveva in una sua nota poesia:

“'A morte 'o ssaje ched''e?... è una livella.'Nu rre, 'nu maggistrato, 'nu grand'ommo, trasenno stu canciello ha fatt'o punto c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme: tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?”.

E concludeva poi il principe della risata:

“Perciò, stamme a ssenti...nun fa''o restivo, suppuorteme vicino-che te 'mporta? Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive: nuje simmo serie... appartenimmo à morte!".

Più profetica di così …

* Simbolo dello Stronzio