Crotone-Europa: l’incerto scenario politico in una periferia del vecchio continente

21 maggio 2019, 16:34 Imbichi

In vista delle elezioni del prossimo 26 Maggio, sono in molti a dichiarare di non sapere neppure di dover andare a votare. Eppure il dibattito è alto, e la campagna elettorale in una città che si definisce disinteressata è più viva che mai.


di Francesco Placco

È passato poco più di un anno da quando il Financial Times fece un salto in città (QUI) per documentare il senso di smarrimento dell’elettorato di un Sud povero e sfiduciato. Riecheggiano ancora le parole espresse da un concittadino: “Già non ci sentiamo in Italia, immagina se ci possiamo sentire in Europa”.

A vedere lo storico dei voti, si tratta di un vero e proprio paradosso: nella prima elezione europea tenutasi nel 1979, a Crotone votarono il 79,53% degli aventi diritto (QUI).

Un plebiscito a favore del Partito Comunista Italiano che continuò anche nelle elezioni del 1984 (70,05%) e del 1989 (66,95%), per poi assottigliarsi nel 1994 (49,69%) e risalire 1999 (61,97%) a favore di Forza Italia, fino al più recente 2004 (69,01%) a favore dell’Ulivo, del 2009 (63,88%) a favore del Popolo della Libertà, ed infine del 2014 (36,20%) a favore del Partito Democratico.

Un disinteresse, dunque, relativamente recente che non permette di fare previsioni in vista del prossimo voto.

Da una parte abbiamo un territorio che non riesce a camminare sulle proprie gambe, e che non vede grandi speranze di cambiamento (aldilà degli slogan) né a livello nazionale né a livello europeo.

Dall’altra, invece, un’intera generazione che proprio in Europa “scappa e si rifugia in cerca di un lavoro (LEGGI) e di una carriera professionale. Due facce della stessa medaglia, che in campagna elettorale vengono opportunamente messe da parte per lasciare lo spazio necessario ai motivetti dei candidati.

Nelle ultime settimane infatti la città di Crotone è stata tappezzata di manifesti elettorali, esclusivamente da parte di candidati di centro-destra. Non solo la Lega, con il candidato “di puntaCerrelli, ma anche Forza Italia e Forza Nuova, con quest’ultima che si è prodigata - impunemente - a riempiere di manifesti abusivi anche il centro città. Parliamo di pochi partiti, se consideriamo che alle elezioni sono state ammesse ben 15 liste.

Ma a fare una campagna elettorale “vecchia maniera” è proprio la Lega, che non solo ha riempito di manifesti ogni tabellone disponibile, ma ha anche affittato camion pubblicitari e delle auto con altoparlante, e prodotto innumerevoli quantità di volantini che ci ritroviamo sulle auto (o che ci vengono distribuiti da due giovani ragazze in pieno centro, sicuramente contrattualizzate regolarmente vista la fissazione per la legalità dei candidati).

Ma non solo: Cerrelli è anche l’unico ad aver speso circa 1500 euro per sponsorizzazioni su Facebook (QUI). Tutto lecito, per carità! Ma della campagna elettorale in corso, quello su Facebook rappresenta l’unico dato trasparente disponibile.

Mentre la destra ha scelto un atteggiamento più aggressivo, mirato a conquistare soprattutto gli eterni indecisi con slogan come “Portiamo finalmente Crotone in Europa” o “Spezziamo le catene di Bruxelles”, la sinistra ha scelto un atteggiamento diverso: più comizi, più interventi, più interviste, più dichiarazioni.

Ha scelto di essere presente in varie realtà regionali, evitando volantini e sponsorizzazioni, e rischia di ottenere un effetto boomerang per la poca diffusione, limitata spesso al solo “zoccolo duro”.

Discorso analogo anche per il Movimento 5 Stelle, che correrà autonomamente e che punta tutto sui social e sulle dichiarazioni degli esponenti di punta.

In questo scenario, la città di Crotone si prepara a votare per contribuire ad eleggere 73 (che saranno 76 dopo Brexit) dei 705 parlamentari, che dovranno rappresentare l’Italia in Europa e nel mondo.

Tra chi profetizza una vittoria inequivocabile della Lega, chi propende per un ulteriore annata di astensionismo, e chi spera in una “rimonta” del Movimento 5 Stelle o della sinistra, una cosa è certa: uno scranno all’europarlamento lo bramano anche i più euroscettici e la campagna elettorale, in una città che si dichiara disinteressata, è più viva che mai.