Enzo Sculco (non) replica e minaccia? Le intimidazioni le rispediamo al mittente, e alla Procura

9 giugno 2019, 10:48 Politica.24

Il leader dei “DemoKratici” s’appella alla Legge per rispondere ad un articolo pubblicato dal nostro giornale il 6 giugno scorso (QUI) ma nella sua lettera (LEGGI) non risponde a nessuno dei rilievi mossi dal nostro quotidiano confondendo (e per noi sprecando) il suo sacrosanto e legittimo “Diritto di Replica” al nostro altrettanto legittimo “Diritto di Critica” con la “misura” dell’ingiuria biecamente personale.


di Vincenzo Ruggiero

Qualora qualche suo “mellifluo” “cameriere - magari egli ricambiato con “mance” o mancette - non glielo avesse suggerito durante la stesura della missiva (per indolenza o quant’anche per ignoranza), deve sapere il signor Sculco Vincenzo, detto “Enzo”, che già il minacciare e per iscritto “reclami” o “denunce” a chicchessia configura un atto minatorio, dicasi anche un’intimidazione bell’e buona.

Una cosa che è ancor più grave se diretta ad un organo di informazione regolarmente registrato in Tribunale, con tanto di timbro del Ministero di Grazia e Giustizia; o a giornalisti regolarmente iscritti ad un albo e timbro dello stesso Dicastero, che svolgono l’esercizio Costituzionale della Libertà di Stampa.

Da uomo pubblico avvezzo alla Legge deve sapere il signor Sculco Vincenzo, detto “Enzo”, che di ciò ne informerò personalmente le autorità preposte, dicasi il Signor Prefetto e il Signor Procuratore della Repubblica di Crotone ai quali spetta inequivocabilmente la tutela di questo inalienabile diritto.

Non fosse altro per non permettere che in un territorio già asfissiato come il nostro possa proliferare un qualche “precedente”, germogliare chissà un sememalsano” che faccia male non tanto a noi ma ancor di più all’intera categoria professionale, e non solo, nell’illusorio tentativo di turare nasi e tappare bocche.

Deve sapere ancora il signor Sculco Vincenzo, detto “Enzo”, che non temo affatto offese personali, denigrazioni ma soprattutto “avvertimenti”, tanto indirizzati alla mia persona quanto a validi collaboratori retribuiti dal nostro Giornale con denaro sudato.

Deve sapere poi il signor Sculco Vincenzo, detto “Enzo”, che checché il sottoscritto non sia tenuto a giustificazioni (tantomeno a lui) mai sul proprio tavolo è giunta una sua istanza di “Replica” o “Rettifica”, se non quest’ultima.

Così come luiben sa”, inoltre, mai gli è stato precluso il diritto di esporre le sue di verità dalle colonne di questo Giornale, quando ne avesse fatta specifica richiesta e, soprattutto, addotto argomentazioni continenti e sostanziali, invece di ridicole e sprezzanti elucubrazioni a sfondo inutilmente personale.

Deve inoltre sapere (come luiben sa”) il signor Sculco Vincenzo, detto “Enzo”, che i nostri articoli non sono certamente “copiati” di “qua e di là” (da chi o cosa poi?) e che dai “siti istituzionali” avremo tutt’al più ripreso e pubblicato atti e determine pubbliche, di per sé “notizia” ed elementi fattuali.

Deve per ultimo sapere il signor Sculco Vincenzo, detto “Enzo”, che quanto al resto del contenuto della sua missiva, la stessa non può che commentarsi da sé, nella dimostrazione evidente di una stagione politica declinata dal decadimento etico e culturale.

Di questo ne prenderanno atto tutti leggendola (QUI), e me ne dico certo per la stima che nutro nell’intelligenza dei miei lettori. Ma, a questo punto, soprattutto dei suoi elettori.