Se non fosse che tutto preso dall’euforia di aver resistito per tre anni consecutivi e fitti fitti, quasi come un soldato giapponese protetto da un elmetto d'acciaio, al pressing stressante e alle costanti disposizioni di servizio emesse ed esercitate dal suo capo coalizione Enzo Sculco, al Sindaco attuale, il Facente Funzione Ugo Pugliese, bisognerebbe risvegliarlo dal coma etilico provocato dalla sbronza elettorale, rimettendolo cautelativamente in piedi, magari dopo una buona doccia all'acqua di realtà.
di Vito Barresi
Per la verità, anche se con forte ritardo, il primo tentativo scozzese è stato finalmente attuato dai tre sindacati confederali Cigl Cisl Uil (LEGGI) che hanno inteso ricordare al Facente Funzione gli spaventosi ritardi e le lacune che contraddistinguono il suo “gioioso” triennio di amministrazione, ben 48 mesi di poltrona che praticamente non hanno portato nessun frutto né vantaggio visibile alla crescita e allo sviluppo della città.
Fate pure le vostre rimostranze ma almeno citate un elenco pur provvisorio di opere pubbliche realizzate, di cose fatte a regola d’arte, e siamo pronti a fare mea culpa.
Sta di fatto che questa città langue. I ceti produttivi, i giovani, le donne sono letteralmente scappate via, in fuga verso altre destinazioni, anche per non trovarsi appestati da un ambiente asfittico, discriminatorio, persino meschino in quanto servile.
Crotone resta più che mai in crisi: i pochi ricchi che sono ancora più ricchi, le famiglie stentano, la povertà di ampi ceti sociali è sempre più umiliante e indecorosa. Il Comune è un’isola felice solo per i dirigenti, gli assessori, il sindaco, qualche funzionario che sono diventati nuovi ricchi della città, forti dei loro emolumenti e dei loro redditi sicuri.
L’amministrazione appare sempre più distaccata,
rinserrata in un'assurdo e inquietante isolamento
L’amministrazione comunale appare sempre più distaccata, rinserrata in una assurdo e inquietante isolamento, sia rispetto al territorio della vecchia provincia, sia dal contesto regionale, che dalle grandi direttrici di trasformazione e cambiamento nazionale ed europeo.
C’è un sindaco che continua a crogiolarsi nella sua ormai evidente inutilità operativa, non solo perché agito da altri ma anche per la sua evidente incapacità a fare coesione attorno alla propria figura di primo cittadino, fregiandosi persino della doppia fascia, in quanto Presidente di una Provincia morta, senza mai far rapporto né in Consiglio Comunale né altrove su quella voragine apertasi nell’ente intermedio, con l’arresto del precedente presidente Nicodemo Parrilla, da lui stesso votato e a suo tempo voluto dagli Sculco (LEGGI).
E nel mentre i sindacati tentano, illudendosi, di risvegliare Sculco, un tempo loro sodale tanto attento ai tavoli e agli accordi con le parti sociali, utilizzando anche toni ruvidi e aspri, Ugo Pugliese continua nel suo andazzo senza mettere a quadro, magari in un foglio A4, in un grafico di una mezza pagina, in un elaborato disposto con garbo e con perizia amministrativa, sulla base di un monitoraggio di cassa della ragioneria, gli investimenti principali, il livello e l'ammontare della spesa triennale, la direzione della stessa spesa e la distribuzione quali-quantitativa degli investimenti.
Il “mantra” del “centroide” su grandi opere
e opportunità di cui altrimenti non si vede traccia
Mi soffermo su questo perché ormai da troppo tempo il “mantra” del “centroide Sculco” si concentra esclusivamente su grandi opere e opportunità di cui altrimenti non si vede traccia nel recinto urbano, né tanto meno un filo logico in termine di programmazione.
Constatazione confermata dal turbinoso cambio di palcoscenico avvenuto in questi anni di assessori, vice sindaci, dirigenti e quanti altri famigli, tale da far intendere che Sculco sia davvero bravo nel vincere le elezioni ma assolutamente incapace e impreparato a governare gli enti locali, istituzioni che sotto la spinta della sua magica energia elettoralistica, finiscono per ritrovarsi ogni volta capo sotto e piedi in aria, spazi di autogoverno territoriale senza più né capo né coda.
Ma il punto su cui, come voce della pubblica opinione intendiamo sollecitare il sindaco è esattamente la stampa del foglio A4, il grafico, lo schemino, in cui si può soppesare la vera “polpa” del suo mandato e della efficienza operativa.
Cioè quel quadro degli investimenti e delle spese ben ripartito, trasparente e chiaro, almeno quelli che lui declama come suoi grandi successi, vale a dire: investimenti in tema di Bonifica Industriale e Urbana; Investimenti in tema di recupero e promozione del patrimonio archeologico, monumentale e storico, Antica Kroton; Investimenti in tema di Società Partecipate (Crotone Sviluppo, Congesi, Akrea, Società Marina, ecc.) nonché di Servizi Sociali, Istruzione e cultura, Turismo e Promozione del territorio, infrastrutture portuali e stradali, mobilità, urbanistica, ecc. ecc.
I Sindacati hanno fatto metà del loro dovere
nel sollecitare ed incalzare il sindaco ad attivarsi
Per cui hanno fatto metà del loro dovere le tre sigle sindacali nel sollecitare, incalzare il sindaco ad attivarsi, chiamandolo a rispondere in merito su punti che nella vita quotidiana di ogni cittadino rappresentano l'intelaiatura reale dell'economia locale che sono le strade, gli edifici pubblici, le imprese che lavorano con l'ente, i contratti con i professionisti, le controversie legali, la gestione del patrimonio, l'ambiente, la sicurezza, le periferie, la finanza pubblica locale, le spese in conto capitale sul territorio, le infrastrutture necessarie, i soldi in cassa, i pagamenti effettuati, il personale, la distribuzione dei fondi e degli investimenti.
Tutti capitoli e argomenti di cui questo Sindaco per procura politica del centroide non ha mai parlato finora.
Ciò che la cittadinanza ha constatato è che siamo di fronte ad una conduzione dell'ente comunale da parte del sindaco facente funzioni sempre più oscura, confusa, pasticciata, dai servizi inadeguati.
Il modello di dipendenza che imprigiona
in modo stringente e condizionante
al gioco di potere del leader
Il sindaco prenda atto del fallimento suo personale e della sua amministrazione, un fallimento che ha un tocco anche psicologico, e ammetta pubblicamente che il modello di dipendenza che lo imprigiona e lo lega in modo così stringente e tanto condizionante al gioco di potere di Enzo Sculco, è la causa di un rapporto malato, sempre più distorto, anomalo e ambiguo tra pezzi consistenti della società locale e questa amministrazione.
Un intreccio di sudditanza, servilismo e opportunismo che annulla ogni vocazione alla crescita sana, allo sviluppo autentico, all'esercizio sereno e non subordinante della libertà e della democrazia locale.
Ormai a pochi mesi dalla scadenza del mandato di questa fallimentare e perniciosa amministrazione Pugliese è urgente iniziare un cammino di recupero e rilancio, specialmente nel centro sinistra, chiudendo per sempre il lungo, esasperante dominio del “centroide Sculco”, ponendo le basi per un’alternanza vera, plurale, onesta, all’altezza delle sfide che più che mai incalzano questa città.