Italia Guantanamo. Foto choc dell’americano bendato. Un subdolo attacco alla lealtà dell’Arma dei Carabinieri?

28 luglio 2019, 18:42 100inWeb | di Vito Barresi

La foto è una vergogna, uno smacco orribile alla dignità dell'Arma dei Carabinieri e alle sue storiche prerogative di correttezza, lealtà e fedeltà costituzionale. Una foto simile a quella che potrebbero scattare i terroristi islamici del Daesh, dell'Isis, in Siria, in Libia. Non solo perché riduce in un solo inaccettabile scatto la civiltà giuridica dell'Italia al rango infimo di una Gauntanamo del Mediterraneo; non solo perché espone l'intero Paese alle critiche internazionali; non solo perché è un vilipendio della storia dell'Arma dei Carabinieri, non solo perché è un reato molteplice che spezza ogni garanzia di tutela dei diritti e dei doveri dell'imputato e fino a sentenza “presunto” colpevole, ma soprattutto perché infanga la memoria dei tre eroi italiani, tre martiri della lotta alla criminalità organizzata, alla mafia e a Cosa Nostra, che si vedono sullo sfondo di questa brutta immagine, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, e i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.


di Vito Barresi

L'uso degradante, illecito, propagandistico che viene fatto di queste immagini chiama prima di tutto in causa un Ministro degli Interni incapace e arrogante come in quest'ultimo anno e più ha dato certezza di essere, Matteo Salvini, stretto nel fallimento della sua politica, nel coinvolgimento nazionale e internazionale di scandali spaventosi che riguardano oltre che la corruzione anche la sicurezza interna dello Stato.

La sua dichiarazione, per quanto libera non è comunque insindacabile, non fosse altro perché intacca e attacca, anzi corrode, alcuni capisaldi e principi inoppugnabili sul piano della legalità costituzionale, allorquando con strafalcioni non all'altezza di un rappresentate del Governo afferma ambiguamente che

“a chi si lamenta della bendatura di un arrestato - ha detto Salvini - ricordo che l'unica vittima per cui piangere è un uomo, un figlio, un marito di 35 anni, un Carabiniere, un servitore della Patria morto in servizio per mano di gente che, se colpevole, merita solo la galera a vita. Lavorando. Punto.”

Non si può che dar ragione a Ilaria Cucchi quando afferma che questa è una foto terribile certe cose non devono accadere al di là delle accuse, della nazionalità della pelle del fermato e del colore della sua pelle” ma di più allarma il giudizio del Ministro degli Interni che ancora una volta concorre ad avvelenare il clima psicologico al solo fine di coprire gli smaccati errori di un politico che ha clamorosamente sbagliato il “focus” della sua politica puntando esclusivamente sui porti chiusi ai profughi inermi nel mentre ha tragicamente sottovalutato il traffico e il mercato della droga che dominano a Roma e in quasi tutte le principali metropoli italiane (LEGGI).

Un pessimo Ministro degli Interni non è utile all'Italia soprattutto in un caso come questo che vede coinvolti due cittadini statunitensi accusati di aver ucciso in concorso un militare dei Carabinieri.

Lo stesso Comando generale dell'Arma ha preso fermamente le distanze dallo scatto e dalla divulgazione di foto di persone ristrette per l’omicidio del Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega e avviato accertamenti diretti a individuare i responsabili … a tutela della sua dignità e delle sue prerogative costituzionali, informando che il fermato sarebbe rimasto bendato per 4 o 5 minuti, prima di essere spostato in un'altra stanza, comunica di aver individuato il militare responsabile, disponendone il trasferimento a breve ad altro incarico non operativo”.