Crotone. Pd nel caos: se si “zittiscono” i Giovani Democratici come si spera di ricostruire il partito?

31 luglio 2019, 19:56 Imbichi

Giovani e politica non vanno più d’accordo. I circoli cittadini sono un ritrovo per i soliti noti, che non generano dibattito e non sortiscono alcun effetto sulle linee di partito locali. Non c’è da stupirsi se i giovani si allontanano e non ripongono fiducia in un sistema che li snobba e non li considera adeguatamente.


di Francesco Placco

La saga del Partito Democratico crotonese non è ancora finita. Senza dedicare ulteriore tempo alla pietosa vicenda che sta lacerando una sezione già moribonda, e che oggi si arricchisce di un ulteriore tassello con l’autosospensione di 14 esponenti (LEGGI) in segno di protesta per la decisione di revocare il commissariamento, è bene porre l’attenzione su un altro aspetto piuttosto grave.

Nei giorni immediatamente successivi alla conferma del commissariamento, gli unici ad aver espresso pubblicamente un parere positivo – assieme a diversi giornalisti ed alcuni esponenti della sinistra cittadina – sono stati i Giovani Democratici.

Un breve comunicato stampa che online non ha circolato molto, e che ripropongo interamente di seguito:

“Quando un circolo, specie quello del comune capoluogo, viene commissariato, nessuno può gioire o gridare vittoria. Il commissariamento certifica “burocraticamente” un fallimento collettivo. Un fallimento, sarebbe ipocrita ed irrealistico negarlo, che viene da lontano. Da anni il Partito democratico non ha una rappresentanza politica a Crotone degna di questo nome.

L’attività di iniziativa politica e di confronto con mondi e settori, prima vicini al Partito, è ormai inesistente. Mancano i requisiti minimi per poter definire “circolo” o “partito” la “cosa politica” presente in Via Panella. Non si è nemmeno in grado di definire con precisione chi siano gli iscritti al circolo crotonese: l’elenco non viene aggiornato seriamente da anni, è stato avviato un tesseramento degno di questo nome.

Nella storica sede di Via Panella, ancora una volta, sono state “staccate” le forniture di luce ed acqua causa mancato pagamento delle bollette: ennesimo segno di un degrado profondo.

E allora, come si può parlare seriamente di “rilancio dell'attività politica”? Come si possono fare propri “successi” elettorali come quelli delle europee e delle primarie? Viene da pensare che le percentuali di quelle occasioni siano state conseguite “nonostante” il PD ed il suo gruppo dirigente, non grazie ad esso.

Il “partito” crotonese ha perso qualsiasi collegamento con la realtà ed il suo elettorato, tanto da non riuscire a capire quale fosse la sua richiesta più elementare: fate opposizione.

Fare opposizione ad un sindaco ed alla sua giunta, significa contestare la sua attività di iniziativa politica costantemente. Significa metterlo in difficoltà con altre e migliori proposte, utilizzando ogni tecnica consentita dallo Statuto comunale e dalla tattica politica. Significa contestarlo ripetutamente in Consiglio comunale e fuori di esso.

Ma come è possibile fare ciò senza avere nemmeno un capogruppo all'interno del consiglio stesso? Come è possibile con dei consiglieri comunali che agiscono autonomamente, garantendo sempre il numero legale in consiglio? Quanto è credibile un partito di opposizione che vota il sindaco avversario eleggendolo Presidente della Provincia?

In città il Partito democratico viene, giustamente, considerato una comoda stampella di una maggioranza fragilissima. Fare opposizione non è mai stata la linea politica del Pd crotonese. Chi nega questa evidenza forse dovrebbe utilizzare il periodo di commissariamento per una profonda e dovuta autocritica.

L’augurio è che il nuovo commissario Iacucci si impegni ed aiuti i pochi volenterosi a ricostruire un circolo da tempo morente. E che, finalmente, si riparta con iniziative politiche vere e profonde, non semplici convegni organizzati in prossimità degli eventi elettorali”. (La Segreteria Giovani Democratici Città di Crotone).

Una presa di posizione netta e ben delineata, fortemente contrastante con la linea decisa – autonomamente – dal Partito Democratico cittadino. E meno male che ne ho fatto una copia: il giorno dopo la sua pubblicazione sia il segretario regionale che il coordinatore cittadino dei Giovani Democratici hanno preso le distanze da quanto scritto.

Il loro punto di vista è differente:

“Ad oggi la giovanile della Federazione di via Panella è pronta a ricostruire il partito ma in alcun modo può tollerare un commissariamento del circolo capoluogo di provincia”.

Nel giro di qualche ora, il comunicato è stato cancellato dai pochi siti che l’avevano ripreso. L’unica analisi lucida della situazione è stata “richiamata”.

Questo perché il lupo perde il pelo ma non il vizio, ed a Via Panella il vizio è rimasto sempre lo stesso: si fa esclusivamente quello che vuole la segreteria di turno. Segreteria composta dai soliti volti noti, che nel corso degli anni si sono adattati di corrente in corrente pur di sopravvivere, senza impegnarsi nella costruzione di una nuova classe dirigente, senza puntare sui più giovani.

Già, i più giovani. Quelli che vedono i comportamenti riservati alle file giovanili del Partito Democratico, dove i ragazzi, pur sbraitando, non solo non hanno voce in capitolo, ma si vedono addirittura zittiti. Si scontrano contro dei soggetti impermeabili, incapaci di ascoltare, che non hanno alcun interesse nel creare una nuova e migliore classe politica.

In questo modo, le federazioni giovanili si svuotano del loro ruolo naturale, e non sono più dei luoghi dove coltivare talenti, ma dei recinti dove far pascolare i figli d’arte della politica locale, dove questi si interesseranno, al massimo, di organizzare qualche evento e di supportare le attività di partito.

Non bisogna andare lontano, per chiedersi perché i ragazzi si disinteressano alla vita politica cittadina, o perché votino “di pancia”. La sinistra cittadina ha perso il contatto con loro. Non li considera, non li ascolta. Diciamocelo: non li rappresenta. Ed all’interno del Partito Democratico crotonese, così come in tutte le atre segreterie cittadine, la solfa non cambia.

La vicenda del commissariamento ha messo a nudo l’inadeguatezza degli esponenti locali, ed ha messo in luce le problematiche denunciate dai Giovani Democratici. Problematiche che esistevano anche tra le fila della Sinistra Giovanile, e che si trascinano fin dalla sezione giovanile del Partito Comunista.

Problematiche che vennero definite “vassallagio politico”, e che negli anni non hanno fatto altro che consolidarsi, con buona pace degli ideali che hanno mosso le stesse generazioni che oggi litigano in quel di Via Panella.